Faremo il contratto Europeo
Professor Tremonti, le accuse di Di Pietro sull’utilizzo da parte di Silvio Berlusconi della legge Tremonti non si calmano.
Chi legge Norme e Tributi sul “Sole-24 Ore” capisce subito che si tratta di falsità. Lo schema della detassazione degli utili reinvestiti era una delle ipotesi fatte, in epoca non sospetta, da Giancarlo Pagliarini, Lega Nord. Nella falsificazione colgo elementi di assurdo: la Legge Tremonti è stata discussa in modo trasparente in Parlamento, con contributi costruttivi dell’opposizione. Non ho mai firmato, né autorizzato, né saputo di atti relativi a Mediaset. Questa è la verità assoluta. Le risoluzioni per gli “amici” non fanno parte della mia etica politica.
Qual era lo spirito di quel provvedimento?
Disporre la detassazione degli utili di impresa reinvestiti in beni strumentali. E la circolare specifica che tra i beni strumentali sono compresi quelli immateriali, tra cui “brevetti, know how e simili”. A questo punto della vicenda, lascio il ministero delle Finanze. Quello che succede dopo, e in particolare il decreto ministeriale (febbraio ’95) del ministro Augusto Fantozzi mi sembra corretto, ma non mi interessa. Chiunque può trovare nella legge e nella circolare concetti che stanno delle direttive comunitarie, nel Codice civile. Una verifica? Leggere il “Collegato Visco” e la relativa circolare in materia di rivalutazione proprio dei beni immateriali.
Qual è stato l’utilizzo della Tremonti?
I casi in cui la legge è stata utilizzata sono stati 1.424.572.Non una legge per una sola impresa!
Come immagina una nuova legge Tremonti?
La legge sarà riproposta con le correzioni formulate dalla Confindustria, che mi sembrano corrette. La base su cui calcolare l’incremento degli investimenti sarà riformulata per non penalizzare chi abbia investito molto nell’ultimo periodo. Un imprenditore che, su una base di tre anni, investa moltissimo nell’ultimo, sarebbe danneggiato.
Ma parlate anche di interventi su Irpef, successioni e altro.
La Legge Tremonti avrà una funzione congiunturale, di “ponte” verso una più ampia riforma fiscale.
Alle assise di Confindustria a Parma, Berlusconi ha accennato a un’ estensione della Tremonti a nuove tecnologie e formazione.
Stiamo lavorando per rendere ancora più efficiente la legge, che già lo era. Sua caratteristica era la semplicità. Il provvedimento funzionava “a livello di capannone”. Si basava sul concetto di John Stuart Mill: “La mente umana è semplice e risponde a stimoli semplici”. Gli incentivi attuali sono tremendamente complessi: presuppongono soggetti sofisticati, “girano” con un software. Poi elimineremo la tassa su successioni e donazioni.
La Finanziaria 2001 ha già introdotto sconti per queste imposte.
Che restano tuttavia prive di basi morali e razionali. Nell’800 poteva aver senso un’imposta progressiva sulle successioni. Ma nel frattempo è stato inventato il Welfare State. E, certamente, non ha più l’antico valore morale un’imposta che non è più progressiva ma proporzionale al 4 per cento. Poi, non è razionale: un miliardo investito in titoli pubblici è esente, investito in un capannone è tassato. Perché? C’è dell’altro: la Mercedes non muore mai. E quando cade in successione un pacchetto di azioni Mercedes, la vicenda si esaurisce sul piano patrimoniale e fiscale. La tassazione non influisce sulla struttura produttiva. In un’economia come la nostra, dal capitalismo non istituzionale ma familiare, legato al ciclo vitale dell’imprenditore, l’imposta incide invece direttamente sulla struttura industriale.
Quali benefici dall’eliminazione dell’imposta sulle successioni?
La sua definitiva scomparsa determinerà, oltre al recupero di personale amministrativo, il rientro dall’estero di ingenti patrimoni.
E dell’Irpef che mi dice?
Non siamo favorevoli al supply side. La nostra formula è: meno tasse più sviluppo , più sviluppo meno tasse. Un esperimento di supply side, invece, è nella Finanziaria 2001.
Il Polo vuole ridurre imposte per 70mila miliardi.
Ci sto arrivando. Nei primi 100 giorni del futuro Governo di Centro-destra la parte “meno tasse” sarà data da Legge Tremonti e cancellazione di successione e donazioni.
