Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Avvenire

«Sulla famiglia modifiche possibili»

Tremonti : «Come ripartire il bonus bebè? Decidano i partiti»

«In questa partita il ministro dell’Economia è stato ed è programmaticamente neutrale. Fatta salva la cifra complessiva destinata al fondo per la famiglia, la ripartizione dei singoli capitoli è stata decisa dalla politica e la politica può ridisegnarla». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti dà il via libera alle modifiche sul "bonus per i bebè", spegnendo le polemiche sollevate da chi aveva criticato la destinazione dei mille euro ai bambini nati nel 2005 e non anche a favore di quelli che nasceranno nel 2006. «Non c'è stato alcun cambiamento da parte nostra. Il testo del maxiemendamento è quello concordato dagli uomini-finanziaria della maggioranza, Udc compresa, e depositato martedì sera a Palazzo Madama. Deve esserci stata, fra gli amici senatori, come si dice... una "asimmetria informativa", una difficoltà di comprensione...».
Fatto sta che avete finito per dividervi ancora una volta...
Mi dispiace che gli amici senatori abbiano reso complicato e negativo un passaggio, che alla fine potrà risultare solo positivo. Stiamo parlando di 1 miliardo e 140 milioni di euro destinati specificamente ai neonati, ai bambini che vanno all'asilo, al sostegno ai disabili, all'aiuto ai giovani e alle scuole paritetiche.
Si è temuto fino all'ultimo che questa cifra venisse ridotta. E, comunque, una volta suddiviso il totale per il numero dei beneficiari, i singoli provvedimenti rischiano di essere di portata assai limitata per i bilanci delle famiglie.
Non abbiamo mai pensato a una riduzione dei fondi, che infatti non c'è stata. E non credo che 2.000 miliardi delle vecchie lire stanziati per il sostegno sociale e per le famiglie siano una cifra disprezzabile. Al contrario, nella situazione data sono impegni notevoli, che confermano la nostra linea politica a favore della famiglia.
Destinare il bonus ai bambini già nati, anche primogeniti, anziché ai secondogeniti che ancora devono venire alla luce, sembra seguire più una logica "risarcitoria" per le spese che le famiglie hanno dovuto sostenere, piuttosto che un "incentivo" (seppur limitato) alla natalità.
Per la verità mi sembrano due opzioni ugualmente degne. Due diverse scelte di uguale civiltà e dignità. L'una è una politica di segnale, l'altra - quella che mira ai bambini già nati - una politica del reale. In ogni caso non parlerei di logica "risarcitoria", ma di sostegno.
Molti soggetti del mondo cattolico, comunque, non paiono soddisfatti di queste ipotesi, considerate "politiche spot".
Si può sempre fare di più e meglio per la famiglia. Ma sono convinto che, in questa congiuntura, il governo abbia fatto il massimo e qualcosa di più per il sociale in generale e per la famiglia in particolare. La spesa sociale - sanità, previdenza e assistenza - in questa legislatura è aumentata di decine di miliardi di euro. Per la famiglia, oltre al bonus bebè introdotto dal ministro Maroni, abbiamo incrementato prima le detrazioni per i figli a carico e poi le deduzioni e la no fax area, per la prima volta si parla di asili nido in una Finanziaria...
È mancato però quel cambiamento strutturale per assumere finalmente la famiglia come soggetto fiscale centrale al posto dei singoli.
Le ipotesi di introdurre il sistema del quoziente familiare vengono puntualmente dimenticate ad ogni Finanziaria. Il quoziente resta l'obiettivo fondamentale. Ma è oggettivamente difficile renderlo reale nella situazione data.
In Francia, però esiste.
Sì, ma è stato introdotto molto tempo fa. Nessun Paese europeo ha potuto permettersi in questi anni politiche di una tale portata. Per pianificare il futuro devi avere saldo il presente, l'esistente. E la priorità in questi anni per tutte le nazioni europee è stato difendere ciò che c'era. Primum vivere. Vorrei, però, che si considerasse il cambiamento portato a compimento: nel 2000 erano 2,5 milioni i soggetti esentati dal pagamento delle imposte. Oggi sono 11,5 milioni di italiani. È vero che sono singoli, ma quante famiglie, in particolare a basso reddito, hanno beneficiato di questa riduzione dell'imposizione fiscale?
Ministro, lei ha definito la Finanziaria «responsabile e rigorosa». I sindacati invece la giudicano «iniqua» e l'opposizione parla di «una manovra elettorale, del tutto sbagliata».
«Responsabile e rigorosa», per la verità, l'hanno definita anche altri, tra i quali il Fondo monetario internazionale. Ed è tutt'altro che una Finanziaria elettorale. Senza aumentare le tasse, riusciamo da un lato a far quadrare i conti e dall'altro a varare due importanti provvedimenti per lo sviluppo. Come la valorizzazione dei distretti, che diventano soggetti fiscali, contabili e bancari a tutti gli effetti. E poi il taglio del costo del lavoro, delle imposte sui brevetti, la detassazione completa dei fondi che le industrie destineranno alla ricerca. Altro che spot elettorali! Sono innovazioni radicali, che fungeranno da volano per la ripresa. Solo in Italia abbiamo il vizio di chiedere alla Finanziaria di diventare ciò che non può essere. Le manovre di fine anno sono l'aggiustamento dei conti. Le riforme strutturali si progettano in altra sede, così come abbiamo fatto per scuola, lavoro, previdenza e altro. Tuttavia, proprio questa manovra imposta un cambiamento radicale della struttura sociale e dei rapporti Stato-cittadino. Mi riferisco al 5 per mille al non profit...
Un provvedimento che non è stato accolto con grande entusiasmo dall'associazionismo sociale...
Qualcuno, forse, non ha colto la portata modernizzatrice di questa scelta, che avvia il ridisegno del welfare. Il cittadino potrà allocare direttamente una parte delle risorse che normalmente vengono gestite dall'amministrazione pubblica. Si passa da un sistema centralizzato a uno sussidiario, da un rapporto verticale Stato-cittadino a uno orizzontale cittadino-società. E questo provvedimento andrebbe letto anche nell’ottica familiare: pensate a cosa potrà generare il finanziamento di un’associazione di assistenza del proprio comune, pensate a quante realtà di servizio, per gli anziani e i bambini, potranno nascere e svilupparsi sull’onda della nuova legge…