Il buco di bilancio c'è, sarà dura centrare gli obiettivi
«Il buco c' è, il problema non è di chi tira fuori buco ma di chi lo ha fatto». Giulio Tremonti, ministro dell' Economia, appena varato il Documento di programmazione economica e finanziaria 2002-2005, scende in sala stampa per spiegare la strategia di politica economica del governo e per chiarire lo stato dei conti pubblici dopo una settimana di furibonde polemiche.
Al suo fianco il vicepremier Gianfranco Fini, al quale Silvio Berlusconi ha lasciato ieri la scena, e il vice ministro dell' Economia Mario Baldassarri. Il Dpef da domani debutterà a pieno titolo in Parlamento: ed il primo ad essere ascoltato, dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato, sarà proprio il ministro dell' Economia. Poi una raffica di audizioni di verifica sul Documento varato dal governo: dal presidente della Corte dei Conti, alle parti sociali, agli enti locali. Infine l' ultima, il 24 luglio, del governatore della Banca d' Italia, Antonio Fazio. Tutto ciò per arrivare al voto in Parlamento entro il 3 agosto. Ecco la sintesi, argomento per argomento, di quanto spiegato ieri a Palazzo Chigi nel corso della rituale conferenza stampa. Qual è lo stato dei conti pubblici e quale sarà l' obiettivo di indebitamento del governo? «Dalla relazione del governatore della Banca d' Italia abbiamo tratto due grandezze significative: indebitamento e fabbisogno. L' indebitamento tendenziale sviluppato dalla Ragioneria generale va verso l' 1,9 per cento; l' andamento del fabbisogno non positivo indica un fattore di allarme. La trasformazione del fabbisogno in indebitamento porterebbe l' 1,9 verso il 2,6 per cento. Questi i due numeri in essere nei conti pubblici». Che obiettivi di deficit si è dato il governo per quest' anno. «Il governo compirà il massimo sforzo per portare i conti pubblici in linea con gli obiettivi programmatici, cioè lo 0,8 del pil che è un obiettivo drammaticamente difficile. Ma il buco c' è ed è come minimo di un punto percentuale del pil. Si tratta di dati assolutamente certi: è più del doppio del deficit impegnato dal precedente governo e su questo non ci piove. Il problema è non chi tira fuori il fatto che c' è il buco, ma chi ha fatto il buco. L' extradeficit ha nome, cognome, indirizzo e Dna, radicato nel ciclo elettorale». Intendete fare una manovra correttiva dei conti pubblici per raggiungere l' obiettivo di deficitpil di quest' anno? «Il governo intende aggredire l' indebitamento con una manovra intensa dentro il patrimonio dello Stato. L' intensità degli interventi dipende dalle ricognizioni che saranno avviate nei prossimi giorni, ma non si tratterà di una manovra di tipo classico con aumento di tasse o taglio di prestazioni sociali. Avrebbe infatti effetti contrari a quelli desiderati, cioè una ulteriore depressione. Bisogna operare dunque dentro il patrimonio dello Stato con valorizzazione del patrimonio stesso, estrazione di dividendi, smobilizzo di risorse, accelerazioni di privatizzazioni. Alla fine vi sarà un effetto significativo: non siamo in grado di dire quanto, ma certamente più di mezzo punto di pil». Che tempi prevede per l' azione del governo? «Prevediamo una nota integrativa al Dpef in funzione di quanto riusciamo a costruire nei prossimi 1520 giorni di lavoro dentro la Tesoreria. L' obiettivo è ridurre questa forbice, fra il 2,6 per cento e l' 1,9 per cento, nei conti pubblici con manovre di carattere finanziario che sono quelle più rapide. Stiamo inventariando la situazione; ora, anche nei confronti dell' Europa, non possiamo garantire altro se non l' impegno». Come agirete su sanità e pensioni? «Sulla sanità i nostri sforzi sono indirizzati a ridurre la dinamica e la velocità di spesa ma di lasciare immutate le prestazioni. Stiamo discutendo con le Regioni le necessarie misure di autocontrollo. La verifica sulla sanità inizierà subito». E sulle pensioni? «A settembre prima ci sarà la verifica e poi l' intervento nella Finanziaria». Ci sono altre misure alle quali sta pensando il governo per recuperare risorse sul fronte dei conti pubblici? «Ci sono dismissioni di immobili per 8.000 miliardi non realizzate perché le procedure sono lente, è nostra intenzione utilizzare i fondi immobiliari».