Siamo tutti in guerra contro il debito
La finanza salvata dai soldi pubblici ora si rivolta contro gli Stati. Si stenta ancora a capire che siamo in guerra: la guerra del debito pubblico.
La finanza salvata dai soldi pubblici ora si rivolta contro gli Stati. Si stenta ancora a capire che siamo in guerra: la guerra del debito pubblico.
Tremonti parla per spiegare una svolta in cui crede. Un’accelerazione inevitabile. Si affida all’ultimo ricordo storico per rimarcare le difficoltà legate alla lotta all’evasione e per dichiarare guerra all’idea di un nuovo super condono tombale su cui arriva la netta frenata di Palazzo Chigi.
«L' Europa può uscire dalla crisi ma con mezzi straordinari. Noi, in Italia, adesso dobbiamo pensare alla crescita». Giulio Tremonti ritorna sulla scena di Washington, dopo due giorni di silenzio. In una conferenza stampa, a conclusione dei lavori del Fmi, il ministro parla dei rischi dell' economia e dei guai nazionali.
Intervista di Francesco Anfossi e Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana: «Lo sento dire spesso: avete «tenuto in ordine i conti pubblici». In realtà noi abbiamo fatto di più: abbiamo «tenuto il bilancio dello Stato».
Abbiamo un sentiero di rientro, che ci deve portare al pareggio di bilancio nel 2014.
Tremonti risponde all'articolo di Galimberti difendendo le sue idee.
Ampi stralci del discorso di Giulio Tremonti tenuto lo scorso 19 aprile al Parlamento europeo, nell'ambito di un'audizione all'assemblea di Bruxelles. "Il manifesto politico del superministro rilegge i trattati, fa il contropelo alla finanza, boccia il nucleare"
Stefano Folli ha intervistato il ministro Tremonti al 46° Congresso Pri: "Questa Italia ancora divisa a metà".
Tra le fiamme del Maghreb Giulio Tremonti scorge il «terzo mostro del videogame», quel terribile gioco prodotto dalla globalizzazione che prima ha innescato la crisi finanziaria negli Stati Uniti, poi ha colpito i debiti sovrani in Europa, e ora sta scardinando il sistema nell'Africa mediterranea. Agli occhi del ministro dell'Economia «il mostro è sempre io stesso, ha cambiato solo forma, e come temevo diventa sempre più pericoloso».
La rivoluzione liberale: tutto è permesso se non ciò che è vietato. Per liberarsi dalla manomorta esercitata dalle burocrazie è essenziale una nuova politica legislativa: il sistema attuale, in Italia, è un sistema insufficiente in senso paradossale.