Alla conquista dell'Emilia
Berlusconi firma i contratti, ma a onorare gli impegni toccherà soprattutto a Giulio Tremonti, superministro economico di un eventuale governo di centro-destra.
BOLOGNA – Sarà lui a dover dimostrare che il “sogno” di Berlusconi può essere realtà. Grinta e competenza al professore non mancano. Da cinque anni scalpita sulla panchina dell’opposizione per poter dimostrare quel che sa fare. È l’uomo che rivolta il fisco come un calzino e tratta gli avversari allo stesso modo. Con loro non dibatte, li interroga…e li rimanda al posto con due. Il professore non ama le mezze misure e i mezzi termini: ha definito Visco un gangster e Del Turco uno col cervello scollegato. Tremonti è uomo a cui piacciono le sfide e, prima di affrontare quella del governo, ha scelto quella dell’Emilia come capolista di Forza Italia. Prima Agnelli poi Montezemolo, i “poteri forti” si sono schierati?
“Sono contento per Montezemolo. Ma il nostro orizzonte resta il capannone e il nostro azionista di riferimento il popolo delle partite Iva. Coloro cioè che producono il 60% del Pil.”
Perché ha scelto l’Emilia Romagna?
“Per il fascino della sfida, se avanziamo qui sarà una vittoria ancora più importante. Guazzaloca ha aperto la strada, vogliamo andare avanti.”
Berlusconi ha firmato un contratto, ma anche Rutelli quanto a promesse non scherza…Ma dopo il voto?
“Noi abbiamo un agenda per i primi 100 giorni già pronta, dodici articolati di legge già scritti, che verranno attuti in tempi certi”.
E le tasse sono al primo posto, davvero pensate di ridurre la pressione dal 43 al 33%?
“Il fattore fiscale è importante, ma solo se legato al rilancio dell’economia. È su questo che noi puntiamo, l’Italia ha bisogno di meno regole e più entusiasmo. Innanzitutto introdurremo il contratto europeo di lavoro, che significa libertà di assumere senza troppi vincoli, ma non di licenziare”.
E i contratti di lavoro collettivi?
“Non li aboliremo, però vanno bene nelle fabbriche, nei servizi occorre una maggiore flessibilità. Ma ecco le altre cose che faremo da subito: piano di riemersione del sommerso, una grande ricchezza che sfugge completamente; libertà di ristrutturare case e aziende fatta salva la facciata; le invenzioni proprietà degli inventori; misure per attirare capitali da fuori e il ripristino della legge Tremonti. Poi le infrastrutture, da 20 anni in Italia non si fanno opere pubbliche significative: il comune, la Provincia, la Regione si bloccano a vicenda e bloccano lo Stato. Il nodo di Gordio si taglia con un colpo di spada e noi lo faremo con a “legge obiettivo”, le opere strategiche diventeranno legge, come hanno fatto il Germania”.
In Emilia quali sono le priorità?
“L’Autosole, innanzitutto”.
E le tasse? L’obiettivo del 33% è un bel impegno?
“Per prima cosa aboliremo la tassa di successione, che influisce in modo bastardo sulla produzione. Poi elimineremo progressivamente l’Irap e lo scontrino fiscale e rivoluzioneremo le aliquote Irpef”.
Rutelli dice che non è giusto tassare redditi di 20 milioni e di 200 con la stessa aliquota del 23%.
“Intanto ricordo che Visco propose il 33% per tutti. Noi realizzeremo il massimo di giustizia fiscale esentando le famiglie sotto i 20 milioni e con forti deduzioni sui redditi più bassi”.
E la voce che ripristinerete i ticket sui farmaci?
“Decideranno le Regioni, ma prima vogliamo vedere i conti pubblici”.