Avanza un buon testo ma Prodi ostacola il dialogo
Se davvero dovesse andare in porto la riforma elettorale Giulio Tremonti riconosce che «sarebbe un successo per Veltroni». E, in fondo, un po' di merito lo rivendica anche per se stesso, perché «il testo su cui molti ora convergono è uguale a quello che presentai io nel '99, rompendo per primo il tabù del ritorno al proporzionale».
Se dunque sulle riforme «il clima è cambiato», a ostacolare ancora il dialogo fra i due poli restano Romano Prodi e il suo governo, che per Tremonti sono strutturalmente "unfit", inadatti a governare la recessione in arrivo.
«Prodi - osserva subito il vicepresidente della Camera - sentendo odore di bruciato, deve essersi letto il Faust di Goethe: "Se non riuscite a soddisfare gli uomini, confondeteli". La Finanziaria 2008 non era ancora stampata sulla Gazzetta Ufficiale è già Prodi lanciava il messaggio della riduzione delle tasse, salvo poi lanciare il contromessaggio: riduzione, ma non subito. Una sequenza scenica utile solo per acquistare centralità politica per qualche mese, poi si vedrà». Va bene, ma intanto il premier sembra essersi rafforzato. E se riuscirà a far siglare a sindacati e imprese un patto sociale sui salari e la produttività, rischia di restare a palazzo Chigi ancora a lungo... «Per la verità chi rischia è l' Italia. è lo stesso Prodi ad aver detto: vivo alla giornata. Si è rafforzato? Sì, se per rafforzarsi si intende durare un giorno in più».
Tuttavia il rapporto deficit/Pil è sceso davvero, questo sono fatti, il risanamento c' è. «L' andamento dei conti pubblici italiani è stato positivo solo perché congiunturale, cioè perché l' economia andava bene. Ma, dopo l' estate, sta arrivando anche in Italia l' inverno della recessione e presto sarà chiaro a tutti che il risanamento finanziario di Prodi è falso come il "Rinascimento" napoletano di Bassolino». Non lo dice Prodi, è stata l' agenzia S&P a definire venerdì «impressionante» la performance dei conti pubblici italiani. «Nella stessa giornata di venerdì è uscito un dato che è cento volte più "impressionante": lo spread tra i titoli pubblici tedeschi e quelli italiani - il premio che il mercato chiede valutando il rischio Italia - è arrivato al record storico di 35 punti base di differenza. Per avere un' idea, nell' aprile del 2006 era di 20 punti base. Quindi, dopo il "risanamento epocale" di Prodi, è salito del 60 per cento. Se posso formulare un avviso ai governanti, questo è un dato drammatico, il costo finanziario del governo Prodi cresce ogni giorno».
Quando al governo c'era il centrodestra gli indicatori economici e i conti pubblici erano di gran lunga peggiori. «Mi perdonerà se, non essendo uno di quei fenomeni finanziari che tutto il mondo ci invidia, userò immagini e parole semplici: quando viene la pioggia, ci si bagna; quando viene il sole, ci si asciuga. Vale per il tempo e vale per l' economia. La capacità positiva o negativa di un governo non è nel "fare il tempo", la meteorologia ha le sue dinamiche: la capacità di un governo è nel capire cosa sta succedendo e nell' agire per bagnarsi un po' meno quando piove e asciugarsi un po' prima quando arriva il sole». Con Berlusconi a palazzo Chigi il cielo era sempre coperto... «Oggettivamente per il governo Berlusconi il tempo è stato brutto, per quattro lunghi anni: dai bond argentini a Parmalat, da Cirio alla Fiat. E, soprattutto, con la grande caduta dell' economia tedesca. Comunque, negli anni in cui sono stato ministro, i conti pubblici italiani sono stati migliori di quelli tedeschi. Una prova? Ricorderà che Prodi voleva sanzionare la Germania e che proprio l' Italia lo ha evitato! C' è una certa differenza fra l' eredità del governo Berlusconi e l' attività del governo Prodi: noi abbiamo lasciato il Pil in salita e, congiuntamente, il deficit in discesa. Con Prodi è l' opposto: il Pil è in discesa, hanno aumentato le tasse e depresso l' economia.
Ci sono tracce del Dna di Prodi alle spalle della recessione». L' extragettito dovuto alla lotta all' evasione fiscale è stato certificato. O anche questo per lei è un fantasma? «Gli extragettiti ci sono stati in tutta Europa, prodotti dalla crescita. Se fosse vero che c' è stata lotta all' evasione il "monte tesoretti" non dovrebbe essere di 20-30 miliardi di euro ma di 40-60 miliardi: la somma di due tesoretti, quello da crescita e quello da evasione. In realtà è stato lo stesso governo a dire in Parlamento che la lotta all' evasione ha fruttato 3-4 miliardi. La cifra è giusta. E poi, se fosse vero che i tesoretti sono fatti con la lotta all' evasione, dovrebbero continuare anche in futuro, invece già ci hanno detto che sono finiti. O hanno smesso la lotta all' evasione oppure ammettono che hanno raccontato una bugia». Si parla di un effetto Valentino Rossi... «A quanto mi risulta Rossi è andato a Londra nel 2000 quando c' era la sinistra, è stato invece "accertato" nel 2002-2003, quando al governo c' era Berlusconi! Un conto è amministrare seriamente, un altro è approfittare del lavoro degli altri facendo notizia».
La riforma elettorale. Tempo fa lei era tra i più pessimisti, oggi ha cambiato idea? «Il clima è cambiato molto, anche se Prodi rende difficile la stagione delle riforme. Nel '99 io feci una proposta uguale all' ipotesi su cui ora molti convergono, affrontando per primo il tabù del ritorno al proporzionale e, se adesso si dovesse arrivare al traguardo, sarei il più felice». Un successo per Veltroni, che vedrebbe accrescere il suo standing? «Penso di sì e ne sono contento. Ma in ogni caso a tenere la scena restano le divisioni nel Pd. Leggo che è previsto un congresso, ma si è mai visto un congresso di un partito nato per essere senza tessere?» Dopo la mancata spallata il centrodestra è invece un campo di Agramante, dominato dalla discordia. «Senta, noi stiamo comunque oltre il 56%. Intanto cominciamo a vincere, poi vediamo il resto».