Giulio Tremonti



Dialogo con Giulio Tremonti

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siemens

Stimato Prof. Tremonti, avrei due domande. La prima riguarda la Siemens che come "Banca" accede direttamente allo sportello della BCE. Chi/Cosa impedirebbe ad una federazione di imprese italiane di fare altrettanto, qualora raggiungessero una comparabile magnitudo e (aspetto più difficile) coerenza industriale? (FT "Siemens makes headway as banks retreat") Secondo punto. Chi si opporrebbe a misure pro-crescita deficit-neutral? Il Tesoro potrebbe pagare le imprese che vincessero gli appalti della banda larga con Buoni Elettronici del Tesoro (BET) che ritirerebbe per via fiscale entro la fine dell'esercizio. In questo modo aumenteremmo la produttività della nostra economia "spendendo denaro in esistenza" ma in modi che non potrebbero dare adito alle solite recriminazioni (deficit, aiuti di Stato etc). Se il prossimo 4 di maggio fosse così cortese da rilasciarmi un commento in video su queste due suggestioni sarebbe davvero molto gradito. Cordiali saluti. (E. Buffagni)

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parole d'ordine

On. Professore in primo luogo La ringrazio per questo Suo prezioso nuovo libro nel quale, come sempre, riesce a spiegare con competenza ed estrema chiarezza le complesse dinamiche economiche e geopolitiche attuali e nel contempo introduce interessanti riflessioni di ordine filosofico e storico. Il mondo occidentale e non solo, come un ragno intrappolato nella sua stessa tela, è schiacciato da una finanza onnipotente e dalla speculazione selvaggia. Uscire da questa situazione è possibile solo attraverso l'autentica adesione alle 7 "parole d'ordine" da Lei indicate in "La Paura e La Speranza"(Valori, Famiglia, Identità, Autorità, Ordine, Responsabilità, Federalismo). On. Tremonti mi domando allora, rimpiangendo che non sia Lei a guidarci come ministro in questo momento di difficoltà, nascerà mai in Italia un soggetto politico tale da fare proprie le suddette "parole d'ordine" e condurci ancora alla speranza? (C. Basetti)

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responsabilità

Accolgo l'invito e le sottraggo tempo e attenzione in questa sede. La sua è una trattazione affascinante e tesa e aggiungerei, è questa la mia domanda, un solo concetto, quello di responsabilità. La finanza, già con Lorenzo de' Medici condizionava le guerre dei Principi e la stessa Unità d'Italia si è potuta fare perchè i banchieri inglesi hanno finanziato i Savoia. Che cosa distingue, però, quella finanza da questa "predatrice"? Azzarderei, lo stesso senso di responsabilità che distingue la politica lungimirante dal populismo elettoralistico. La finanza di allora era come convinta di poter crescere solo in un generale contesto di crescita, quella di oggi, si illude di avvantaggiarsi dal depauperamento altrui. Perdoni l'asciuttezza delle argomentazioni, dettate dal rispetto della brevità. Sarò onorato di un suo cenno di risposta. (M. Travia)