Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Corriere della Sera

Tremonti: "un affaire da fine Repubblica. Il governo Prodi distrugge le istituzioni. La via d' uscita? Un esecutivo elettorale"

Giusto l'appello del capo dello Stato: maggioranza e opposizione dovrebbero collaborare sulle grandi questioni. Ma un conto è lottizzare le Poste, un conto lottizzare le polizie. L'ipotesi Marini? Credo che sarà lui stesso a dire di no.

ROMA - «Venerdì, mentre a Roma ci si occupava dell' "affaire finanza" io ero a Trento al Festival dell' economia dove ho parlato davanti a una platea vastissima di giovani. E la mia impressione è stata che mentre a Roma, sul governo, un sole malato annunciava l' autunno della Repubblica, dai giovani venuti a Trento venisse un grande impegno e una grande passione per la politica e non per l' antipolitica. L' affaire finanza è solo un punto sulla linea di crisi delle nostre istituzioni». Giulio Tremonti, vicepresidente di Forza Italia ed ex ministro dell' Economia e delle Finanze parla della destituzione del comandante della guardia di Finanza, Roberto Speciale, in seguito allo scontro col viceministro, Vincenzo Visco, come di un "affaire" per marcare che il caso va molto al di là delle persone coinvolte. Perché il centrodestra parla di «emergenza democratica»? «L' affaire finanza concentra e sprigiona una specie di "tempesta perfetta" e questa prefigura l' autunno della Repubblica. I governi in democrazia sono di tre tipi. Quelli che creano le istituzioni, che formano capitale istituzionale; quelli che le conservano; quelli che le distruggono. Il governo Prodi è un governo del terzo tipo, che consuma le istituzioni, che vive per consumarle. Che le consuma perché vive». E il vostro governo di che tipo era? «Onestamente, è stato un governo di secondo tipo. Avrebbe potuto essere del primo se avesse potuto andare avanti col federalismo». Torniamo a oggi. Che vuol dire «tempesta perfetta»? «Perfetta per come è iniziata e per come è finita, anzi per come non è finita. Perché siamo solo all' inizio». Secondo governo e maggioranza il caso è chiuso con la nomina del generale Cosimo D' Arrigo al posto di Speciale e il ritorno delle deleghe sulla guardia di Finanza al ministro dell' Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. «Con le decisioni prese dal governo non c' è stato il principio della fine di una crisi, ma la fine dei principi su cui si regge una Repubblica. La tempesta è "perfetta" perché sale dal personale al generale, perché passa dal governo al Parlamento, perché l' affaire non si chiude con la conclusione dell' istruttoria penale. Perché in ogni caso si apre una grande questione civile. Ed è su questa che rivolgo un appello anche alla sinistra e alla parte migliore del Paese a riflettere». Quale sarebbe la grande questione civile? «Vogliamo vivere in un Paese in cui la polizia dipende dalla politica? In cui le forze dell' ordine, e quindi non solo la guardia di Finanza, ma i carabinieri, la polizia, perdono la loro struttura istituzionale basata sulla propria autonomia funzionale per diventare organi alle dirette dipendenze dell' esecutivo? O preferiamo difendere l' assetto civile della Repubblica, che ha contenuto le funzioni di governo nell' indirizzo generale ai corpi di polizia, lasciando a questi il potere e il dovere di ordinarsi nel rispetto della legge e non sotto il comando della politica?» Il governo dice che si era creata una situazione insostenibile nei rapporti tra il comandante Speciale e il viceministro Visco. «Nell' affaire ci sono due essenziali criticità. La prima è che la delega al viceministro è stata data fuori legge. La seconda è che - ministro o viceministro che sia - la legge esclude interventi della politica all' interno del corpo militare. La legge sulla guardia di Finanza dice che la politica può dirigere dall' esterno l' azione del corpo: contrasto alla grande evasione, alla criminalità organizzata, all' abusivismo, alle basi finanziarie del terrorismo, eccetera, ma esclude che la politica possa entrare all' interno della struttura militare e di polizia». C' è un' inchiesta in corso. Forse conviene aspettare. «Separiamo il piano penale dal piano politico. Se la magistratura accertasse che non ci sono stati reati e se, proprio per questo e solo per questo, le deleghe fossero restituite al viceministro, per via giudiziaria si introdurrebbe un principio politico devastante: che la politica può entrare in un corpo di polizia. La guardia di Finanza è solidissima, ma non conta quello che è all' interno, ma quello che tanti comincerebbero a pensare, cioè che un' ispezione te la manda la politica. Lo stesso a valere per le altre forze dell' ordine. È così che si consumano le istituzioni». Il generale Speciale fu scelto proprio da lei nel 2003. Il centro sinistra dice che si era creato un centro di potere. «Una notiziona! Finora non se ne sono accorte la magistratura, la stampa, i cittadini». Perché accusate Prodi di mentire? «In luglio Prodi, in Parlamento, ha detto: nessun problema. Da luglio a oggi non è successo niente di nuovo. È successa solo una cosa: è emersa la verità sui fatti. È scoppiato l' affaire. Delle due l' una. O Prodi è stato imbrogliato dal suo governo o ha cercato di imbrogliare il Parlamento. Imbrogliato o imbroglione, il cumulo delle cariche non è vietato. Non solo. Il governo continua a suicidarsi in diretta». Perché? «Se il comandante della Guardia di Finanza ha fatto male non lo mandi alla Corte dei Conti, come ha deciso Prodi. Se invece ce lo mandi, significa che non ha fatto male, ma allora non lo rimuovi». Il presidente di An, Gianfranco Fini, dice che il governo ha fatto una «porcata». Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, replica che l' esecutivo dimostrerà in Parlamento di aver tenuto un comportamento «limpido». «La mia impressione è che siamo a una grande svolta politica. Finirà col governo Prodi una fase della Repubblica. Non c' è un vuoto di potere, ma il vuoto al potere». Nel centrodestra c' è chi già annuncia che mercoledì chiederete non solo le dimissioni di Visco, ma di tutto il governo. «Dimissioni? Non solo per questo affaire! Io veramente non riesco più a capire per quale ragione Prodi vuole restare». Tutti i governi cercano di rimanere in sella il più possibile. «Non è vero, la nostra storia è fatta anche da governi che, a un certo punto, responsabilmente si sono dimessi». Nel centrodestra c' è chi chiede le elezioni anticipate? Lei è d' accordo? «Più un governo è debole più fa politica malata. L' affaire finanza è un sintomo, non è il primo e non sarà l' ultimo. La cura si chiama elezioni». Ma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appena invitato maggioranza e opposizione a collaborare almeno su alcune grandi questioni. «È un appello giusto. Il primo campo di applicazione dovrebbe essere questo. Un conto è lottizzare le poste, un conto è lottizzare le polizie». I più concordano sul fatto che bisognerebbe almeno cambiare la legge elettorale. Lei pensa a un governo istituzionale che faccia questo e poi convochi le elezioni? «Non lo chiamerei un governo istituzionale, ma un governo elettorale». È un no all' ipotesi di un governo guidato dal presidente del Senato, Franco Marini? «Credo che sarà Marini a dire di no».