Non ho favorito Mediaset. Semmai è stato Fantozzi
Di Pietro accusa Giulio Tremonti di aver favorito Mediaset con la legge che porta il suo nome.
Onorevole, cosa risponde?
“La legge Tremonti è stata fatta sette anni fa. Il solo fatto che tutti se ne ricordino dovrebbe indicare che è stata una legge di qualche rilievo. Viene attaccata da Di Pietro in campagna elettorale, sette anni dopo. È un po’ curioso”.
Chi ha fruito della legge Tremonti?
“Un milione 474mila 572 tra imprese, professionisti, artigiani, commercianti. Quasi un milione e mezzo di soggetti, e non solo Mediaset. La legge Tremonti detassava gli utili se erano reinvestiti in azienda. Uno schema, le dirò, messo a punto dalla Lega Nord già anni prima. Solo questo fa capire che Mediaset non c’entra”.
Bruxelles ha chiesto lumi al ministero delle Finanze?
“Sono sicuro che Bruxelles non si lascerà strumentalizzare da Di Pietro. Comunque, le spiego. La legge detassava gli utili reinvestiti in beni strumentali ammortizzabili. La circolare, che non ho firmato io ma che sarei pronto oggi a sottoscrivere, specificava che fra i beni strumentali c’erano anche i beni immateriali, come ad esempio i brevetti e il know how. Parole che si trovano , alla lettera, nelle direttive comunitarie, nel Codice civile italiano, in tutte le leggi successive di agevolazione fatte dal centrosinistra”.
Quindi?
“A Di Pietro non resta che accusare di essere agente Mediaset Visco o Fantozzi, che è stato suo collega di governo e di partito. Vede, nel gennaio ’95 Tremonti va a casa. Io non ho mai visto o firmato niente a favore di Mediaset. Sono stati gli altri, i successori, a firmare valangate di risoluzioni…”.
Che, in particolare?
“Il semaforo verde per l’applicazione delle legge a Mediaset l’ha fatto un decreto ministeriale del 15 febbraio, firmato da Fantozzi, governo Dini. E, secondo me, era giusto”.
Niente regali a Mediaset da parte sua, dunque?
“I veri regali alla grande industria, Mediaset compresa, li ha fatti Visco con l’Irap, che dissangua i piccoli e detassa i grandi”.