Giulio Tremonti



 - Per proseguire il dialogo

Caro Professore, pochi giorni fà riflettevo su come i ns concittadini non percepiscano più la propria appartenenza alla Nazione, su come si sentano scoraggiati ed abbandonati al proprio destino. La notizia degli 8 mln di poveri data dall'istat, le notizie sullo Spread come divulgate dai media, l'immagine di un'Europa (e di un'Italia) asservita ai dettami della Merkel, l'inesperienza degli attuali governanti, stanno affossando ulteriormente le ultime speranze di ripresa. I volti delle persone che incontro per strada, degli amici, dei colleghi sono cinerei e preoccupati, intimoriti e spenti, e la cosa mi preoccupa non poco. Penso si debba (dobbiamo) far sì che ognuno si riappropri della propria posizione, che capisca il fondamentale ruolo che gli appartiene nel sistema Italia. Io ho sempre visto la Nazione come una torre propendente al cielo, ogni generazione poggia la propria base sulle colonne della precedente, oggi quelle colonne non sorreggono più e ben sappiamo che se anche una sola non fà il proprio dovere le altre cadranno come un domino. Penso sia ora di lavorare per ristabilire il sentimento fondante dello Stato, ogni cittadino è parte fondamentale della Nazione ed in quanto tale deve impegnarsi per la sua crescita, pezzo per pezzo, categoria per categoria, madri, padri, lavoratori, studenti, amministratori, ognuno deve contribuire e per farlo deve sentirsi protetto e deve poter svolgere le sue mansioni in un ambiente socialente giusto. Crede sia possibile, creare una nuova generazione di amministratori in grado di adempiere a questo compito, ovvero, a ristabilire il clima necessario a far ripartire l'Italia? come sempre, a disposizione, con Stima Simone (Simone Angelucci)

LA RISPOSTA

Caro Angelucci: le Sue considerazioni sono molto serie, molto amare. Tuttavia, mai essere del tutto negativi e pessimisti. Come insegna la storia, le crisi economiche, sociali, morali, etc. hanno sempre termine. Tanto cordialmente, Giulio Tremonti