Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

Il mandato europeo ci riporta indietro di secoli

Ministro Tremonti, esiste un caso Italia in Europa? Il governo Berlusconi è l’unico a opporsi all’istituzione del mandato di cattura europeo. Perché? Non siamo di fronte a una frattura grave nei rapporti con gli alleati?

Ministro Tremonti, esiste un caso Italia in Europa? Il governo Berlusconi è l’unico a opporsi all’istituzione del mandato di cattura europeo. Perché? Non siamo di fronte a una frattura grave nei rapporti con gli alleati?
“Noi non siamo contrari per principio all’istituzione di un mandato di cattura europeo. Ma vogliamo che questo avvenga alla luce dei “Lumi”, non nell’oscurità delle segrete, o di una sala macchine per autodafè. Siamo favorevoli alla creazione di uni spazio giuridico europeo. Ma che sia uno spazio, non un abisso”.
Segrete? Autodafè?
“Questa vicenda del mandato di cattura europeo è segno che nella formazione della legge stiamo regredendo alla fase preilluministica. E non per caso; pour cause. Vale la pena rileggersi il Beccaria, l’incipit dei Delitti, laddove descrive la formazione della legge nell’Ancien Régime: “Vedremo che le leggi, che pur sono o dovrebbero essere patti di uomini liberi, non sono state perlopiù che strumenti delle passioni di alcuni pochi, o nate da una fortuita e passeggera necessità”. Per improvvisazione e frantumazione del processo democratico, stiamo rischiando di tornare ai tempi dell’Antico Regime”.
Che cosa glielo fa pensare?
“C’è stata un’accelerazione improvvisa, una lacerazione del processo democratico. Che ha i suoi tempi. Richiede discussioni e prospettive razionali”.
C’è stata l’emergenza internazionale del terrorismo.
“Se il problema è quello, tra i paesi europei l’Italia è la prima nel contrasto alla base finanziaria del terrorismo. L’ha riconosciuto anche il governo americano. Il buco nero in Europa è semmai la Svizzera. Che forse ottempera alle richieste sulle liste dei conti; ma, a causa del sistema del segreto bancario, per ogni segreto svelato ne cela altri mille. Altro punto curioso: all’ultimo Ecofin, la presidenza belga ha formulato la proposta quanto meno ambigua di legare la trasparenza bancaria alle scelte fatte dalla Svizzera. Con un meccanismo di trasparenza finanziaria che dovrebbe essere rinviato al 2008. Davvero interessante: non l’Europa che si impone alla Svizzera, ma la Svizzera che condiziona l’Europa. Non, mi creda: l’impressione è che si sfrutti l’emergenza terrorismo per imporre un’accelerazione di cui mi sfuggono le regioni, non i rischi”.
Quali sono i rischi?
“un sistema europeo costruito alla luce del “Lumi” dovrebbe essere sviluppato –e io credo che debba essere sviluppato- facendo coincidere il crimine con la corte: crimini locali, corti locali; crimini federali, corti federali. Adesso si vogliono crimini federali, e manette locali. è un’asimmetria, un’aporia inaccettabile. Torniamo a dire: crimini locali, corti locali; crimini federali, corti federali. Partire dall’assoluto delle manette è come partire dal Medioevo. Manette, e tortura, sono i passepartout per l’oscurantismo. Oggi nell’Ue mancano regole comuni. Nella maggioranza dei paesi europei i pubblici ministeri dipendono dall’esecutivo. Chi reprime i reati di interesse europeo? I governi o le procure? Poi ci sono i paesi dell’Est, prossimi a entrare in Europa: terra incognita. Con una polizia di formazione comunista”.
La creazione di regole comuni europee in tema di giustizia richiede un processo costituente. Anni. La repressione dei reati internazionali può attendere tanto?
“Talvolta capita di leggere al riguardo ragionamenti curiosi. Sul Corriere della Sera, Piero Ostellino scrive che il mandato di cattura europeo va fatto; ma, aggiunge, forse bisogna riflettere sul alcuni punti. Bisogna cioè: armonizzare i reati; uniformare procedure e codici; creare garanzie comuni. Non esiste un appello europeo, non esiste una polizia europea, non esiste una Costituzione europea. Manca, riconosce in sostanza Ostellino, l’ “habeas corpus”. Eppure, la conclusione è: il mandato di cattura europeo va fatto. Siamo al “credo quia absurdum”. O, se preferisce, all’ “absurdum quia credo”. Credo in che cosa? “Extra ecclesiam nulla salus”. Dove la chiesa va sostituita con l’Europa”.
