Case, Iva fuori controllo
"Il decreto legge introduce una forma di prelievo fiscale sostanzialmente patrimoniale e retroattiva. Una forma di imposizione che insiste, demolendolo, su di un intero compatto dell'economia. Esattamente l'opposto di una manovra per rilanciare l'economia".
«Il decreto legge introduce una forma di prelievo fiscale sostanzialmente patrimoniale e retroattiva. Una forma di imposizione che insiste, demolendolo, su di un intero compatto dell'economia. Esattamente l'opposto di una manovra per rilanciare l'economia. Varata dal Governo, forse senza piena consapevolezza, la nuova normativa Iva sugli immobili può essere corretta anche con il supporto dell'opposizione sempre che il Governo non si chiuda e non rifiuti il dialogo». Giulio Tremonti non ama tornare sulle materie specifiche che sono state nella sua competenza come ministro dell'Economia. Ha ormai un profilo politico più generale, ma fa un'eccezione per «Il Sole-24 Ore», proprio per la rilevanza che sta assumendo la questione del nuovo regime fiscale per un settore così importante per l'economia come è quello immobiliare.
Professor Tremonti, che interpretazione dà dell'intervento del Governo?
“Ho trovato molto garbato il modo con cui «Il Sole-24 Ore» lo ha trattato, parlando di «effetti collaterali e, probabilinente, indesiderati». E stato centrato il punto politico essenziale. Anche con un certo understatement. Mi permetto di formulare due rilievi. Primo rilievo: il legislatore ha introdotto una norma ad hoc sulla tempistica della correzione pro-rata dell'Iva. Dunque, chi ha scritto la norma ne conosce gli effetti. Secondo rilievo: il legislatore non ha esplicitato il conseguente effetto sul gettito fiscale. La manovra netta é stata, infatti, cifrata solo intorno allo 0,1% del Pil In realtà... le stime che stanno emergendo evidenziano un effetto di dimensione macroeconomica”.
Quali sono questi effetti?
“Due ulteriori riflessioni. Prima riflessione: l'entità del prelievo patrimoniale è abnorme. L'effetto non sarà un incremento del gettito ma delle procedure concorsuali. Le imprese colpite in questo modo non porteranno più soldi al Fisco ma i libri in tribunale. Seconda riflessione: per quanto sia enorme il maggior gettito — ammesso che ci sia — a fini di contabilità europea sarebbe un gettito una tantum e dunque non valido per la riduzione dell’indebitamento netto dell' Italia”.
E quali gli effetti eollaterali?
“Primo effetto collaterale: il decreto legge, prima ancora di produrre effetti di gettito, ha prodotto una caduta dei titoli quotati in Borsa. Secondo effetto collaterale: la caduta di credibilità del sistema Italia sui mercati internazionali. Terzo effetto collaterale: il blocco del mercato immobiliare interno. Anche perché questa norma si combina con la nuova normativa sulle transazioni immobiliari private. Il privato che compra un appartamento deve mettere in conto di essere -schedato e accertato anche se non ha intenzione di evadere. Il contributo alla domanda interna e al Pil sarà più positivo che negativo”.
Ma qual è la ratio di questa scelta?
“Credo che sulla ragione economica generale abbia avuto la prevalenza una ragione esclusivamente fiscale. Credo che questa sfasatura abbia fatto perdere o rischi di far perdere di vista un punto essenziale. Le farò una citazione che risale a un vecchio ministro delle Finanze francese: «Le pecore si tosano e non si scannano»”.
La correzione è stata giustificata richiamando la lotta all'evasione. L'indicazione è giustificata?
“Non credo che la modifica del pro rata Iva per gli operatori istituzionali possa trovare una giustificazione in termini di lotta all'evasione”.
È possibile trovare una soluzione alternativa?
“Chi ha scritto la norma sapeva che cosa faceva, tanto sul piano tecnico-normativo quanto sul piano economico generale. Non so se lo stesso grado di consapevolezza era diffuso all'interno del del Consiglio dei ministri. Adesso siamo in sede parlamentare e volendo c'è spazio per una discussione più ampia. E, se posso aggiungere, anche più responsabile. Una prima ipotesi di soluzione potrebbe essere la soppressione di questa normativa: l'analisi costi-benefici può supportare questa scelta. In alternativa si potrebbe ipotizzare l'applicazione del modello più diffusa in Europa in ordine alle casistiche di variazione di regime Iva-non Iva. Un sistema che è in vigore, per esempio. in Germania dove opera un meccanismo di opzioni che consente l'alternativa fisiologica fra Iva e altre forme di imposizione indiretta. Questo modello può costituire una valida base di lavoro”.
Ma qual è l'atteggiamento dell'opposizione?
“I limiti di questa "maggioranza" impongono al Governo il ricorso sistematico alla coppia decreto legge-fiducia. Questo riduce tanto lo spazio della discussione parlamentare quanto lo spazio dell'opposizione. L'opposizione sarà naturalmente disposta al dialogo e alla responsabilità”.