Con un’intervista pubblicata sul Sole-24 Ore del 3 dicembre, il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, ha illustrato la sua proposta di armonizzazione della fiscalità industriale europea: «Regole europee facoltative per le aziende sulla determinazione della base imponibile – Aliquote fissate dagli Stati».
Fallito il progetto di un Grand Tour in Turchia, per risolvere la questione curda in margine alla partita Galatasaray - Juventus, progetto che non era da dilettanti (come uno potrebbe pensare) ma da statisti “moderni” istintivamente capaci di miscelare la grandeur politica con il minimalismo esistenziale, a Massimo D’Alema resta solo la memoria del suo primo Petit Tour fatto qualche giorno fa a Torino, al fine di visitare lo stand dell’Arcigusto, allestito dentro il «Salone del gusto» al Lingotto.
Alla base della rottura fra l’impostazione di Maastricht, il rigore finanziario, e il nuovo interventismo dell’eurosinistra non ci sono ragioni eoonomiche, ma politiche.
Con un emendamento al disegno di legge collegato alla Finanziaria 1999 è stata differita di sei mesi la scadenza per i controlli, da parte dell’amministrazione finanziaria, delle dichiarazioni presentate nel 1993.
«Adesso vediamo se D’Alema è uno statista o uno scacchista. Nel primo caso presenta una riforma organica del welfare state e sono convinto che potrebbe ottenere l’appoggio anche dell'opposizione; se invece vuol giocare a scacchi si limiterà a vincere una partita virtuale. Inutile per gli interessi del Paese»