Se vinco, li chiudo a chiave
Si è preso del «delinquente», sia pure «politico» dal leader dell'Unione Romano Prodi, ma Giulio Tremonti sembra non scomporsi troppo. E, anzi, continua a punzecchiare gli avversari sulla tassazione delle rendite finanziarie. Così spiega il ministro dell'economia in un'intervista alle tv del gruppo Class che andrà in onda oggi sul canale 505 di Sky (Class-Cnbc) alle ore 10 e 12 minuti. E domani alle ore 9,55.
Una lunga confessione che parte dalle ferite di questi anni al governo, dalla impossibilità di varare la riforma fiscale pensata nel 2001, alle traversie personali al ministero dell'economia. «È stata molto dura», spiega Tremonti, «noi abbiamo il terzo debito pubblico del mondo, ma non siamo la terza economia del mondo. Adesso ci sono specialisti che girano con i numerelli, lo 0,4 di sopra, di sotto. Ma in questi anni in Europa non c'è ancora un paese felice. In Germania, che dipingono come il posto migliore del mondo, hanno dovuto fare una grande coalizione, Parigi brucia, questo significa che non c'è una ricetta magica, una formula politica miracolosa. Sono stati anni duri, a cominciare dai conti pubblici che abbiamo trovato nel 2001, nei quali (lo disse la commissione Prodi) c’era un deficit eccessivo. E da allora è stata sempre dura. Poi mi sono dovuto occupare della riforma delle pensioni, che esulava dai temi del mio ministero ma mi ha impegnato moltissimo e che è considerata la migliore riforma delle pensioni d'Europa. Ero convinto di essermela cavata, poi sono tornato a fare il ministro dell'economia, e stavo molto meglio a fare solo il vicepresidente del consiglio, senza altre deleghe...»
Domanda. Ha citato la Germania, e ci sono forse delle similitudini con quello che sta accadendo ora in Italia. Anche li c’era una coalizione che sembrava in netto antaggio, poi ha pasticciato un po' con le tasse e il risultato è stato il pareggio, tant'è che si è arrivati alla Grosse coalition. Può accadere anche in Italia?
Risposta. Che le campagne elettorali iniziano in un modo e finiscono in un altro ce l'ha già detto la Germania anche l'altra volta, quando i socialisti erano destinati a perdere e poi hanno vinto. I sondaggi li davano tutti perdenti ma poi sono stati smentiti. Questa volta, grazie ai pasticci degli altri sulle tasse i socialisti hanno quasi vinto. Che poi in realtà non ha vinto nessuno, ha vinto la paura e si sono messi insieme...
D. Come mai il centrosinistra ha commesso l'errore strategico sulle tasse a un passo dalla fine della campagna?
R. Io sono stato abbastanza colpito. Oggi in una trasmissione ho sentito una persona moderata come l'onorevole Enrico Letta dire a proposito della tassa sulle successioni: la rivedremo, prima c’era una franchigia di 180 mila euro, ora dobbiamo decidere da che livello partire, ma la tassa la dobbiamo reintrodurre non per fare gettito, che non ne viene, ma per fare giustizia, perché il figlio di un professionista ha più chances nella vita del figlio di un altro. Significa che per la sinistra la grande fortuna ce l'ha un geometra, un veterinario, un architetto. Essere di ceto medio per la sinistra significa già avere fortuna. Devi colpire il patrimonio per fare giustizia e più basso è meglio, perché l'obiettivo è livellare.
D. Nei pro grammi elettorali si mette l'accento soprattutto su quel che si dà, non su quel che si toglie. Anche voi sie te stati molto vaghi... Parla te di graduale riduzione... Il termine graduale è quello che ricorre di più nel vostro programma...
