Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Mattino

Tremonti e il Sud, "Una banca per ripartire"

Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia e nuovo vicepresidente di Forza Italia, nato a Sondrio. "La fermo subito per dire che i miei genitori si sono sposati a Napoli, mio padre studiava chimica a Torino, dopo una pleurite si trasferì a Napoli dove si è laureato con Maria Bakunin. E la famiglia di mia madre produceva tabacco a Benevento. Quindi prima che lei vada avanti, sembrano evidenti le mie relazioni con il Sud".

Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia e nuovo vicepresidente di Forza Italia, nato a Sondrio. "La fermo subito per dire che i miei genitori si sono sposati a Napoli, mio padre studiava chimica a Torino, dopo una pleurite si trasferì a Napoli dove si è laureato con Maria Bakunin. E la famiglia di mia madre produceva tabacco a Benevento. Quindi prima che lei vada avanti, sembrano evidenti le mie relazioni con il Sud".
Ma la storia della Tremonti-bis con cui voleva favorire il Nord...
"Quella è stata una ignobile speculazione politica".
Ignobile è una parola grossa.
"Se lei preferisce diciamo non nobile. Fu decisa in Parlamento, le aree alluvionate erano identificate dalla Protezione civile, quindi dalle prefetture in modo del tutto neutrale e in tutta Italia. Ed era semplicemente uno spostamento del termine sull'ipotesi che un alluvionato avesse come più urgente il bisogno di mettere in ordine il capannone che non fare gli ordini dei macchinari. E questa proroga, contestata dalla commissione, ha fatto credo per cinque week-end consecutivi le prime pagine dei giornali".
L'Europa però l'ha bloccata.
"Ripeto: la Commissione europea, non l'Europa. Il provvedimento è stato impugnato dalla Corte di giustizia come la legge-Amato, la legge-Ciampi, la legge-Irap di Prodi, qui con il grottesco che l'impugnazione europea dell'Irap è stata fatta da Prodi contro se stesso. Ma nessuna di queste leggi ha fatto titolo per così tanto tempo sui giornali, pur trattandosi di provvedimenti di portata enormemente superiore".
Onorevole, lasciamo perdere i complotti per favore. Piuttosto provi a dimostrare, come ha sostenuto più volte, di essere stato a dispetto delle apparenze il ministro più generoso verso il Sud.
"Basta leggere il bilancio dello Stato, su cui ho avuto una qualche responsabilità, negli ultimi anni: per il Sud 50 miliardi di euro alla voce fondi aree sottoutilizzate, 5 miliardi per la legge obiettivo, 5 di fondi europei, 5 miliardi addizionali di cofinanziamento. Per un totale di 65 miliardi di euro che in vecchie lire sono circa 130mila miliardi: mai successo".
Lei, l'affamatore del Mezzogiorno, ha fatto tutto questo? E nessuno gliel'ha riconosciuto?
"Il Sud purtroppo è vittima di una cattiva politica, la cattiva politica secondo me parte anche anche da una cattiva informazione -e non mi riferisco a quella dei giornali- che genera un eccesso di polemiche e un eccesso di superficialità. C'è un deficit di analisi dei dati reali, prevale la voglia di raccontare alla gente che non ci sono i soldi per crearsi degli alibi. Il Sud ha bisogno di una politica vera, con la P maiuscola".
Domani lei sarà a Napoli per un convegno su Mezzogiorno e sistemi finanziari, immagino che rilancerà l'idea di una banca per il Sud.
"Caduta la polvere delle polemiche, verificato che c'è una quantità enorme di risorse pubbliche disponibili a favore del Sud -che servono ma che non devono essere la soluzione- preso atto che è migliorata anche la velocità di spesa, che bisogna passare da un sistema di finanziamento a pioggia a un sistema più concentrato su turismo e infrastrutture, se con tutto questo il Sud non è migliorato inizio a chiedermi se non ci sia qualche altra ragione. E qui comincia la mia riflessione: il meridione d'Italia è l'unica area d'Europa che sostanzialmente è priva di banche proprie".
Vogliamo prima dire perchè il sud non ha più queste banche autoctone o vogliamo prima dire se e che tipo di banca servirebbe?
