Giulio Tremonti



Dialogo con Giulio Tremonti

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Servizio pubblico

Egr.sig. Tremonti, E' stato per me "singolare" incontrarla in un contesto come quello di "servizio pubblico" dove la guardavo dall'alto al basso, con lei che mi ascoltava in silenzio,chi l'avrebbe mai detto? Io, comune "mortale" che ogni giorno combatte con le banche che mi sfiancano a suon di interessi passivi grazie a quella "genialata" della commissione sull'accordato, io che non dormo di notte per gli attacchi di tachicardia mentre mi invento l'inventabile per riuscire a pagare in modo lecito quella marea di tasse (circa il 70%) che assicura il sostentamento del "poltronificio" italiano, io, piccola pulce di questo grande paese, ora sono qui' a chiedere a lei, un modo per continuare, perche' e' solo nel "continuare" che crediamo, ed e' per continuare che lottiamo ogni giorno. Attendo i suoi preziosi consigli per assicurare alla ns.azienda ed ai ns.collaboratori, un futuro dignitoso, perche' lavorare e' un dovere, ma lavorare con dignita' e' un diritto. Cordialmente A. Lattuada

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per avere contante

Gentilissimo Prof.Tremonti, volevo farLe una domanda: se NECESSARIAMENTE uno stato Europeo per "avere contante" è costretto a pagarlo ad una Banca che non controlla (se non la Germania....), e se questo meccanismo poi cade inesorabilmente sul cittadino comune, il sistema di per se non è errato tout court? Non è eccessivamente ammiccante alla finanza che al sociale? e se si, è mai possibile che anni e anni di lavori svolti da fior fior di professori ed intellettuali Europei siano riusciti a creare un sistema così macroscopicamente errato (o magari è stato voluto? visto che si allude al controllo di banche di investimento nella policy di Europa Usa e affini) ? Non sarebbe forse il caso di ripartire da nuovi policy maker più vicini alla realtà comune, il "contadino",rispetto a pseudo intellettuali/studiosi, visti i risultati? Grazie e complimenti per il Suo libro. (P. Servidio)

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democrazia

Buonasera, professor Tremonti. Devo dire che ho apprezzato moltissimo il taglio del suo libro e ancora di più la presa di posizione ferma e controcorrente che con esso ha voluto esternare. Essendo io un convinto sostenitore della democrazia, credo che non sia la soluzione (appunto quella che ora stiamo percorrendo in Italia con il governo dei 'tecnici') 'curare i deficit pubblici con dosi di deficit di democrazia', come lei scrive. Vorrei quindi che questo sua analisi diventasse 'proposta', alternativa politica reale. Le chiedo quindi, perché non da' il via ad un nuovo movimento politico, che raccolga quanti la pensano come lei e vorrebbero battersi per cambiare il sistema? Con stima, E. Raveglia