Tremonti: il nodo sono le tasse, devono rimanere sul territorio
Siamo alle ultime battute della Bicamerale sul federalismo.
MILANO - Siamo alle ultime battute della Bicamerale sul federalismo. E allora Giulio Tremonti (e il suo movimento Federalismo e Liberta') rilancia e riparte da Teano: "Perche' il federalismo al Sud e' essenziale". Cosi' per il 14 maggio ha organizzato un convegno di studi a cui parteciperanno anche Roberto Maroni e Giuseppe Tatarella. Titolo? "Ripartire da Teano", per l'appunto. Obiettivo? Puntualizzare il dibattito. Per esempio l'ex ministro delle Finanze non condivide l'opinione di Ernesto Galli della Loggia: "Soprattutto non condivido l'idea che il federalismo sia un espediente e non una tendenza storica". Perche'? "Perche' io credo che la crisi dello Stato - Nazione sia un fenomeno generale dell'Occidente. Si sta chiudendo il suo ciclo storico. Quella corsa al centralismo prodotta dalla meccanica della guerra prima e dalla guerra fredda poi, dall'idea dello Stato - factotum, dall'uso fatto dalle classi politiche dell'illusione finanziaria per prendere i voti a debito... tutti fattori questi che stanno venendo meno e cio' sposta il pendolo della storia dall'altra parte. Non credo proprio che su questi fenomeni non c'e' riflessione e cultura...". Addio Stato centrale allora? "Per un po' di tempo va ancora conservato. L'Europa e' un patto tra Stati e come tale impone per un certo periodo la conservazione dello Stato italiano: se ci disuniamo i tedeschi ci fanno un paiolo cosi'..." La Bicamerale sta esaurendo il suo compito sulla riforma federalista. Ma lei non sembra apprezzarne i risultati. "Ci siamo abbastanza come testo. Non so ancora se ci siamo come teste. Ovvero se e' maturato il ragionamento politico. Un passo in avanti rispetto all'inizio del dibattito c'e' stato. Siamo passati da una ipotesi di quasi monopolio legislativo, e percio' politico, dello Stato a una ipotesi nella quale le competenze esclusive dello Stato sono molto minori. Sono ancora piu' delle cinque competenze etiche essenziali (difesa, esteri, moneta, giustizia federale e garanzie di base dello Stato sociale) ma sono enormemente meno di quelle ipotizzate inizialmente. A mio parere non e' ancora federalismo vero ma oggettivamente la possibilita' per le Regioni di richiamare un numero molto elevato di competenze e' un buon segno". Cosa manca ancora? "Le tasse. Di chi sono le tasse? Il federalismo deve basarsi sul principio che sono dei territori a titolo originario e proprio e che le trasferiscono al centro solo perche' il centro esista (quindi per finanziare le competenze essenziali) e per solidarieta'. Il testo attuale pero' e' una variante peggiorata del testo De Mita - Iotti. + la meccanica di un regionalismo avanzato ma niente a che vedere con il federalismo". Il secondo passo? "Sarebbe bene se fosse introdotto il principio che in base al libero voto dei loro cittadini le Regioni possono coordinare o integrare le loro strutture amministrative e quelle di rappresentanza politica, nucleo di nuovi Parlamenti nella logica della devolution".