Giulio Tremonti



Dialogo con Giulio Tremonti

Crisi Economica

- Crisi Economica

valuta euro

E' noto quanto oggi l'Italia sia penalizzata da tassi ingiustificatamente troppo elevati rispetto ai propri "fondamentali" e dall'impossibilità di stampare moneta per riequilibrare la propria competitività o per abbattere il costo del debito pubblico. La Germania, invece, con l'euro ci sta guadagnando tantissimo, con tassi di rifinanziamento del proprio debito addirittura negativi e con le proprie esportazioni all'interno dell'area euro favorite, appunto, dalla valuta unica. Io NON sono assolutamente contrario all'euro, ma la valuta unica deve convenire a tutti altrimenti sarà inevitabile tornare ad avere una propria valuta nazionale, come ad esempio l'Inghilterra e la Norvegia. E' indispensabile, quindi, assegnare alla BCE la funzione di prestatore di ultima istanza come avviene negli Stati Uniti con la Federal Reserve e nel Regno Unito con la Bank of England. Ancora più utile e democratico (perché controllato dagli Stati e non dalle banche private) sarebbe poi assegnare allo ESM il potere di deliberare a maggioranza l'emissione di euro per acquistare direttamente sul mercato primario i titoli pubblici degli Stati virtuosi dell'Eurozona che, come l'Italia, vengono ingiustamente penalizzati dalla speculazione finanziaria nonostante abbiano l'avanzo primario (ossia le entrate statali superiori alle spese, esclusi gli interessi corrisposti sul debito pubblico). Se lo ESM deliberasse, ad esempio, l'emissione di 1000 miliardi di euro, i singoli paesi dell'Eurozona mediante le loro quote di controllo diventerebbero titolari (e NON debitori) rispettivamente di: 271 miliardi la Germania; 204 miliardi la Francia; 179 miliardi l'Italia; 119 miliardi la Spagna; 57 miliardi i Paesi Bassi; 35 miliardi il Belgio; 28 miliardi la Grecia; 28 miliardi l'Austria; 25 miliardi il Portogallo; 18 miliardi la Finlandia; 16 miliardi l'Irlanda ecc. Se finisse l'Euro, comunque, non potremmo tornare alle Lira col vecchio cambio 1 a 1936,27 perché a causa degli arrotondamenti rischieremmo una nuova speculazione sui prezzi. Dal punto di vista tecnico, invece, servirebbe una nuova valuta nazionale, il DOLLARO ITALIANO, al cambio iniziale 1 a 1 con l'Euro, ossia 1 ITD = 1 EUR (dove la sigla ITD starebbe appunto per "Italian Dollar"). Conseguentemente per legge tutti i vecchi contratti (a prescindere dalla loro natura) e tutti i vecchi prezzi fissati in Euro, verrebbero convertiti automaticamente nella nuova valuta al cambio 1 ITD = 1 EUR Ad esempio: uno stipendio di 1500 euro diventerebbe di 1500 dollari italiani; una pensione di 1000 euro diventerebbe di 1000 dollari italiani; un canone di locazione di 900 euro diventerebbe di 900 dollari italiani; un mutuo di 200.000 euro diventerebbe di 200.000 dollari italiani; un abbonamento telefonico mensile di 9 euro diventerebbe di 9 dollari italiani; un abbonamento mensile alla PayTV di 19 euro diventerebbe di 19 dollari italiani; un immobile in costruzione da contratto preliminare di 300.000 euro diventerebbe di 300.000 dollari italiani; il canone RAI di 112 euro diventerebbe di 112 dollari italiani; il saldo di un conto corrente di 50.000 euro diventerebbe di 50.000 dollari italiani; un credito in BOT di 20.000 euro diventerebbe di 20.000 dollari italiani e così via. Ovviamente questa nuova valuta nazionale verrebbe emessa da una Banca Centrale controllata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e non da una banca centrale controllata da privati, così finalmente non avremmo più il problema del debito pubblico e della sovranità monetaria. (GIAN LUCA TURNATURI)

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sacrifici e spread

Gentile Prof. Tremonti, Nonostante i sacrifici fatti e le riforme attuate tutto stagna e lo spreed ci assale come prima e più di prima. Fra un pò si riandrà alle elezioni. Mi piacerebbe che Lei si confrontasse in un dibattito televisivo con il Prof. Monti. Siete tutti e due persone molto serie, pacate e molto educate...e discuteste, non sul passato, ma su cosa possiamo ancora fare per la nostra Italia. Sono sicuro che salterà fuori un qualcosa di interessante. Al popolo italiano farà molto piacere sentire due illustre competenze che si esprimeranno sicuramente in maniera costruttiva. Le porgo i miei più cordiali saluti. (Italo Antinori)

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due parti

1' parte Egregio prof Tremonti, ho letto il suo libro (e anche il precedente). In realtà, riletto in questi giorni con il riacutizzarsi della crisi. Mi interessa il suo punto di vista per due motivi: 1. Spesso ho trovato che desse forma, in maniera strutturata, alle mie idee disordinate; 2. Perché Lei è stato (è) parte integrante della nomeklatura e quindi, soprattutto da ciò che scrive, si possono desumere molte informazioni (un libro nel libro). Ciò premesso Le vorrei chiedere qual è il contributo che il cittadino (consapevole di ciò che Lei spiega, stanco, assuefatto e anche offeso da questa politica nana e populista, retorica e demagogica, asfittica, ignorante e presuntuosa, corrotta e collusa) può dare. Non è utile non votare. Ma non è utile neanche votare. E' necessario una rifondazione (".serve uno shock. . come. le rivoluzioni - queste per la verità mai da escludere-") etica, civile e poi politica (ne conseguirebbe quella economica e finanziaria). fine 1' parte 2' parte Credo che anche la soluzione alla crisi dell'euro (e forse della crisi tout court) possa partire da un singolo stato a patto che questo sappia esprimere una leadership ("democratica") chiara, coraggiosa, onesta intellettualmente (e moralmente),in grado di rivolgersi ad un elettorato adulto (con la A maiuscola); intorno alla quale aggregarsi. Uno stato così sarebbe una biglia d'acciaio in un campo di birilli. Sarebbe in grado di sparigliare la "partita" e avrebbe anche la maturità ( e credo, anche le energie) di assumersene i rischi. Mi scusi per la divagazione. Torno alla domanda. Cosa possono fare i tanti cittadini Adulti in questo deserto politico? Grazie anticipatamente per il gradito riscontro Cosimo Screti

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partito o movimento

Ho fatto un breve viaggio in Croazia e Slovenia. Le auto sono quasi tutte di fabbricazione tedesca o francese, pochissime italiane (anche fra quelle targate Italia). I nostri operai stanno a casa mentre diamo lavoro e paghiamo interessi da strozzini a chi ci chiama pigs. Eravamo la quinta o sesta potenza industriale del mondo. Abbiamo dato fastidio? Vogliono distruggere le nostre fabbriche? Il volume del nostro debito pubblico, che pur non è trascurabile, ora è una scusa bella e buona per creare disistima intorno a noi. Dobbiamo continuare a farci scannare come agnellini o tirar fuori le palle? Uscire dall'euro? Farci valere, se non altro, come massa di consumatori? Creare un'area protetta di produzione e scambio del Sud Europa (con vincoli doganali e incentivi)? La stimo e vorrei che lei si alleasse con altri (magari di montagna) per fondare un partito o un movimento. C Buffa