Il Veneto non è certo alla fine
Difende l'immagine del Nordest, riconosce le grandi capacità dei suoi imprenditori, e non risparmia una severa critica alla Rai.
«La rappresentazione della regione fatta dalla trasmissione Ballarò - dice - non corrisponde alla realtà. Non mi pare che la situazione sia quella descritta nel filmato». Giulio Tremonti, vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Economia, non concede "sconti" a nessuno. Tantomeno alla sinistra che accusa di distorcere la realtà, l'affondo viene fatto a Padova, nel cuore del Veneto, dove ieri pomeriggio è arrivato per presenziare ad una convention di Forza Italia. Una scelta mirata, parche Tremonti è candidato alla Camera in entrambi i collegi. Ad accogliere il ministro, nella sala Carraresi della Fiera, ci sono centinaia di iscritti e simpatizzanti della Casa della libertà e, naturalmente, anche i padovani Giancarlo Galan, presidente della Regione, e Niccolò Ghedini, coordinatore regionale di Forza Italia, entrambi capilista per il Senato. Quasi un bagno di folla per Tremonti, il quale un'ora prima della convention si intrattiene con i giornalisti. Il ministro appare spumeggiante e combattivo.
Ministro, la prima domanda è inevitabile: cosa ne pensa delle dimissioni di Francesco Storace? «Mi riconosco pienamente nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio dei Ministri. Storace ha fatto una scelta di onore per la verità che comunque verrà fuori».
Ritornando al Nordest, qual è secondo lei la situazione reale? «Ballarò ha descritto un altro posto. Secondo la Rai, la Regione è alla fine. Ma non è vero, qui ci sono imprenditori capacissimi. Sarà tuttavia fondamentale fare i distretti. La stessa Finanziaria ha attribuito ai distretti una loro configurazione giuridica. Così le imprese potranno essere non più da sole e avranno la possibilità di mettersi insieme per fini fiscali, contabili e bancari».
Che cosa è stato fatto finora per lo sviluppo? «Lo sviluppo di un Paese dipende da vari fattori. L'economia va avanti secondo le sue logiche. Nel comunismo i governi comandavano ed infatti le cose andavano male. Con la legge obiettivo ora si impedisce invece che un Comune possa bloccare una Provincia. Noi in questi anni abbiamo fatto parecchie cose, abbiamo avviato un'infinità di lavori. Ricordo la Tav, la Torino-Milano, la Milano-Bologna, la metropolitana di Napoli. Se la sinistra è per il blocco, noi siamo per l'apertura dei cantieri».
Come vanno invece le cose sul fronte energetico? «Paghiamo 40 miliardi di euro all'anno. In Francia, invece, dove l'80 per cento dell'energia è nucleare, il costo è minimo. Se il petrolio salirà a 70 dollari al barile, la colpa è della Cina che è diventato il secondo consumatore mondiale di energia. Noi siamo quindi dalla parte degli imprenditori, ed io sono per il nucleare».
Il pericolo è giallo, insomma. «Con Prodi tutto è giallo. Lo è il colore del suo camion e lui è l'agente commerciale della Cina. Dice che i porti del Mezzogiorno devono aprirsi alle merci cinesi. Io vorrei invece che si aprissero alle merci italiane. Quello che fa lui vuol dire disoccupazione, che chiudi il capannone, la fabbrica. Prodi ci dice che hai il beneficio di comprare le scarpe a basso costo? Intanto, quelle cinesi fanno male. Meglio quelle italiane. Ma in ogni caso, se vieni licenziato che beneficio hai? E quando lo ripaghi sul riscaldamento che beneficio hai se il prezzo del petrolio raddoppia perché hanno spostato le fabbriche e le manifatture in Cina!».
La conseguenza? «Quando avremo fatto fuori le nostre imprese, allora saliranno anche i prezzi delle scarpe, oltre a quelli del riscaldamento. È veramente una pazzia questa di spingere a favore della Cina ed è una follia che gli italiani votino per uno che è l'agente della Cina».
Parliamo di elezioni e di poteri forti. «Grandi banchieri fanno la coda per votare a sinistra. L'hanno fatto alle primarie, figuratevi adesso. Noi invece preferiamo i risparmiatori, i correntisti, i piccoli imprenditori, gli artigiani. Sotto la cupola di Fazio c'erano proprio loro: i banchieri».
Che cosa pensa della tassa di successione che il centro sini¬stra vorrebbe reintrodurre? «La tassa sulle successioni é nel programma di Prodi ed è la carognata più bestiale che si possa pensare. Dice di lasciare fuori i patrimoni bassi; ma prendete un albergo, a due piani. Cos'è basso? Il primo? Il secondo invece paga? I ricchi non l'hanno mai pagata la tassa di successione, ma ha senso farla pagare in un albergo, in un capannone, in un negozio, in una officina? Che valore c'è dentro? Quasi sempre c'è il valore che hai creato tu affiancando tuo padre. È la carognata più bestiale che si passa pensare e la stanno facendo».