11/03/2012 - Per proseguire il dialogoSu DSKOnorevole Professor Tremonti, sono uno studente universitario che da tempo cerca di "leggere" gli eventi politici ed economici di questo paese e dell'Europa. Tutto questo per dirle che non sono un esperto di economia ma ho letto con molto piacere il suo saggio 'Uscita di sicurezza'. Premesso ciò vorrei chiederLe una Sua interpretazione su ciò che è successo nel mese di agosto al signor Dominique Stauss-Kahn ovvero per quale motivo politico-economico è stato costretto alla dimissioni. Non credo nei complotti e tuttavia le motivazioni delle dimissioni esposte all'opinione pubblica sono poco credibili. Buona giornata. (G.F. Celano)leggi la risposta
11/03/2012 - Crisi EconomicaIl mercatismo è una conseguenzaGentile Professore, noi tutti dovremmo sentire un debito di riconoscenza nei suoi riguardi per lo spirito democratico con il quale in questi anni ha sentito il bisogno di condurre un'umanità confusa e distratta a cogliere la drammatica condizione del nostro tempo. Ma forse, mi permetto di dire, questo impegno per la verità avrebbe potuto essere speso ancor più fruttuosamente. A me pare che la radice primigenia della crisi non risieda in quel mercatismo che si è proposto come palingenesi della società. Esso non è la causa, ma la sua conseguenza più grave, ciò con cui è meno imbarazzante confrontarsi. Le origini profonde stanno altrove, nella perdita di contatto con la nostra civiltà, nella leggerezza con la quale, a partire da un insipiente '68, abbiamo barattato con uno stupido consumismo solidi principi costruiti in duemila anni di storia. Di questo nessuno parla; lei ne ha fatto un rapido cenno; ma certi passaggi non sono eludibili! (G. Balsamo)leggi la risposta
11/03/2012 - Crisi EconomicaMetafora idricaSe ho ben capito, quanto tu scrivi può anche essere divulgato con una semplice metafora idrica: "c'era una volta un sistema di irrigazione con dighe, canali e chiuse, sviluppatosi nei millenni. Se i padroni dei grandi bacini tenevano chiuse le proprie dighe avevano un esubero di acqua rispetto alle proprie necessità, mentre i loro vicini morivano di fame per i campi inariditi. Ne cedettero quindi una parte con patti e scambi più o meno equi. Poi fu deciso di aprire totalmente le dighe, ma non gradualmente, all'istante e globalmente. I bacini rimasero vuoti e i loro padroni non avevano più acqua sufficente per le proprie coltivazioni. I loro vicini, dopo un primo grande raccolto, si trovarono con i campi allagati e la carestia fu globale. Infine l'acqua si assestò in modo "naturale", cioè casualmente e non secondo le necessità razionale dell'antico sistema di irrigazione ormai distrutto". Un saluto affettuoso. (F. Gubetti)leggi la risposta
11/03/2012 - Uscita di SicurezzaIl ruolo della politicaEgregio professore, sto leggendo con crescente interesse il Suo libro. Condivido totalmente le Sue valutazioni. In realtà sembrerebbero scritte da un uomo che una volta si sarebbe detto di sinistra (conosco la Sua giusta posizione di rifiuto di queste classificazioni obsolete), ma che in ogni caso rifiuta l'idea di governi delle plutocrazie, tanto più se finanziarie. Ho trovato poi le Sue analisi sul ruolo della politica al cospetto del dilagante potere di una finanza globalizzata ed incontrollata coincidenti in maniera singolare con quelle espresse da Franco Cassano in un articolo su Repubblica del 2 marzo. Quanto alle uscite di sicurezza da Lei suggerite, ci sto arrivando centellinando l'incedere della lettura e provando ad immaginarle. Perché investire nel lavoro se con le puntate finanziarie pago molto di meno? (...) Grazie per una Sua opinione. (F.S. Frasca)leggi la risposta