Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

Quell'imposta va abolita

Rubrica "La Telefonata" di Alain Elkann

George Bush ha detto che vuole abolire le tasse di successione. Che cosa ne pensa?
"L'abolizione delle tasse di successione è un punto del nostro programma da alcuni anni. Se vinceremo le elezioni, finalmente lo realizzeremo. La tassa di successione era applicata sulla base di aliquote altissime. Naturalmente era sempre evasa e il gettito era irrisorio: a leggere i dati potevi concludere che da noi o non moriva nessuno, o morivano tutti poveri. Per il malcapitato che doveva pagarla era una tragedia e poi le tecniche per aggirare l'imposta di successione distorcevano anche l'attività produttiva. Quest'anno la tassa è stata abbattuta a un'aliquota molto più bassa".

E allora perché lei la vuole eliminare?
"La tassa è ingiusta: colpisce il patrimonio aziendale o immobiliare ma non quello finanziario. In altre parole: se uno investe un miliardo in un capannone paga le tasse, se investe in titoli finanziari non le paga. Il caso di aziende molto grandi come per esempio la Mercedes o la Bayer è diverso da quello dell'industriale Brambilla. E dato che in Italia la struttura produttiva è fatta di molti signor Brambilla che hanno imprese individuali, le tasse colpiscono direttamente l'azienda".

Che cosa cambierebbe per lo Stato se queste tasse venissero abolite?
"Il gettito fiscale cambierebbe poco e i funzionari che amministrano le tasse dirotterebbero la loro attenzione su altre tasse che rendono di più. Eliminando questa imposta noi crediamo che molti capitali non uscirebbe più dal nostro Paese".

A quel punto gli stranieri investirebbe in Italia?
"Non posso averne la certezza ma è molto probabile".

E per quanto riguarda il canone Rai?
"Un problema alla volta".