Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Gazzetta del Mezzogiorno

Tremonti: Asili nido e Fondi aperti

Gallipoli, Italia. Dopo il Cavaliere un altro pezzo da novanta del centrodestra scende nel collegio di Massimo D’Alema.

È il professor Giulio Tremonti, già titolare delle Finanze, e superministro “in pectore” dell’Economia in caso di vittoria berlusconiana. Oggi  sarà il turno di Gianfranco Fini. A Tremonti, in una pausa del tour salentino tra Lecce, Veglie, Tricase, Casarano r Gallipoli, abbiamo chiesto cosa farà se il 13 maggio la Casa delle Libertà prevarrà.
Professore, anche lei in Puglia…
è una regione bellissima e ben governata. L’ho ritrovata al di là delle mie aspettative.
In Puglia, anche nel centrodestra ci sono perplessità sulla devolution cara a Formigoni.
La vera devolution è quella che D’Alema, Prodi e Amato fanno in favore della Germania.
Che vuol dire?
I soldi ora il Sud li prende da Bruxelles. A Bruxelles il disegno della sinistra resta l’allargamento ad Est: operazione favorevole agli interessi della Germania e svantaggioso per il Mezzogiorno d’Italia. Gli aiuti andranno all’Est europeo, ma nel frattempo il Sud non è diventato la Baviera. I veri nemici del Sud sono i pelosi amici della sinistra europea, che forzano i tempi per l’ingresso dell’Est in Europa. Le elezioni italiane sono continentali. Dalla reazione avuta dal senatore Agnelli uno può intuire qual è la partita in gioco. La vera devolution è il dirottamento dei fondi comunitari dal Mezzogiorno all’Est, dove, anziché il Salento, si trova Timisoara. L’amico della Romania è D’Alema.
Come mai questo attacco durissimo del Polo a D’Alema nel Salento? In passato non era accaduto.
Nessuna linea dura. Io avevo chiesto di scendere nel Salento un mese fa. È solo un’allegra competizione elettorale nello spirito del maggioritario.
Torniamo alla devolution cara a Formigoni: il Sud non è pronto. Il servizio sanitario accreditato, con i privati, comporta più spese. Le Regioni meridionali hanno già grossi debiti. E il loro gettito fiscale è scarso.
La nostra devolution è a costo zero. È un’idea politica, non economica. Anche la Chiesa si sta orientando in tal senso. Noi diciamo che la produzione di un servizio sociale può essere assicurata dalla macchina pubblica, ma anche dal terzo settore, dal volontariato. Un vecchio bisognoso di cure sta meglio in famiglia, o in ospedale, con i suoi costi fissi? Non abbiamo la minima intenzione di danneggiare Sud e Puglia, dove, peraltro governiamo.
Cossiga dice che devolution è praticabile solo nel Regno Unito dove c’erano ordinamenti preesistenti.
La Bindi ha cannibalizzato la Costituzione del ’48, che stabilisce che lo Stato definisce i principi fondamentali in materia sanitaria: tutto il resto lo fanno le Regioni. La salute è un principio fondamentale, non l’orario dei medici. Noi vogliamo il ritorno alla Costituzione del ’48, nulla di eversivo.
Da sinistra si obietta che la vostra riforma sanitaria significa “salute per pochi, sanità per tutti”.
Guardi, i soldi dei miliardari semmai vanno a sinistra. Non accetto lezioni di moralità dal ricco pensionato Amato, o da Dini che era alleato di Milosevic.
Nelle Regioni meridionali, ma anche al Nord, la sanità è un settore che divora l’80% dei bilanci. Ora è spuntato un nuovo buco da 3.100 miliardi. Che fare?
Sono stato impressionato dalle eccezionali capacità dell’assessore pugliese al bilancio, Palese. La via da seguire è quella del rigore, che ha indicato lui.
Ma chi coprirà i nuovi buchi della sanità, accresciuti dall’eliminazione dei ticket?
Esamineremo i conti. Decideremo.
Che farà nei primi mesi per il Sud se diventerà ministro dell’Economia?
la priorità è la riemersione del sommerso: un condono per il passato, aliquote umane per il futuro. Meglio avere il 5% di qualcosa che il 33% di un tubo.
Che pensa della vendita e della procedura di vendita dell’Acquedotto Pugliese all’Enel?
Da ministro ombra non parlo di una società quotata in Borsa. Né voglio entrare nel merito dell’operazione. Dico solo che, essendo federalisti il nostro obiettivo è valorizzare la Puglia, che tra l’altro è governata da noi.
Lei sarà il ministro dell’Economia se la Casa delle Libertà vincerà le elezioni. Cosa farà per tenere a bada il partito della spesa pubblica presente anche nel Polo?
L’emergenza non è frenare la spesa, ma lanciare lo sviluppo. I parametri comunitari sono rapportati sul Pil. lo sviluppo è assente.
Come sarà la riforma delle pensioni che farà il centrodestra?
Mentre la sinistra ha scritto che l’età pensionabile non ha più senso, noi riteniamo che i diritti acquisiti non si toccano. La riforma delle pensioni significa innanzitutto fare più bambini (imporremo gli asili nido alle imprese: ecco cosa significa spesa pubblica).
Cossiga dice che la riforma pensionistica la detterà il Fondo Monetario.
Credo di avere sufficiente autonomia. Ripeto: primo, gli asili nido. Secondo: previdenza complementare integrativa per giovani. La sinistra vuole il tfr in Fondi collettivi, controllati dal sindacato. noi volgiamo che un operaio possa scegliere a chi affidarli. In sintesi. La riforma delle pensioni vuol dire demografia più Fondi aperti.