E la parte “più sviluppo”?
Ci sarà una nuova e più flessibile disciplina del contratto di lavoro. Quando, a inizi 900, si impiantò la grande struttura produttiva, nessuno pensò di applicarvi il contratto agrario. Si inventò invece un contratto apposito per la febbrica: il contratto collettivo. Le strutture economiche determinano le forme giuridiche. Non possiamo entrare nel nuovo secolo col solo contratto della fabbrica. L’economia non è più solo nella fabbrica, la fabbrica non è più tutta l’economia.
Cosa avete in mente, allora?
Aggiungere un nuovo tipo di contratto. A partire dal “contratto europeo”.
Che cos’è il contratto europeo?
è il tipo contrattuale che si applica con la direttiva sul lavoro a tempo determinato. Faremo un nuovo tipo di contratto di lavoro con questa logica. Eppoi, la spinta allo sviluppo verrà anche dalla legge sulle infrastrutture, la legge-obiettivo. Superano quell’eccesso di falsa democrazia e di pervasiva burocrazia che ha paralizzato le opere pubbliche.
E i fondi pensione?
Il nuovo Tfr deve andare ai fondi pensione. La sinistra vuole i fondi pensione controllati dal sindacato, mente noi lo vogliamo controllati dal mercato. Questo uno dei grandi marker tra Destra e Sinistra. Poi prenderemo una serie di altre misure tremendamente efficaci, ma non le annunciamo: in politica non c’è il copyright. Siamo comunque convinti di poter produrre un enorme effetto-spinta sull’economia.
Non mi ha ancora parlato dell’Irpef.
Aspetti. Se questa meccanica di sviluppo (che è sostanziale: contratto di lavoro libero, infrastrutture, fondi pensione, più il resto; di fiscale c’è Tremonti e abolizione delle successioni) produrrà effetti positivi sull’economia, e ne siamo convinti, ragioneremo sulla riforma fiscale. I 70mila miliardi di sgravi, per noi, sono insieme obiettivo e vincolo.
Che cosa significa?
Le contestazioni che ci fanno, di un costo per l’erario di 300mila miliardi non hanno senso. Se le nuove curve costassero più di 70mila miliardi le moduleremmo per riportarle entro il vincolo. Ci dicono che vogliamo aumentare l’Irpeg, quindi i 300mila miliardi sarebbero tutti di sgravi Irpef, che però nel ’99 ne ha dati 221mila. Strana una riforma che costa più dell’intera imposta.
Qualche ipotesi di aliquota?
Da zero a 20 milioni, no tax area. Ma occorre tener conto dei figli. Fino a 200 milioni, 23%; oltre i 200, 33 per cento.
E Irpeg e Irap?
Prevediamo una riduzione di almeno 10mila miliardi sulla base di quello che è stato fatto in Germania. Stiamo cercando di modellare sull’Italia la riforma tedesca. Penso a un’aliquota Irpeg al 33% con tentativo di riduzione dell’Irap.
Ma ancora non si capisce come compenserete i 70mila miliardi.
Saranno 60mila di Irpef e 10mila di Irpeg. Cifre ragionevoli. Cento lire restituite vengono spese e a loro volta tassate. E generano gettito. Che aiuta a compensare lo sgravio. Ovviamente, il rapporto sgravi-recupero non è uno a uno. Pensiamo sia sul 40 per cento. Secondo: stiamo studiando l’ipotesi Confindustria sull’emersione del sommerso. Che presuppone l’eliminazione delle sue cause.
Può ricordarle?
Un eccesso di costi contrattuali, con rigidità di tutti i tipi, e di costi fiscali e parafiscali. Le cause del “nero” derivante dal costo contrattuale sarà eliminata con i nuovi contratti. L’altra, fiscale e parafiscale, la elimineremo con uno scambio emersione-riduzione. Per l’emersione pensiamo a un condono tombale per il passato e a un sistema appetibile di reingresso.
C’è da compensare quel che resta.
Riteniamo che l’effetto-spinta sull’economia prodotto dalle novità dei cento giorni determini un ragionevole incremento di Pil. basterebbe un aumento di un punto. Ma pensiamo a molto di più. Con la crescita del Pil il conto torna.
E i tempi?
Vedremo come reagirà l’economia. Ma, alla fine, il nostro sogno è quello indicato da Berlusconi: una pressione fiscale che si limita al “terzo” di quel che si guadagna.