Giulio Tremonti



 - Crisi Economica

1' parte Egregio prof Tremonti, ho letto il suo libro (e anche il precedente). In realtà, riletto in questi giorni con il riacutizzarsi della crisi. Mi interessa il suo punto di vista per due motivi: 1. Spesso ho trovato che desse forma, in maniera strutturata, alle mie idee disordinate; 2. Perché Lei è stato (è) parte integrante della nomeklatura e quindi, soprattutto da ciò che scrive, si possono desumere molte informazioni (un libro nel libro). Ciò premesso Le vorrei chiedere qual è il contributo che il cittadino (consapevole di ciò che Lei spiega, stanco, assuefatto e anche offeso da questa politica nana e populista, retorica e demagogica, asfittica, ignorante e presuntuosa, corrotta e collusa) può dare. Non è utile non votare. Ma non è utile neanche votare. E' necessario una rifondazione (".serve uno shock. . come. le rivoluzioni - queste per la verità mai da escludere-") etica, civile e poi politica (ne conseguirebbe quella economica e finanziaria). fine 1' parte 2' parte Credo che anche la soluzione alla crisi dell'euro (e forse della crisi tout court) possa partire da un singolo stato a patto che questo sappia esprimere una leadership ("democratica") chiara, coraggiosa, onesta intellettualmente (e moralmente),in grado di rivolgersi ad un elettorato adulto (con la A maiuscola); intorno alla quale aggregarsi. Uno stato così sarebbe una biglia d'acciaio in un campo di birilli. Sarebbe in grado di sparigliare la "partita" e avrebbe anche la maturità ( e credo, anche le energie) di assumersene i rischi. Mi scusi per la divagazione. Torno alla domanda. Cosa possono fare i tanti cittadini Adulti in questo deserto politico? Grazie anticipatamente per il gradito riscontro Cosimo Screti

LA RISPOSTA

Caro Screti: grazie per la Sua lettera. Vedo una crescente coscienza popolare contro l’eccesso di potere della finanza. Questa si trasformerà in voto popolare e questa è l’uscita di sicurezza! Tanto cordialmente, Giulio Tremonti