R. È la cosa più seria da fare. Se gli italiani, come è successo a Forza Italia in questi anni, ti danno milioni di voti, non puoi pensare di avere di fronte degli stupidi. Vale anche per i grandi partiti della sinistra. Allora di fronte ad un elettorato del genere puoi scrivere quello che vuoi nei programmi ma devi proporre cose serie. E nel nostro programma c'è scritto che il giorno dopo le elezioni bisogna chiudersi dentro una stanza, governo, regioni, province e comuni e non se ne esce senza un accordo sull'attivo, sul passivo e sui poteri fiscali. Non puoi andare avanti con una provincia di Milano che di colpo compra un autostrada, scalando il comune, per avere lei la maggioranza, che aveva già insieme al comune...
D. Scusi, ma perché in cinque anni questo accordo non l'avete fatto voi? Poi, gli elettori potrebbero pensare che un'intesa del genere è più facile da raggiungere per il centro-sinistra grazie alle maggioranze locali più omogenee al governo centrale.
R. Intanto, nel loro programma una cosa del genere non c'è. Prodi non ne parla e la loro logica è diversa. Nel loro programma trova la tassa sul lavoro.
D. Ma se vogliono ridurre il cuneo fiscale...
R. Nel loro programma c'è di tutto, vogliono eliminare la riforma delle pensioni, indicizzare, tornare alla Dini, chi sa che cosa ne pensa Moody’s? Il cuneo, il costo improprio del lavoro, abbiamo cominciato a ridurlo noi, con la Finanziaria, di un punto e vogliamo andare avanti, ma sappiamo che trovare di colpo 10 miliardi, come ha detto Prodi al convegno della Confindustria, non è semplice. Adesso polemizza, ma insomma non è che abbiamo tirato fuori un documento segreto della sinistra o lo abbiamo fabbricato, o agitato un falso. Mi sono semplicemente limitato a sentire che cosa ha detto e fare due conti.
D. Che dicono i conti?
R. Prodi dice di voler tagliare 5 punti di cuneo, quindi dal 32% vuole scendere al 27. Costa 10 miliardi. Come lo finanzi? Lui dice tassando il risparmio, va beh, parla di attivi finanziari, da una parte riduce dall'altra aumenta, l'effetto finale sono 2 miliardi e mezzo. Il problema è che se tagli di colpo 10 miliardi devi coprirli di colpo e per farlo c'è solo un modo: tassare i Bot retroattivamente, tutto lo stock. Gli altri, per almeno 506 miliardi, intendono raccoglierli aumentando la contribuzione sul lavoro non fisso, che vuol dire co.co.co., contratti a progetto, artigiani, commercianti, agricoltori.
D. Quando lei ha sostenuto questa tesi, si è sentito rispondere che lei è un delinquente politico.
R. Mi sono limitato a fare due conti. Treu che è l'ispiratore della politica sul lavoro di Prodi, stato suo ministro, scrive e dice che aumentare i contributi sull'apprendistato ci darà due miliardi. A Prodi ne servono 7,5. Io ho detto: se l'aumento al 23% dei contributi sull'apprendistato porta 2 miliardi per ottenere 7,5 allora l'aliquota può salire su al 26% su tutto. Manco se aumenti al 25% le aliquote che adesso sono al 18%, ossia neanche se ammazzi il lavoro autonomo tiri su 7,5 miliardi...
D. Frasi come delinquente politico ci stanno in una campagna elettorale ?
R. Non voglio tornare sopra la questione. D'altra parte Fassino ha passato il tempo dicendo che in questo go verno un uomo ha sfasciato l'economia del paese. L'economia dell'Italia è fatta da 57 milioni di persone ed un uomo per quanto possa essere forte non sfascia l'economia del paese...
