Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Sole 24 Ore

Nessuno è perfetto ma difendo le mie «fisse»

Tremonti risponde all'articolo di Galimberti difendendo le sue idee.

Signor Direttore,
ho letto sul Suo giornale l'articolo di Fabrizio Galimberti pubblicato domenica sotto il titolo «L'obbligo di cambiare passo». Avendo finalmente trovato un po' di tempo libero, provo a rispondere. Naturalmente ringrazio per i non pochi giudizi positivi. Per il resto, noto quanto segue:

a) avrei «… un carattere difficile. Come dice qualcuno che lo conosce bene, tratta i camerieri da amici e gli amici da camerieri». Del tipo: i camerieri fanno i camerieri, gli amici si trovano invece nella middle o nella upper class;

b) non sarei «… un economista (e se ne vanta) ma un autodidatta dell'economia». Come ministro (e di questo si parla) non sono l'unico autodidatta: il Presidente lussemburghese dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha una laurea in diritto; il Ministro tedesco Wolfgang Schäuble ha un dottorato in diritto; il Ministro francese Cristine Lagarde in legge; il Ministro spagnolo Elena Salgado in ingegneria industriale; il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne in storia moderna, eccetera.

c) «… di idee fisse Tremonti ne ha inforcato parecchie: dalle lotte contro i mulini a vento (la concorrenza cinese), ai carri avanti ai buoi (gli Eurobond), alle soluzioni alla ricerca di un problema (la Banca del Mezzogiorno)». Vediamo un po': Cina: la mia tesi sulla Cina era ed è che «… i cinesi fanno i cinesi, sono gli europei che sbagliano perché corrono con le mani che si legano dietro la schiena» (così prima in «Rischi Fatali» e poi in «La paura e la speranza», Mondadori 2005, 2008).
Comunque, a proposito di rapporti con la Cina, mi permetto ricordare che sono stato il primo politico europeo invitato dalla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese per una lezione. Lezione che è stata su «Le cause e gli effetti politici della prima crisi globale - novembre 2010».
Eurobond: nel 2003 (nel semestre di Presidenza italiana dell'Unione Europea) ho ripreso l'idea degli Eurobond. Una idea lanciata da Jacques Delors alla fine degli anni '90. Negli anni successivi molti altri e molto autorevoli hanno poi scritto in favore degli Eurobond. Da ultimo ne ho scritto sul Financial Times con Jean Claude Juncker («Euro-wide bonds would help to end the crisis» 6 dicembre 2010). Quella degli Eurobond sarà anche un'idea fissa, ma non mi pare che sia una idea sbagliata. Mi pare anzi che sia l'unica formula vitale per l'Europa. Più in generale non mi sembra comunque che le idee sul futuro siano sbagliate solo perché vengono "avanti ai buoi". Se no, avremmo solo idee sul passato o sul presente.
Banca del Mezzogiorno: sarà anche un'idea fissa, ma anche questa non mi pare un'idea sbagliata. In ogni caso, la Banca del Mezzogiorno è stata appena autorizzata dalla Banca d'Italia;

d) si ricorda prima «… l'impegno preso con l'Ue nel 2001 a centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2003. E poi che nel 2003 il deficit pubblico arrivò al 3,5% del Pil». Francamente, lo ammetto, nel marzo del 2001 non avevo previsto l'11 settembre. In ogni caso, se nel marzo 2003 il deficit pubblico italiano è arrivato al 3,5%, pari data i deficit pubblici di Francia e Germania non sono arrivati al pareggio ma, all'opposto e addirittura, prima al deficit eccessivo e poi alla procedura per sanzioni;

e) infine «… in una intervista al Corriere della Sera del 26 febbraio 2006, si è detto sicuro della vittoria alle imminenti elezioni...». È vero, ma si ammetterà che non c'è mai stato un candidato che, nel pieno di una campagna elettorale, si dicesse… certo della sconfitta elettorale! Per inciso, nel 2006 il margine di sconfitta fu pari a circa 24.000 (e discussi) voti alla Camera dei Deputati, a fronte di circa 500.000 voti in più al Senato.

In ogni caso, e ne sono ben convinto, nessuno - proprio nessuno - è perfetto!
Con i miei migliori saluti,
Giulio Tremonti, Ministro dell'Economia