Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Panorama

Creiamo ricchezza a costo zero

Avremo case più ampie, moderne ed efficienti senza che lo Stato tiri fuori un euro. Il ministro Tremonti spiega perché questa è una riforma modello per rilanciare l'economia. Intervista di Renzo Rosati.

"Il presidente del Consiglio, illustrando il piano casa a una delegazione qualificata di piccoli e medi imprenditori invitata a Palazzo Chigi, prese in prestito, come spesso fa, un modo di dire diffuso in Francia: 'Quand le bâtiment va, tout va'. Quando si costruisce, tutto va bene. Uno dei nostri interlocutori, un dirigente, gli rispose: 'Presidente, io non parlo il lombardo come lei, però mi sembra in effetti un’idea fantastica". Oggi Giulio Tremonti ci scherza su, eppure riconosce che portare a casa questo risultato, per il governo, non è stata una passeggiata: "Abbiamo un assetto istituzionale che assegna alle regioni le competenze sull’edilizia, e poi frammentazioni di ogni tipo. Tra quando si è annunciato il piano e oggi che sta sulla rampa di lancio poteva anche esserci un calo di impegno e tensione politica, soprattutto disaffezione e disinteresse crescenti tra la gente. Per fortuna non è andata così".

Il ministro dell’Economia ha un ruolo di primo piano nella partita ma attribuisce a Silvio Berlusconi l’idea e la forza persuasiva: "A noi ministri disse subito che bisognava usare il mattone come motore della ripresa economica. E non si è stancato di ripeterlo a tutti gli industriali e sindacalisti che incontra a Palazzo Chigi".

Qualcuno vi ha criticato: libro dei sogni, Stato muratore anni Settanta, per non parlare delle accuse di scempio ambientale...

Ma via... Questa è l’esatto modello della riforma a costo zero fatta rimuovendo blocchi e burocrazia. È così che si creano insieme patrimonio e ricchezza diffusi.

Che cosa vi aspettate come ritorno?

Riforma a costo zero, ma appunto non a effetto zero. Il patrimonio edilizio nazionale, dove è previsto e per chi lo vorrà, aumenterà del 20-30 per cento. Poi bisogna aggiungere il valore della riqualificazione della proprietà, che migliora come standard abitativi, energetici e ambientali. Insomma, case più ampie, moderne ed efficienti.

Quanti posti di lavoro? Le cifre ballano: la Confartigianato parla di 100 mila, l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre li stima addirittura in 745 mila, per un giro di 80 miliardi.

Ci sarà un incremento diffuso della produzione. Perché in questo settore l’effetto moltiplicatore è notevole e tutto interno: Italia su Italia. Per il 98 per cento le imprese del settore sono infatti nazionali, quasi tutte piccole e medie, e il loro indotto è diffusissimo: installatori di impianti elettrici, idraulici, progettisti. Certo, anche con gli incentivi sull’auto abbiamo avuto buoni risultati, ma solo tre auto su dieci sono italiane, anche se c’è un effetto di ritorno, perché molte case straniere spero si servano di subfornitori nostri.

La casa è un pallino del centrodestra. Primo consiglio dei ministri, via l’Ici. Quei soldi potevano servire in tempo di crisi...

Guardi, noi le tasse sulla casa le togliamo, non le mettiamo. E questo perché la casa è da sempre al centro della nostra visione politica, la visione della società di proprietari. Una visione in cui la casa è la proprietà primaria. Se hai la casa, hai anche una percezione diversa della società, della vita, della famiglia.

La casa come grande paracadute sociale, assieme al risparmio?

Di certo la casa di proprietà è l’opposto del mondo dei subprime, dove prima ti illudono con i plusvalori inventati per spingerti a consumare a debito e poi la casa te la portano via. La casa di proprietà possiamo considerarla anche una forma di sicurezza sociale, un patto fra generazioni. Di certo non la vediamo come una rendita. Altri lo fanno, noi no.


Carlo De Benedetti propone una patrimoniale per finanziare sgravi fiscali su stipendi e imprese. Patrimoniale che dovrebbe includere anche le seconde abitazioni.

Ho appena detto che noi le tasse sulla casa le togliamo, non le mettiamo. La fase due riguarda la costruzione di nuove abitazioni per giovani e meno abbienti. È quello che è iniziato con l’"housing sociale". La mano pubblica sta partecipando attraverso la Cassa depositi e prestiti. Partecipano anche le fondazioni bancarie. E quindi avremo un’altra riforma a minimo costo ed elevatissimo ritorno.

La famosa economia sociale di mercato, a cui avrebbe invece dovuto provvedere la sinistra?

Grandi formule politiche a parte, è il proseguimento lineare di una strategia iniziata con il precedente nostro governo, con la legge "padroni a casa propria". Una strategia che è proseguita con l’eliminazione dell’Ici, l’aiuto sui mutui, la conferma degli incentivi per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. Ora arriva un piano che ha l’ambizione di permettere, per quanti più italiani possibile, una casa più ampia, migliore, di maggior valore. E di togliere, mai mettere, tasse e burocrazia.