Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Corriere della Sera

Condono e aliquote oneste

Caro direttore, il «rimpatrio» dei capitali dall' estero, iniziato in Italia e pur se imperfetto, ha funzionato ed è stato replicato in molti altri Paesi.

Il «condono» è facile da criticare, oggettivamente più difficile da difendere. Il condono è stato fatto sui periodi fiscali ancora «aperti» (1996-2001). Per un' intera legislatura (1996-2001) il centrosinistra ha governato l' Italia. Lo ha fatto con una politica fiscale severa, caratterizzata da: «Contrasto senza tregua all' evasione fiscale»; «Mai più condoni!». Un arco di tempo - un' intera legislatura - che avrebbe dovuto essere sufficiente per portare il rapporto fiscale ad un' altissima intensità etica, per abbattere l' evasione fiscale. In realtà è stato l' opposto: evasione record, condono record. Nei termini che seguono. Il gettito del condono è stato un gettito record. Dato che il gettito da condono non viene dal nulla, ma dall' evasione, ne derivano due conclusioni essenziali: nonostante la severità della politica fiscale fatta negli ultimi anni, a monte si era accumulata un' evasione record; sia pure in modo distorto, con il condono, gli evasori hanno pagato più imposte di quelle che avevano pagato prima o che avrebbero pagato comunque. Più a fondo: per abbattere realmente l' evasione fiscale è necessario sfuggire tanto al moralismo degli annunci, quanto al fatalismo dei condoni. Prevenzione e repressione sono infatti necessarie, ma non sufficienti. La vera e sola morale fiscale sono le aliquote: aliquote oneste, imponibili onesti. Compatibilmente con i conti pubblici che abbiamo trovato, compatibilmente con la situazione economica che si è creata in Europa, è quello che faremo.