Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Padania

Al Governo con la Lega

“La Lega Nord entrerà al governo perché se lo merita. Il suo apporto è stato fondamentale per vincere le elezioni di domenica scorsa, quindi le richieste del Carroccio son legittime e sono certo che Silvio Berlusconi ne terrà conto. Del resto, tutto sta filando per il verso giusto, nella Casa delle Libertà regna allegria e unità di intenti”.

Giulio Tremonti continua a sostenere, come fa ormai da lungo tempo, le ragioni della Lega Nord. La sua presenza a fianco di Bossi nella caotica nottata elettorale è stata l’ennesima prova di fiducia e di amicizia offerta dall’importante esponente forzista (prossimo ministro economico del governo Berlusconi) non soltanto al segretario, ma a tutto il popolo leghista. L’abbiamo raggiunto sul telefonino mentre stava viaggiando verso gli studi Rai per registrare la puntata di Porta a porta andata in onda ieri sera. E ancora prima di formulargli la prima domanda per l’intervista, il professore ci ha anticipato, elogiando la lealtà e il “sacrificio” elettorale del Carroccio. “Evidentemente abbiamo assistito per mesi ad una dannosa combinazione di “bipolarizzazione più televisione”- ha cominciato Tremonti-. In questo modo è stato favorito su tutti chi simboleggiava uno dei due poli in lizza, che quindi poteva godere di visibilità e di passaggi televisivi pressochè continui”.
Nelle due settimane precedenti il voto si accendeva la tv e si vedevano, alternativamente, Berlusconi e Rutelli. Di Bossi, come degli altri leader dei singoli partiti delle due coalizioni, nessuna traccia. Questa anomalia ha pesato sugli esiti del voto?
“Indubbiamente sì. Ripeto, abbiamo assistito ad un vero bipolarismo televisivo. Un vicolo cieco per gli altri leader, causato da una specie di corto circuito mediatico. Così Bossi, insieme a molti altri, non è andato in tv a dibattere sulle elezioni del 13 maggio nel periodo “caldo”, ovvero nella settimana precedente il voto”.
Al di là del risultato complessivo, molto positivo per la Casa delle libertà, anche la Lega però, come ha spiegato lo stesso Bossi, non deve legnarsi troppo, visto che finalmente è al governo del paese e potrà attuare i suoi programmi fondamentali. Concorda con l’analisi fatta dal leader leghista, professor Tremonti?
“Perfettamente. Se si vanno a vedere bene i dati ci accorgeremo che anche per la Lega le cose non sono andate male. Il numero assoluto dei voti leghisti è aumentato nonostante le liste di disturbo che hanno deviato diversi voti, rendendoli assolutamente inutili”.
Chi ha votato per quelle liste che nel nome e nel simbolo richiamavano alla Lega in Lombardia e in Veneto ha quindi sprecato il suo voto?
“Certo, ha gettato il voto dalla finestra. Se chi ha votato per quelle liste credeva di votare per un cambiamento concreto, ha commesso un grave errore. Per cambiare veramente il paese, per il federalismo e la devoluzione, avrebbe dovuto votare per la Casa delle libertà e nel proporzionale, essendo leghista, per la Lega Nord. Quella vera, intendo, quella di Bossi”.
Sui giornali stranieri non sono mancati gli sberleffi alla vergogna dei seggi rimasti aperti e affollati fino alle prime ore del mattino, soprattutto nel Mezzogiorno.
“è stata una sceneggiata vergognosa, indegna di un paese civile. Inoltre si sono verificati numerosi atti irregolari nel corso degli scrutini. Mi sembra siano già partiti alcuni ricorsi da parte della Lega”.
Sì, sia Roberto Calderoli che Mario Borghezio sono certi che alla Lega siano stati scippati voti regolari, al punto che il Carroccio dovrebbe aver tranquillamente raggiunto la soglia del 4% al proporzionale…
“Hanno ragione. Se nel primo Comune che viene esaminato saltano fuori dai due al trecento voti erroneamente tolti alla Lega, è facile fare due conti e ritenere che quegli ottomila voti che mancano al Carroccio per raggiungere il 4% verranno recuperati attraverso i ricorsi e l’esame delle schede contestate. Ma al si là di questo punto, è giusto elogiare il ruolo della Lega all’interno della coalizione. Ora è giunto il tempo di governare e rendere finalmente l’Italia un paese all’altezza dei paesi più efficienti del mondo”.
A proposito di governo. Quando si insedierà il nuovo esecutivo?
“Non bisognerà attendere molto. Prima però dovranno riunirsi le nuove Camere, il 30 maggio prossimo. In quell’occasione verranno nominati i due presidenti. L’incarico ufficiale a Berlusconi dovrebbe essere conferito la prima settimana di giugno, salvo avvenimenti particolari”.
Vedremo Roberto Maroni alla presidenza della Camera, secondo lei?
“è un’ipotesi che va presa in considerazione, anche se è ancora presto per parlarne. Tutte le componenti della coalizione che ha vinto le elezioni saranno adeguatamente rappresentate all’interno del governo Berlusconi. Finalmente esiste la volontà concreta di modernizzare il paese, di introdurre il federalismo, di bloccare l’immigrazione clandestina, di difendere la famiglia naturale e di edificare quelle grandi infrastrutture di cui si sente parlare da decenni, ma che nessun governo ha mai saputo attuare. L’elettore ha deciso, ha compiuto una scelta importantissima, ha cacciato l’inadeguatezza e l’arretratezza dell’Ulivo, scegliendo un programma di libertà”.