Il programma? Ecco il bilancio delle cose fatte
Tremonti: ecco il bilancio delle cose fatte Il ministro dell' Economia replica alle critiche di Salvati sui punti del programma ancora da realizzare
Leggo sul Corriere di ieri un articolo di Michele Salvati intitolato: «I programmi inesistenti». Un titolo terribile. Terribile per la destra, per la sinistra, per il Paese che «dopo tre anni di governo» avrebbe diritto di sapere «qualcosa di serio su come si è governato e si intende governare». Qualcosa di serio? Sono stati tre anni terribili. Fino alla prima metà 2001 tutto era diverso. Il mondo era in pace. Le prospettive di crescita erano forti. Per l' Europa, la crescita attesa (Commissione europea e Fondo monetario internazionale) era pari al 3 per cento. Poi tutto è improvvisamente cambiato: - dopo l' 11 settembre, due guerre in due anni, con fortissimo squilibrio nella geopolitica del mondo; - poi è venuta la crisi delle borse mondiali. Ora - ex post - possiamo dire che è stata una crisi paragonabile a quella del 1929; - si è scatenata la concorrenza commerciale internazionale quasi senza regole (a partire dalla Cina); - l' impatto del change- over lira/euro ha causato un impressionante effetto di carovita; - da ultimo, una serie continua di crisi e di frodi che, venendo dagli Anni ' 90, ha distrutto ricchezza o risparmio su scala macroeconomica. * ministro dell' Economia Nessuno di questi cinque fenomeni era oggettivamente prevedibile, nella sua reale dimensione. Non solo. Nessuno poteva prevedere la concentrazione in soli tre anni di tutti questi cinque fattori di crisi. Eppure, ce l' abbiamo fatta. Primum vivere. Siamo riusciti a gestire il terzo debito pubblico del mondo passando attraverso la crisi più intensa che ci sia stata in Europa dal dopoguerra. Lo abbiamo fatto restando in linea con l' Europa. In linea nei conti pubblici (nessuno ci credeva, eppure era fondamentale). In linea con l' economia reale. In questi tre anni l' economia non è andata bene, in nessuna parte d' Europa. In un continente unificato in un solo mercato, da una sola moneta, dalla stessa politica economica, tassi di sviluppo molto differenziati, da un Paese all' altro, sono impensabili e/o impossibili. Questo lo sa bene chi conosce da dentro e davvero l' Europa. Quando l' opposizione italiana denuncia il governo italiano per non aver fatto meglio degli altri grandi governi europei dimostra di avere, dell' Europa, un' idea purtroppo ancora insufficiente. In molti settori abbiamo comunque fatto meglio degli altri. Pur avendo (ereditato) difficoltà maggiori degli altri. Lo abbiamo fatto senza fare «macelleria sociale» e senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. A proposito di mani in tasca, qualcuno, per tanti anni, le mani le ha invece messe: sul risparmio degli italiani. Ciò premesso, tra «il dire e il fare», come dice il Corriere, facciamo un bilancio sintetico di metà legislatura: Lavoro & legge Biagi. La «riforma Biagi» è legge dello Stato e fa dell' Italia un mercato del lavoro tra i più efficienti e flessibili d' Europa. Dal 2001 i nuovi posti di lavoro sono più di 700 mila. In controtendenza rispetto all' Europa, il tasso di disoccupazione è sceso per quasi 3 punti percentuali (da oltre 11% a circa 8,5%). Investimenti & opere pubbliche. Negli anni Novanta, gli investimenti pubblici sono stati sistematicamente tagliati. Dal 2001, con la Legge Obiettivo e con nuovi strumenti finanziari, si è invertita la tendenza. Combinando capitali pubblici e privati si mobilizza una massa finanziaria pari a oltre 165 miliardi di euro. Abbiamo trovato i cassetti vuoti. Abbiamo dovuto progettare e partire da zero. Questo spiega il «ritardo» (sic!). Ma i cantieri stanno aprendo, da ovest a est, da nord a sud. È totalmente italiano il «Piano» approvato nel nostro Semestre per finanziare ponti, autostrade, trafori, etc. A proposito di «europeismo»: questo che cosa è? Tasse & equità. Con il primo modulo di riforma fiscale, sono oltre 700 mila i pensionati che non pagano più imposte. Sono 450 mila le persone che sono uscite dalla fascia di povertà. Le detrazioni per figli a carico sono salite a 516 euro (un milione all' anno). Più in generale 28 milioni di italiani pagano un po' meno tasse di prima. I benefici maggiori sono concentrati nelle fasce meno fortunate della popolazione. Abbiamo fatto solo il possibile. Ma lo abbiamo fatto. L' aliquota dell' imposta sulle società è scesa al 33%. L' imposta sulle successioni, che gravava soprattutto sui patrimoni piccoli e medi (gli altri già la aggiravano), è stata cancellata. Sono stati eliminati milioni di inutili adempimenti fiscali. Da un anno, 320 mila aziende non pagano più l' Irap, e quasi tre milioni e mezzo ne pagano un po' meno. Pensioni & riforma. L' aumento delle pensioni minime a 516 euro («un milione al mese») ha interessato e interessa un milione e 800 mila persone. Il Parlamento sta per approvare una riforma pensionistica di modello europeo. Leggi & economia. Il nuovo diritto delle società è legge, al servizio dell' economia. È stata presentata al Parlamento la riforma della giustizia civile per ridurre la durata dei processi. Sta per essere presentata la nuova legge fallimentare. Legge & ordine. Sono stati rafforzati i sistemi di sicurezza. Contro la nuova ondata terroristica, interna e internazionale, sono aumentate le risorse a disposizione delle forze dell' ordine. Si sta concludendo la fase sperimentale del poliziotto di quartiere. Sono diminuiti furti, borseggi, omicidi.Grazie all' introduzione della patente a punti ci sono stati 8 mila incidenti in meno e meno vittime sulle strade. Privatizzazioni & liberalizzazioni. Sul fronte delle privatizzazioni l' Italia è stata in questi tre anni all' avanguardia in Europa. Per le liberalizzazioni, nel linguaggio dell' articolo: touché. Fermo comunque che in questi tre anni le liberalizzazioni hanno segnato il passo quasi dappertutto. Scuola & «tre i». La riforma della scuola è legge dello Stato e sta avanzando giorno per giorno. E tanti altri provvedimenti minori. Troppo poco, in tre anni? A noi non sembra. Ci si oppone il caso del governo Thatcher. Per noi non è un modello politico, ma un precedente storico. Ebbene, quel governo nella sua prima legislatura ha fatto ben poco, limitandosi a preparare l' azione successiva. Cosa avrebbe fatto la sinistra? Chiedetelo a loro. Oppure andate a vedere cosa ha fatto - o non ha fatto - la sinistra quando era al governo. Per nostro conto, proseguiremo nello sviluppo attualizzato della nostra Agenda di governo. Fortunatamente, il mondo sta di nuovo cambiando. L' economia mondiale è in netta ripresa. È in ripresa anche l' Europa. Abbiamo fatto la politica giusta negli anni più difficili. Non abbiamo drammatizzato, perché sarebbe stato suicida. All' opposto, come tutti gli altri governi dell' Occidente, abbiamo cercato di mostrare e creare, insieme, serietà e calma. Siamo - saremo - capaci di fare ancora la politica giusta negli anni prossimi.