Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Repubblica

"Rutelli ineleggibile, se vince le elezioni potrebbe decadere"

“Il discorso di Ciampi non solo è stato molto corretto, e segnato da una perfetta coincidenza tra contenuto e tono. C’è di più: il presidente ha rotto con un passato recente in cui il rapporto tra la forza del governo e quella del Quirinale è stato sempre inversamente proporzionale. A fronte di un governo di forza pari a zero, invece, Ciampi è stato estremamente equilibrato. Ed è difficile non cogliere in questo, dopo anni di eccessi, un’intenzione di rientro nell’ambito costituzionale della figura del presidente della Repubblica”.

ROMA- Giulio Tremonti aggiunge una nota speciale al coro di consensi per il discorso di Capodanno: sottolineando con intenzione la cura di Ciampi nell’evitare ogni sovraesposizione “a supplenza di un Amato che ha la stessa autorevolezza di un von Papen”, certifica citando addirittura uno degli ultimi cancellieri della repubblica di Weimar. Ma giarda avanti, il Professore. E manda un segnale molto minaccioso a Francesco Rutelli: “Dopo le parole di Ciampi sul voto a primavera, è evidente che secondo l’Ulivo il suo candidato premier è più uguale degli altri cittadini di fronte alla legge”.
E perché, Tremonti?
“Vado con ordine. Intanto è positivo, dopo mesi di campagna elettorale strisciante, dire finalmente “si vota””.
Anche senza il “subito” di Berlusconi e Bossi?
“Fissare una data per le elezioni è un bene in sé, aldilà di dove la si colloca sull’asse del tempo. E poi, certo, la primavera finisce a giugno, ma tutti abbiamo capito che parlava di aprile, il presidente: un’indicazione ragionevole”.
Ammesso che sia così, che c’entra Rutelli?
“Ormai solo tecnicamente si può parlare di elezioni anticipate: da cinquant’anni si è sempre votato in primavera. E se è così, il fatto che Rutelli non si sia dimesso all’annuncio della sua candidatura suona come un vero schiaffo per il cittadino comune: gli dice “io sono potente, e tu sei Renzo Tramaglino””.
La legge dice che per candidarsi un sindaco deve dimettersi sei mesi prima, salvo appunto il caso di elezioni anticipate.
“Ma il riferimento della legge è chiaramente ad un fatto imprevisto, sorprendente! Mi chiedo quale amministrazione la applicherebbe al normale cittadino nel senso in cui la interpreta Rutelli…”.
E che si risponde?
“Nessuna! Rutelli è assolutamente fuori dalla legge”.
Mi sta preannunciando che dopo il voto “a primavera” proverete a farlo dichiarare ineleggibile?
“Le sto dicendo che poiché nessuno può legittimamente sostenere che le prossimi elezioni sono un evento inaspettato, Rutelli è fuori legge. Mi fermo qui”.
Ciampi ha insistito molto sul federalismo solidale su cui –ha detto- tutti convergono.
“Noi sì, sicuramente. Non credo invece che sia questo il fine del testo redatto dai noti federalisti D’Alema e Amato, che col nostro dissenso l’Ulivo cerca di far passare a colpi di maggioranza, e per di più in fase preelettorale. Che ci riescano o no, si sta introducendo un precedente nella storia delle modifiche costituzionali, che sono sempre state biparitigiane. E lo terremo a mente”.
Ciampi è parso però parlare della Lega, contrapponendo federalismo e intolleranza.
“Per realizzare i federalismo Polo e Lega hanno suggerito di battere la strada indicata nell’ultima parte dell’articolo 117 della Costituzione, quella di allargare le materie di competenza regionale. Non è una soluzione radicale: e dubito che si possa definire eversiva una forza politica che valorizza la gloriosa costituzione del ’48 senza nemmeno chiedere di modificarla”.
Ma intollerante sì…
“Ciampi non parlava della Lega. Tutti sanno che un certo linguaggio può evocare violenza: ma venti anni di storia ci dicono che non è il caso del linguaggio della Lega, che semmai ne ha subita. Il resto è un fatto di bon ton: ma trovo molto più cariche di violenza le parole di un Bobbio o di un Asor Rosa che quelle di Bossi e dei suoi”.
Insomma non è per voi e per Bossi, il richiamo a una campagna elettorale dai toni più distesi. E dunque non cambierete i vostri, se capisco bene.
“Nella sostanza è così. Se poi dovremo iscriverci a un corso di galateo, va bene. Ma che dirà Veltroni, se non saremo più “impresentabili”?”.