La supercommissione di controllo sulla Borsa difenderà i risparmiatori?
I recenti scandali finanziari hanno colpito milioni di risparmiatori. E le tre autorità di controllo (Consob, Isvap, e Banca d'Italia) non sono riuscite a impedirli.
Ora il governo ha proposto di creare un'unica super autorità per tutelare i risparmiatori. Ci riuscirà veramente?
Articolo 47 della Costituzione italiana: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme". Di questi tempi, pensando alla catena di scandali che ha colpito il risparmio italiano (Argentina, Bipop, MyWay, Cirio, Parmalat e così via), la lettura di questa norma fa uno strano effetto. Certamente il "sistema" dei controlli di vigilanza non ha funzionato. Le responsabilità sono state rimbalzate da una "autorità" all'altra: colpa tua, no colpa tua. Non solo: sullo sfondo, dietro le "smagliature" della rete di vigilanza, emergono, a tratti, forme di illegalità e immoralità "ambientali". Uno scandalo molto simile a quello storico della Banca Romana del 1893. Uno scandalo non limitato alla finanza e alle bache, ma esteso a settori del "Palazzo". In sintesi, la riforma presentata dal governo: concentra, in un'unica autorià, la vigilanza sul risparmio, per evitare il "gioco delle incompetenze"; elimina i conflitti d'interesse, con i debitori che, sedendo nei consigli delle banche, fanno i banchieri di se stessi: rende rigoroso il regime della revisione contabile; inasprisce fortemente le sanzioni penali. Se è certo che il vecchio sistema non ha funzionato, la mia speranza è che questo nuovo sistema possa funzionare. I segnali che abbiamo ricevuto dall'Europa, dall'America, dai mercati finanziari sono stati da subito tutti positivi. Adesso la parola è al Parlamento, da cui ci si attende un particolare impegno. In ogni caso, la vera riforma non può essere limitata a una nuova legge: sono necessari, e a ogni livello, aria nuova e pulita, facce nuove.