è proprio questo che si imputa al governo: un deficit di europeismo. Tra l’Europa e l’Italia di Berlusconi i rapporti non sembrano facili. Come se esistesse un caso italiano. Di cui il no al mandato di cattura europeo è solo l’ultimo casus belli.
“Quali sarebbero gli altri?”.
L’Airbus.
“Bene. Che fine ha fatto? Pareva fosse il marcatore del tasso europeo. Abbiamo invece assistito, come avrebbe detto l’ambasciatore Ruggiero da giovane, alla “démarche” della Germania. Nel senso che ai dubbi italiani si sono aggiunti i dubbi tedeschi. Non so bene, perché non ho seguito il dossier; ma mi pare che non se ne parli più”.
Le nuove norme volute dal governo, dalle rogatorie al rientro dei capitali.
“Sul rientro dei capitali non ho avuto che elogi. Anzi, dall’Europa è arrivata la richiesta di maggior tutela dell’anonimato. Sulle rogatorie l’Europa non ha eccepito nulla”.
C’è stato un voto contrario del Parlamento europeo.
“Non un voto contrario; un voto orario. In quel momento in aula c’era una maggioranza di arrivisti di sinistra. No, tra l’Italia e l’Europa c’è semplicemente un contrasto specifico, che riguarda il mandato di cattura. Si è creata la sindrome che gli antropologi definiscono “group fallacy”, conformismo erroneo di gruppo.  Cui si aggiunge il fervore giuridico di alcuni professionisti “panali”, anche in senso freudiano, tra cui emergono autentici spettri medievali, figure atroci che ambiscono al consenso delle vittime, come quelle descritte da Franco Cordero ne “Gli osservanti”. Ha presente? “La astrazione del peccato dal peccatore raggiunge il vertice nell’autodefè, quando il colpevole si converte in extremis sul palco del rogo. Giubilo. Abbracci. Forti effusioni di amicizia. Poi, a un cenno del consulente spirituale, ansioso di condurre quell’anima in porto, il carnefice di sorpresa afferra il ravveduto, e lo strozza””.
Mi fa un esempio di spettro medievale?
“I giudici “universali” come Garzon. Il quale non fa Norimberga; guarda dal buco della serratura dei trattati bilaterali. Siamo di fronte a ragionamenti da oscurantisti. Elaborati da gente che ai “Lumi” della ragione preferisce le luci dei riflettori tv. Che, a proposito di buchi della serratura, muore dalla voglia di chiudere la vittima a doppia mandata, e di buttar via la chiave”.
 L’obiezione nasce spontanea, e infatti non solo l’opposizione italiana, ma anche commentatori europei l’hanno formulata. Nel nostro paese si sta combattendo uno scontro durissimo tra governo e magistratura. Il no al mandato di cattura europeo viene interpretato come un altro colpo inflitto dal presidente del Consiglio nel confronto in corso. Come risponde?
“Che queste ragioni io le formulerei anche se fossi di sinistra”.
A proposito, la sinistra, per bocca del segretario dei Ds Pietro Fassino, ha lanciato  attraverso questo giornale un segnale di disponibilità al dialogo sul tema della giustizia. Purchè la maggioranza cambi tono sui magistrati.
“Considero le parole di Fassino un’apertura interessante. Vogliono dialogare? Dialoghiamo. Anche sul mandato di cattura europeo. Ma purchè i riferimenti non siano l’abuso e le manette. Insistere su questa linea significa fare il male dell’Europa, volerne la distruzione”.
Non solo l’opposizione, anche il Quirinale non perde occasione per ricordare che l’Italia deve far parte dell’avanguardia dell’Europa, pure nella creazione si uno spazio giuridico europeo.
“Le rispondo che io credo nell’Europa. Considero la fase che si sta aprendo, la terza nella costituzione europea, come un momento fantastico per la mia generazione. Finora l’Italia è sempre stata protagonista. Sia nella fase eroica; pensi ad Alterio Spinelli. Sia nella fase dell’economia; pensi a Ciampi. Ora deve esserlo nella fase politica. Ma questa fase dev’essere segnata dal confronto di idee. Perché la costruzione politica non si fa con i colpi di mano; non riguarda la moneta, ma la libertà; e la vita non si riduce in un grafico. L’Italia la affronta con le carte a posto: bilanci in regola, frontiere aperte. Ma non rinuncia a far valere le proprie ragioni; oggi, a dire no a un provvedimento dalle finalità oscure e oscurantistiche. Siamo convinti che dopo l’Europa dell’economia si possa fare l’Europa della politica e della giustizia. Ma alla luce di una Costituzione; non nel buio di un carcere”.