Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Messaggero

Governo fuori dalla realtà, il malcontento crescerà ancora

"La valutazione che faccio – e non credo sia personale, ma generale – è che la Finanziaria è insufficiente in modo paradossale: insuffiente per eccesso".

ROMA – Onorevole Tremonti, per Prodi la manovra è una medicina amara ma necessaria. Lei invece che non servisse un intervento di questo dimensioni. Perché?

«La valutazione che faccio – e non credo sia personale, ma generale – è che la Finanziaria è insufficiente in modo paradossale: insuffiente per eccesso. L’impressione è che sia stata scritta assumendo uno scenario diverso dal reale. Assumendo l’assenza e non la presenza di maggiori entrate per oltre 30 miliardi, ben due punti di Pil. Più che un paradosso, l’assurdo di un governo che dice: “le maggiori entrate sono merito mio”. Se davvero sono merito del governo il governo deve conoscerlo. Come fa a causarle senza conoscerle? L’immagine è quella di un tizio che chiede: “In che mese siamo?” Gli si risponde: “In dicembre”. Allora il tizio si mette il cappotto di lana e il berretto e poi chiede “Dove andiamo?” Gli dicono: “In Australia”. Ma in Australia la temperatura media a dicembre è sopra i 25 gradi. Diciamo che c’è una sfasatura tra programmazione e situazione. Al fondo un fondamentale errore politico che più di tutti dimostra quanto la guida politica del governo è lontana dalla conoscenza del Paese e della sua economia».

Allora da cosa dipende il boom delle entrate? È merito del governo precedente?

«Mi permetto di citare una fonte tanto intelligente quanto indipendente: gli artigiani di Mestre. Aggiungo che da Newton in poi ma forse anche prima le mele vanno in discesa e non in salita. Alla base ci sono gli effetti della crescita economica che non è retroattiva ma successiva: viene più dal principio del 2005 che dalla fine del 2006. La crescita economica ha portato maggiori gettiti prodotti da quasi tutti i cespiti: dalla Borsa, dai giochi, dalle società».

Ma oltre la crescita? Ci sono meriti politici?

«Se c’è – e penso che ci sia – nel meccanismo causa-effetto una causa legislativa e non solo economica questa va identificata nella Finanziaria fatta l’anno scorso per il 2006. Non credo agli effetti by magic neanche se prendono forma di messaggi sacrali-apotropaici. Per ridurre davvero l’evasione da sempre e dappertutto la via maestra è stata ed è quella di ridurre, non di aumentare le aliquote. Questa è la via storta che porta l’economia verso il nero e i capitali verso l’estero. Faccio notare che in sede di autoliquidazione le voci che dimostrano la minore velocità di crescita sono proprio le voci su cui si dovrebbe spiegare l’effetto-minaccia. E questo è un punto su cui sarà necessario tornare».

Ma non trova proprio niente di positivo in questa manovra?

«La Finanziaria secondo il governo dovrebbe produrre risanamento di bilancio, sviluppo economico, equità sociale. Credo che tutti questi obiettivi siano mancati. Il risanamento dei conti pubblici è mancato perché all’aumento delle imposto corrisponde un aumento della spesa pubblica. L’obiettivo sviluppo economico è mancato perché come è evidente nei dati che lo stesso governo ha fornito in Parlamento la crescita economica 2007 sarà – dopo la cura Prodi – inferiore alla crescita 2006. E soprattutto sarà significativamente inferiore alla media europea. La sinistra ha sempre promesso il contrario».

E l’equità? Non c’è nemmeno quella?

«Per avere un’idea dell’iniquità sociale, del carattere regressivo di una Finanziaria che incide relativamente di più su chi ha di meno, basta andare in giro tra le gente. Per creare un elevatissimo malcontento è stato già sufficiente il messaggio. Da gennaio arriveranno le tasse. Finora il malcontento popolare è causato dal semplice annuncio dei nuovi salassi. Quando la Finanziaria entratà realmente in vigore il malcontento crescerà via via che si dovranno pagare i nuovi bolli auto, i ticket sulle ricette, il raddoppio dell’Iva sul riscaldamento eccetera. In attesa dell’imposizione delle addizionali locali, della revisione in aumento delle rendite catastali, dell’incremento delle tasse sui Bot. Mentre sarà manomesso il sistema delle pensioni e sarà portato via il Tfr».