La Lega di protesta è in crisi, ora si batta nelle istituzioni
"Se insiste, rischia l' abbraccio mortale con quello Stato che ha sempre combattuto"
Il professore di Forza Italia piu' vicino al Carroccio: il sistema si puo' cambiare anche dall'interno "Se insiste, rischia l'abbraccio mortale con quello Stato che ha sempre combattuto" Tremonti: la Lega di protesta e' in crisi, ora si batta nelle istituzioni MILANO - Onorevole Tremonti, cosa pensa del voto della Lega nelle amministrative di domenica? "Cominciamo dal non voto: se questo e' secessione dal voto, la secessione sta colpendo un po' tutti e ha colpito anche la Lega". Crede che il Carroccio sia stato il piu' colpito? "L'astensione e' un qualcosa di negativo per il sistema politico ma e' particolarmente negativo per le forze di protesta. Se la gente non va a votare per la Lega vuol dire che non crede piu' neanche al ruolo di partito di protesta del Carroccio. Inizia davvero la secessione, nella sua forma di secessione dal voto". Il professor Giulio Tremonti, deputato di Forza Italia e conoscitore attento del fenomeno Lega che segue da anni, e' convinto che questo voto possa segnare uno spartiacque nella politica della Lega. Quali le prospettive future per il Carroccio? "Ne vedo due. O prosegue sulla strada attuale che dalla Padania porta a quella che si direbbe la "sindrome svizzera": via dall'Italia e va bene, via dall'Europa e va bene ma per andare dove? In un mondo virtuale di astratta e indeterminata geografia politica. Oppure, altra strada, entra nelle istituzioni. Non pero' per conservare il sistema ma per cambiarlo. E quando Bossi dice che e' il momento di marcare la propria presenza politica attraverso il ruolo dei suoi amministratori locali in un qualche modo conferma quest'ipotesi. Se non fa cosi' la Lega rischia di essere una delle tante vittime dello statalismo, quello statalismo che ha messo al centro del suo disegno politico di contrasto. Lega e Stato, avvinti nella loro lotta mortale, rischiano come due duellanti di precipitare nello stesso burrone.". Dunque il Carroccio deve passare dalla protesta alla proposta? "La Lega ha avuto una fase positiva fatta di intuizione, innovazione, provocazione. Alla Lega certamente dobbiamo l'apertura in Italia dei dossier politici piu' moderni ed importanti di questa fine secolo. Il federalismo e' la politica futura ed e' stato introdotto e praticato dalla Lega. Cio' che va capito e' che non basta essere contro lo Stato, perche' e' ancora stare sul vecchio, ma pensare a qualcosa di altro rispetto allo Stato e alle attuali Regioni. Per esempio al libero voto per il coordinamento e l'integrazione delle assemblee regionali, nucleo di nuovi Parlamenti". Ma con quali forze e in quale modo? "Il voto della Lega e' necessario ma non sufficiente. Per cambiare serve il voto delle citta' e della borghesia". Ed e' questa la sola politica possibile ora che il nemico - Stato non c'e' piu'? "La Lega e' un partito con due caratteristiche: e' dinamico e antagonista. E' una macchina politica che assorbe e brucia di continuo materiali politici, miti, simboli, slogan, ideali. Poi, ha bisogno di un nemico contro cui esercitare azione di contrasto. E il nemico e' scomparso: l'asse del potere si e' spostato da Roma a Bruxelles e l'Europa come nemico funziona meno bene di Roma ladrona". Ma l'Europa e' davvero tutta rose e fiori? "L'Europa non e' entita' salvifica e benefica come pretende Prodi ma non e' neanche entita' malefica, e' difficile farla percepire come male anche agli elettori della Lega. L'Europa e' una nuova costituzione di per se' neutrale. Non e' automaticamente boom economico ne' "Grande Depressione" capace di produrre effetti - rivolta".