Giulio Tremonti



Dialogo con Giulio Tremonti

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gioco dell'aeroplano

Salve. Ho letto con enorme interesse il suo libro anche se non ho alcuna competenza in economia (sono un produttore di musica). Prima di tutto complimenti vivissimi. Qualunque iniziativa politica vorrà intraprendere avrà il mio sostegno incondizionato. Leggendolo mi è tornato alla mente un episodio degli anni '80 (la metà? la fine? Non ricordo) che per me ha segnato lo spartiacque fra due epoche. Il tristemente famoso "gioco dell'aereoplano". Sono di Firenze. Ricordo ancora bene la notte in cui raggiunse la naturale saturazione lasciando migliaia di persone con un milione di lire in meno in tasca e distruggendo affetti e amicizie. Capannelli di gente vociante agli angoli delle strade. Una notte da incubo. Poi tutto fu rimosso, come spesso succede. Ha ragione lei. I giocatori vanno isolati. Il giornale di Firenze, La Nazione, ebbe una grave responsabilità trattando il gioco come un fenomeno di costume. Sarebbe bastato avvertire la gente, purtroppo ignorante in matematica. (M. Dami)

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crisi dell'occidente

Egregio Prof.re, sono uno studente di 24 anni. Ho letto "La paura e la speranza" e "Uscita di sicurezza" e condivido le Sue idee, soprattutto il forte bisogno di un ritorno della politica al suo posto. Ma non riesco ad essere ottimista. Guardando il trend degli eventi viene il dubbio che questa crisi sia il risultato di qualcosa di ben più profondo degli errori della politica e/o degli abusi della finanza. Sembra il risultato della cultura occidentale, una cultura ormai da troppi anni malata, da "cicala" orientata al BT e che, perciò, si ritrova oggi senza un LT. Lei crede veramente che l'occidente possa riprendersi? Non è molto più probabile che sia arrivato il tempo in cui dovremo cedere il "comando" ad altri popoli, con culture diverse, da "formica"? E soprattutto quanto ci costerà questo in termini di democrazia, visto che tali popoli sono molto diversi da noi? Insomma, quante probabilità ci sono che l'Europa imbocchi veramente l'uscita di sicurezza? Cordialmente. (E.G. Giorgino)