Tremonti: Le riserve delle banche centrali per investire? Dirigismo
"Il progetto e' figlio di un'epoca datata, ha un po' l'eta' delle arterie di chi lo propone, sa di cemento, acciaio e vecchio macchinismo. Ma il vero problema e' che esso nasce da una logica di piano e non di liberta' economica".
MILANO - Giulio Tremonti, nel 1994 ministro delle Finanze del Governo Berlusconi, non e' molto convinto dell'idea lanciata dal presidente del Consiglio Romano Prodi: utilizzare il surplus di riserve delle undici banche centrali di Eurolandia, circa 500 mila miliardi di lire, per un programma di investimenti in grandi infrastrutture e progetti tecnologici avanzati che creino occupazione e sviluppo. Condivide le preoccupazioni dei banchieri centrali sulla stabilita' monetaria? "Non tanto quello, anche se la proposta di Prodi dal punto di vista tecnico si presta a un paio di osservazioni critiche. Piu' che altro pero' trovo sbagliata l'idea dal punto di vista di una politica economica che voglia tendere allo sviluppo. Se le riserve delle banche centrali sono eccedenze, allora restituirle potrebbe essere una buona idea. Ma non attraverso una specie di Mediocredito europeo che distribuisca risorse a progetti meritevoli scelti dall'alto, quanto invece restituendo risorse ai singoli attori dello sviluppo economico. Che sono i lavoratori e le imprese". In che modo vorrebbe restituirle? "Detassando il lavoro e gli investimenti. In questo modo si potrebbero davvero mobilizzare risorse e creare occupazione. Stara' poi ai privati impiegare le risorse in nuove iniziative. Questa si' che sarebbe una logica adeguata ai settori trainanti, ad alta tecnologia, che sono poi quelli legati ai servizi e all'informatica. Non mi pare che Guglielmo Marconi o Bill Gates abbiano avuto bisogno dell'aiuto dello Stato per inventare le telecomunicazioni o sviluppare la Microsoft...". Lei parlava anche di qualche critica tecnica... "Si'. Bisogna vedere se questi surplus sono davvero tali o se invece sono necessari per fronteggiare eventuali turbolenze dei mercati. Tra l'altro ridurre al minimo le riserve, che sono i meccanismi di difesa della stabilita' monetaria a disposizione delle banche centrali, puo' essere sufficiente di per se' a provocare turbolenze. Sono invece meno preoccupato per il rischio inflazione: in questo momento l'Europa corre piu' il rischio di una depressione provocata da una caduta troppo brusca dei saggi di interesse". La proposta di Prodi non ha proprio nessun merito? "Ha il merito di essere una proposta politica in un momento in cui la banalita' domina la scena europea. Ma risente troppo del tentativo strumentale, sul piano interno, di strizzare l'occhio a Bertinotti sullo sviluppo e l'occupazione, mentre verso l'estero tenta di sfruttare l'onda della vittoria socialdemocratica in Germania".