Vediamo cosa succede in tutto il resto d'Europa dove c'è un sistema binario, una combinazione di banche regionali e banche nazionali o internazionali. Le banche regionali fanno da leva alle economie dei territori, queste lei le trova dalla Baviera ai paesi Baschi, in qualsiasi parte d'Europa tranne che nel Sud Italia, che è diventata una zona debancarizzata. In senso storico risulta impressionante che non è che non ci siano mai state ma che siano scomparse negli ultimi vent'anni".
Secondo lei perchè?
"Se lei guarda la mappa bancaria come era dopo l'unità d'Italia, trova un sistema sofisticato con grandi banche attive nel Mezzogiorno e proiettate sulle piazze finanziarie internazionali. Dopo aver resistito per un secolo, tutto è collassato. Per diverse ragioni: il cambiamento del sistema di finanziamento pubblico, l'Europa che ha cancellato il vecchio metodo della Cassa per il Mezzogiorno, fino alle conseguenze della corruzione politica. Così oggi ci troviamo davanti a un sistema in cui banche della Sardegna sono possedute dalla Popolare dell'Emilia, banche siciliane dalla Popolare della Valtellina o dalla Popolare di Lodi, c'è Torino con il San Paolo a Napoli e la ex Cariplo di Milano in vaste aree del Mezzogiorno. Questo sistema ha secondo me dal punto di vista industriale molte criticità. Nel Sud, come ricordava lei, non ci sono banche autoctone- tranne alcune popolari che fanno un lavoro straordinario ma sono troppo piccole per fare sistema -e quelle esistenti sono attive soprattutto nella raccolta che, via interbancaria, finanzia impieghi altrove. Come può un'impresa del Sud svilupparsi quando chi deve finanziarlo è remoto? L'attività di banca presuppone che tu conosca la famiglia, l'imprenditore, la sua storia, il suo territorio".
Allora proviamo a buttare giù un progetto.
"Al ministero avevo cominciato a fare degli studi sulla costituzione di una nuova banca popolare del Sud. Posso fare una provocazione? Se c'è qualcuno che va avanti, io sono il primo a firmare per un' offerta pubblica di acquisto del marchio Banco di Napoli. Si deve immaginare una banca a livello regionale, se lei guarda l'articolo 117 della vigente Costituzione titolo V, si parla di competenza regionale sulle banche regionali ed è evidentemente una competenza per la promozione e lo sviluppo".
Dalle recenti dichiarazioni del governatore Fazio, la Banca d'Italia non ritiene così necessario un istituto di credito meridionale.
"é una opinione che deve verificare con la Banca d'Italia".
Lei ha detto che porterà alta la bandiera del Sud. E non le chiedo la reazione di Bossi.
"La bandiera del Sud è fondamentale e aggiungo che per il Sud è fondamentale il federalismo. Ricordo le pagine di Gaetano Salvemini sull'appello a Carlo Cattaneo che nell'autunno del 1860 lascia l'eremo di Castagnola e arriva a Napoli e immagina un patto d'unione (il federalismo è un meccanismo confederale tra Sud e Nord). Poi prevale la formula mazziniana, cioè quella dell'annessione, della unificazione per annessione. Ora non so se nel 1860 era possibile il federalismo, so che è possibile nel 2005 a cominciare dal Sud".
Se la chimano a Napoli, lei va come Cattaneo...
"Non sum dignus ma sono pronto, sperando di avere migliore fortuna. La questione bancaria è oggi per il Mezzogiorno quello che una volta era la questione agrgaria. Sono convinto che il federalismo è nell'interesse del Sud anche perchè i 50 anni di nazionalismo non hanno prodotto granchè. Il vero capitale del Sud è l'intelligenza. E l'intelligenza deve portare il Sud ad avere una sua politica, non una politica che va dal Centro al Sud ma una politica che va dal Sud al Centro".
Pensa di avere cominciato lei presentando un emendamento in Finanziaria per la banca del Sud?
"Quell'emendamento rappresenta un piccolo ma significativo passaggio. Queste sono le cose che contano, il nordista Tremonti come mi chiama lei ha fatto una piccola cosa a cui nessuno finora aveva pensato".
Il prossimo passo qual'è?
"Vediamo. C'è il convegno di domani, vediamo... Io dalla Calabria ho iniziato a votare per i governatori che si impegnano sulle bache regionali".
Può essere un punto del manifesto dei candidati alle elezioni di centrodestra e centrosinista?
"Sì, lo deve essere".