"Per me Amato e Visco sono gangster contabili"
Sono dei gangster. Amato e Visco sono gangster contabili. E la definizione non è mia, ma di un autorevole funzionario della Commissione Europea.
Giulio Tremonti, economista di Forza Italia e artefice dell’intesa Polo-Lega, usa come sempre epiteti durissimi nei confronti degli avversari politici e delle loro politiche economiche. E racconta un episodio. “Quando a metà settimana –dice- i rappresentanti del governo italiano hanno presentato in sede tecnica a Bruxelles i conti di proiezione italiani, basati su una insostenibile ipotesi di crescita “eterna” del Pil al 3%, sono stati accolti da un lungo e ironico applauso. Mai, in Europa, la politica economica italiana è stata così ridicola e ridicolizzata”.
Insomma, Fazio ha ragione ad essere meno ottimista.
“Nella politica di questo governo non c’è stata mai e non ci sarà mai un’idea di sviluppo”.
Ma il governatore ammonisce: anche in prospettiva gli sgravi fiscali devono basarsi sulla crescita economica o su tagli di spesa.
“Noi siamo coerenti. A differenza del governo Amato-Visco: in autunno dissero che non c’era bisogno di una riforma fiscale, perché era già stata fatta, e i tedeschi erano venuti in Italia per copiarla. Un mese dopo hanno presentato una Finanziaria con una riforma fiscale di carattere “lafferiano”, con sgravi non coperti né con riduzione di spesa né con strumenti di incremento del Pil. Qualche giorno dopo Visco ha proposto una terza riforma fiscale, con il “dividendo sociale”, un’operazione da 2-300.000 miliardi che Rutelli ha subito fatto propria. Tre proposte insieme sono paranoia…”
E la Casa delle Libertà, invece, cosa intende fare?
“Noi abbiamo un’idea molto chiara: bisogna lanciare lo sviluppo, perché l’economia italiana è come una molla schiacciata, che bisogna liberare. Nel nostro programma il primo elemento è il nuovo contratto di lavoro, la nuova disciplina del lavoro. Il Novecento è stato il secolo della fabbrica, e la fabbrica ha prodotto il contratto collettivo. Ora siamo nel secolo della società dell’informazione, in cui deve nascere un nuovo “contratto dei servizi”. Vogliamo sintetizzare in un unico tipo di contratto –semplice, più libero, e con dignità pari al contratto collettivo –i tanti contratti “atipici””.
Si discute, anche polemicamente, del futuro della concentrazione. Come funzioneranno questi contratti? In che modo pensate di introdurli, se vincerete le elezioni?
“Sul primo punto, sono questioni che si vedranno poi, stiamo studiando. Si farà tutto con gradualità. La concentrazione? Io dico che cercheremo il dialogo, che andremo avanti senza radicalità ma con serietà. I problemi dei rapporti con i sindacati si affronteranno. Del resto, nessuno, neanche il sindacato, può opporsi a una tendenza storica come la diffusione del lavoro individuale. Poi, l’attuale regolamentazione del lavoro ha prodotto milioni di lavoratori a nero e grigio, frutto di un eccesso di rigidità e di un eccesso di costosità: stiamo studiando norme per una vera riemersione del sommerso. Ancora, le opere pubbliche, bloccate da vent’anni per colpa di un eccesso di burocrazia e di falsa democrazia. È necessario poi varare una serie di norme a costo zero per rendere attrattivo al capitale straniero il nostro paese. Seguono i fondi pensione privati: il centrosinistra non vuole i fondi pensione, o li vuole controllati dal sindacato. Noi vogliamo quelli privati, liberi. Così come nei contratti di lavoro, vogliamo rompere il monopolio del collettivo e dare spazio all’individuale. Cinque, il ripristino della legge Tremonti con qualche modifica, che ha prodotto nel paese l’anno di più forte crescita del decennio. Sulla base di questi e di altri interventi, l’economia riprenderà velocità; e allora, potremo ridurre le tasse”.
Dunque, prima il rilancio dell’economia; gli sgravi fiscali arriverebbero soltanto dal 2002.
“La differenza con i gangster contabili, con Amato e Visco, è che loro riducono le tasse senza copertura e senza sviluppo. Noi ci concentriamo prima soltanto sullo sviluppo; poi, vedremo. Ma siamo convinti che l’economia italiana contenga in sé fattori di reazione molto positivi e molto forti”.