Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Messaggero

Con Zaccaria ci rivedremo in tribunale

Professor Tremonti, il presidente della Rai vi offre la possibilità di rispondere. Perché mercoledì prossimo non va lei a “Satyricon”?

ROMA- Professor Tremonti, il presidente della Rai vi offre la possibilità di rispondere. Perché mercoledì prossimo non va lei a “Satyricon”?
“Io preferisco il “Silenzio degli innocenti”. Comunque gli offro ampia facoltà di esporre le ragioni, ampia facoltà di esporre le loro diffamazioni in un aula di tribunale. Possono venire anche con le loro televisioni. Il momento più edificante sarà la zoomta sugli assegni che Zaccaria, Luttazzi, Di Pietro, gli Editori Riuniti e altri, firmeranno gli assegni devoluti in beneficenza. Così la sinistra potrà avere una piccola memoria della sua fine: da Togliatti a Di Pietro, a Luttazzi”.
Significa che li querela?
“Non sono uno che ama le cause, ma la lista di coloro che diffamano è ormai troppo lunga per non intervenire”.
Dalla legge che porta il suo nome sono trascorsi sette anni, ma la sinistra e Di Pietro l’hanno messa dentro lo scontro elettorale. Che ne pensa?
“Propaganda, pura propaganda elettorale, come dicono le date. Altro che satira o inchiesta giornalistica. Come ha ammesso lo stesso Di Pietro ciò che è stato detto e scritto da Travaglio è contenuto nel sito internet del movimento di Di Pietro. Dunque l’unico che è rimasto, come un giapponese nella giungla, a parlare di satira è Zaccaria”.
E nel merito?
“La legge che porta il mio nome è stata approvata nei primi cent giorni del governo Berlusconi ed è stata utilizzata da un milione e mezzo di imprese, professionisti ed artigiani. La legge detassava gli utili reinvestiti in beni strumentali, compresi tra questi i beni immateriali. Così disponevano le direttive comunitarie, il codice civile. Così identicamente hanno disposto e leggi fiscali successive sino all’ultimo collegato di Visco che detassava la rivalutazione dei beni immateriali. Punto e basta. Non ho fatto niente oltre alla legge e alla circolare con questi contenuti”.
Nel ’95, dopo la caduta del governo, che cosa è successo?
“Lo chieda a Fantozzi e Visco. Le norme fiscali fatta da Visco, l’ultimo il collegato alla Finanziaria replica la Tremonti. Io non ho mai firmato “risoluzioni” per gli amici o l’impressione che sia difficile dire altrettanto per il centrosinistra. Per dare il senso di quanto sia allucinante la diffamazione occorre anche dire che lo schema della legge Tremonti della detassazione degli utili è stato ripreso da un provvedimento che un paio di anni prima del ’94 era stato immaginato e messo nero su bianco dalla Lega. I copyright è della Lega Nord ed è antecedente il tutto”.
Niente “regali” quindi?
“I “regali” più graditi a Mediaset come ai grandi gruppi e alle holding li hanno fatti Fantozzi e Visco pima con l’abolizione dell’imposta di conguaglio che in sostanza premia chi i soldi li porta a casa, a differenza della mia legge che incentiva ad investirli, e poi con l’introduzione dell’Irap. Un provvedimento che dissangua le piccole e medie imprese e favorisce le grandi. Questa è la politica fiscale e ideologicamente mirata che ha fatto il centro sinistra”.
Voi intendete riproporre la legge, sarà uguale?
“In caso di vittoria, solo modifiche marginali suggerite da Confindustria”.
Che cosa ne pensa delle conclusioni tirate dal presidente di Confindustria al termine della due giorni di Parma?
“Già nel ’96, nella prima nostra controfinanziaria, scrivemmo che la scelta da fare era tra declino o sviluppo. Tra un paese che doveva e deve mantenere il passo degli altri partner europei o che è destinato inevitabilmente ad arretrare”.
A lei piace una Confindustria che non chiede provvedimenti specifici e sgravi, ma che propone un modello di sviluppo?
“La Confindustria ha indicato una rotta e nel suo documento le strategie sono molto chiare. Nell’economia  globale gli indici non possono essere locali. Se tutti corrono, ma uno corre meno dell’altro, vuol dire che è destinato a rimanere staccato. Continuare a fare ragionamenti Italia su Italia è profondamente errato”.
Lei è pronto a promettere che i dividendi del possibile sviluppo verranno ripartiti in maniera orizzontale?
“L’Italia è un sistema Paese complesso, ma è sbagliato fare una divisione tra imprese e famiglie. È vecchio ragionare Italia su Italia, come ragionare famiglie da una parte e imprese dall’altra”.
Il centrosinistra a Parma ha avvertito gli industriali dicendogli “attenti, con il centrodestra si rischia la coesione sociale”. Che cosa replica?
“Tutta propaganda, lo scenario interno e internazionale è completamente cambiato. Il ’94 non  lontano sei anni, ma seimila anni”.