Egr.sig. Tremonti, E' stato per me "singolare" incontrarla in un contesto come quello di "servizio pubblico" dove la guardavo dall'alto al basso, con lei che mi ascoltava in silenzio,chi l'avrebbe mai detto? Io, comune "mortale" che ogni giorno combatte con le banche che mi sfiancano a suon di interessi passivi grazie a quella "genialata" della commissione sull'accordato, io che non dormo di notte per gli attacchi di tachicardia mentre mi invento l'inventabile per riuscire a pagare in modo lecito quella marea di tasse (circa il 70%) che assicura il sostentamento del "poltronificio" italiano, io, piccola pulce di questo grande paese, ora sono qui' a chiedere a lei, un modo per continuare, perche' e' solo nel "continuare" che crediamo, ed e' per continuare che lottiamo ogni giorno. Attendo i suoi preziosi consigli per assicurare alla ns.azienda ed ai ns.collaboratori, un futuro dignitoso, perche' lavorare e' un dovere, ma lavorare con dignita' e' un diritto. Cordialmente A. Lattuada
LA RISPOSTA
Gentile Signora: grazie per la Sua lettera e per la Sua visione “dall’alto al basso”. Per quanto mi riguarda, ho sempre fatto quello che mi sembrava giusto per il mio Paese. Tanto cordialmente Giulio Tremonti