Il Pd è avviato a perdere. Perché ha ispirato le scelte sbagliate del governo Prodi. Perché se va da solo non avrà i voti, ma se si allea non sarà in grado di governare. Perché è un'anomalia europea una forza di sinistra dall'anima non socialista. Ma per il bene del Paese, il Pd non deve perdere male né dissolversi né darsi a un'opposizione sterile. Perché dopo il voto servirà una «stagione di riforme», ma anche un'«efficace azione di governo». Servirà una «dialettica politica sana».
Il Professor Tremonti gela le speranze del Pd che non vuole andare a votare subito con il Porcellum: "Il problema non è la legge elettorale, è la sinistra "salsiccia" tipo subprime americani". Dal Senato è uscita per il centrosinistra "una sentenza lapidaria: Fuerunt", ma Veltroni "ha la possibilità storica di creare qualcosa di nuovo, invece di riciclare il vecchio come la sinistra ha fatto finora". E sullo sfondo, ma solo dopo le elezioni, ci potrebbe essere l'ipotesi a cui Tremonti guarda con favore da anni: la Grande coalizione. Intervista di Gianluca Luzi.
L'emergenza rifiuti in Campania "è una Chernobil ambientale, morale, sociale". E, in un'intervista a "Il Mattino", il vicepresidente di Forza Italia sottolinea che "dietro questo grande scandalo c'è il fallimento della sinistra e del cosidetto Rinascimento". Tremonti, quindi, ricorda che sua madre e suo padre hanno studiato "e si sono sposati a Napoli", precisa che lo ricorda per affermare che da parte sua verso la città ed i suoi problemi "non c'è distacco. Anzi, sentimentalmente, è proprio l'opposto".
No al referendum, la politica abbia la forza di riuscire a scrivere la legge elettorale. La Lega? Ha una forte identità, ma deve stare con il centrodestra. Intervista di Matteo Mauri.
Se davvero dovesse andare in porto la riforma elettorale Giulio Tremonti riconosce che «sarebbe un successo per Veltroni». E, in fondo, un po' di merito lo rivendica anche per se stesso, perché «il testo su cui molti ora convergono è uguale a quello che presentai io nel '99, rompendo per primo il tabù del ritorno al proporzionale».
Chi ha la maggioranza, chi è al governo, ha onori e oneri. E allora, se ne sono capaci, tirino fuori una proposta unitaria, sottoscritta da tutto lo schieramento, con le firme in calce a un testo parlamentare, perchè in democrazia non contano le interviste o i talk show ma gli atti. Noi siamo pronti. Intervista di Paola di Caro.