D. Gli italiani si sentono più poveri di cinque anni fa?
R. Io nei comizi dico che sono stati anni difficili e sono tempi difficili in tutta Europa. Ci sono problemi ovunque. In Germania le cose vanno così, bene che nell'interesse di quel paese hanno dovuto mettersi insieme destra e sinistra. In Francia ci sono scioperi ed incendi. La nostra economia in questi anni ha avuto problemi. Primo, siamo passati di colpo dalla svalutazione competitiva alla supervalutazione del cambio. In due anni le nostre imprese sono state costrette ad un cambiamento bestiale. Le nostre famiglie facevano la spesa con gli interessi sui Bot e sui Cct: in un anno potevano cambiarsi il frigorifero o farsi un piccolo viaggio. Siamo passati di colpo da alti interessi a zero. Il cambio dalla lira all'euro è stato un colpo in tutta Europa. Quando dico queste cose vengo considerato matto. Ma ci sarà una ragione se su due cittadini in Europa uno dice: no, non ci credo più. Il parlamento europeo in ottobre ha chiesto la banconota da un euro. L'avevo chiesta tre anni fa...
D. In questa situazione perché lei non ha iniziato la riforma fiscale dai redditi alti per rilanciare i consumi?
R. Si poteva fare in un mondo diverso. Non si poteva fare in Europa, quando i conti che abbiamo trovato erano considerati sfondati proprio dall'Europa. La commissione Prodi ci ha detto già nel 2001 che eravamo in deficit eccessivo. Questo ci ha impedito di fare una politica diversa da quella di pura conservazione del sociale, anzi sul sociale (pensioni, sanità) abbiamo speso molto. In Europa con un un grande debito ed un grande deficit non è possibile fare una manovra alla Ronald Reagan.
D. Però siete intervenuti sulla no tax area...
R. Allora le dirò quel che penso. O la riforma fiscale si faceva tutta di colpo o era solo un sussidio. Alla fine quella non è stata una riforma fiscale nel senso liberale del termine. E stata la riduzione delle imposte su alcuni ceti sociali in contropartita di un contratto: il Patto per l'Italia che superava i contrasti sociali violentissimi che hanno fatto seguito all'introduzione della legge Biagi. Occorreva pacificare il paese. Se uno guarda quante ore di sciopero sono state fatte in questi anni senza cause di contratto aziendale, è una cosa spaventosa. Il grado di politicizzazione e di contrasto è stato strumentalmente altissimo. In quel momento la cosa giusta è stata fare la legge Biagi e il primo modulo di riduzione verso il basso.
D. Cosa farebbe nei primi 100 giorni il governo di centrodestra?
R. Ora faccio la mia campagna elettorale. Se venissi eletto opterei per la Calabria o almeno chiederei al mio partito di essere eletto lì. Poi si vedrà.
D. Ma qual è l'urgenza che lei vede?
R. Sia un governo di destra o di sinistra, dovrebbe fare ciò che c'è nel nostro programma al numero 5, ossia prendere una stanza metterci dentro le rappresentanze di regioni, province e comuni e farli uscire soltanto quando hanno trovato la soluzione giusta per l'Italia. E se non escono si butta via la chiave. Ma vedrà che usciranno dopo un po' con la soluzione.
D. Se vince il centrosinistra, invece, secondo lei cosa ci sarà nei primi 100 giorni?
R. Devono fare quel che hanno detto, ossia tassare il lavoro precario, tassare i figli per dare ai padri, interrompere l'azione che stiamo facendo noi per introdurre dazi e quote, perché loro stanno dalla parte dell'Asia, come hanno detto, tassare le rendite finanziarie cioè Bot Cct, risparmi, depositi, tutto retroattivamente e pesantemente, tassare la casa, mettere la tassa di successione. Il tutto come anticamera della patrimoniale.
D. E se dessero la colpa a un buco nei conti pubblici creato da voi?
R. I conti sono controllati in maniera millimetrica dall'Unione europea. Dopo la Finanziaria definita rigorosa dalla stessa Ue, abbiamo dovuto dare giustificazione di ogni singolo emendamento presentato in parlamento su qualsiasi provvedimento. La commissione Ue sa tutto, bel bene o nel male.