Tremonti: La manovra? Esagerata. Basterebbero misure per 15 miliardi
Come mai se tutto andava bene ora le agenzie di rating ci bocciano?
«La valutazione negativa viene dai mercati, da Londra. Se io fossi a Londra direi "my country. Giusto o sbagliato è il mio Paese". Farei una valutazione oggettiva, inclusa la considerazione che le agenzie di rating non fanno politica. I conti italiani vanno meglio di quanto detto in campagna elettorale. L' economia italiana è in ripresa, i conti pubblici non sono allo sfascio. Conteggiare i risparmi di spesa prima di farli, e quindi teorici, è sbagliato. Tutto il resto sono troppe tasse che deprimono l' economia». Rifarebbe tutti i condoni che ha fatto? «Se l' economia non va bene, non si può dire a un pensionato o a un ammalato che non si possono dare le prestazioni perché il Pil non va bene. Se uno mi spiegasse dove e come era possibile trovare quei soldi, mi aiuterebbe a vedere meglio i termini del problema. Credo che i condoni siano stati necessari in quel momento, non li avrei fatti ma sono stato costretto a farli ». Si sente di dare un consiglio al suo successore Padoa-Schioppa? «È partito dicendo che siamo allo sfascio come nel 1992. Ha annunciato una Finanziaria da 35 miliardi, poi è sceso a 30, poi è risalito di nuovo a 35, adesso è a 40. Se uno va a vedere dentro il provvedimento, nota che quanto è necessario per mettere a posto i conti è 15 miliardi di euro. Lo dice il governo, non lo dico io». Lei definì gli economisti di lavoce.info una setta di Scientology. Conferma quel giudizio ora che criticano anche il nuovo governo? «Loro sono professori di economia, io di diritto. Alla base di quel giudizio c' era che, secondo me, sono poco attenti a certi fatti sostanziali e materiali che sono la fattibilità politica delle cose. Con noi sono stati particolarmente critici, adesso mi sembrano giustamente critici». Chi dei politici dello schieramento di Prodi ha la sua stima umana e politica e perché? «Facciamo come diceva Umberto Eco riferendosi a Mike Bongiorno: distinguiamo la persona dal personaggio. Nel governo ci sono molte persone di qualità, ma nel suo insieme nessuno dei personaggi che compongono il governo incontra la mia stima». Quello tra governo e Confindustria più che un accordo sul Tfr mi sembra un inciucio. «Non so se il Tfr è dei lavoratori - penso di sì - o pro tempore degli imprenditori. So però una cosa: il Tfr non è del governo. Il governo ha cercato di mettere le mani sul Tfr. Adesso per un uguale importo ci mette sopra le mani partendo da 50 addetti. Ciò vuole dire che un' azienda con 49 addetti non assumerà più nessuno in Italia, lo assumerà in Romania o comprerà una macchina ruba-lavoro». Come fa una destra che si dice liberista a bocciare le misure del decreto Bersani? Non è populismo e difesa del particolarismo? «Guardiamo il sistema bancario, guardiamo quello che sta succedendo dopo la fine del vecchio meccanismo della Banca d' Italia: in tre mesi ci sono due grandi fusioni. Questo è il mercato e questo è utile per i cittadini. Sono a favore delle liberalizzazioni, ma per questo credo che debbano essere fatte bene ». Anche voi in passato avete fatto ampio ricorso alla fiducia sulla Finanziaria: otto volte. Perché oggi vi scandalizzate? «Quello della fiducia è un meccanismo che non condanno. Quello che trovo strano è che negli anni scorsi è stata la sinistra a dire che era una pratica fuori dalla democrazia ». Ha un buon rapporto con D' Alema? «Per quanto è possibile avere un buon rapporto con D' Alema, penso di sì». Chi è il vero tessitore delle politiche economiche, Visco o Padoa-Schioppa? «La politica fiscale, oggettivamente, è fatta dal viceministro dell' Economia ed è assolutamente sbagliata. Ha fallito e fallirà ancora».