Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Stampa

Più spazio per l'Italia nella nuova Europa dei Popoli

"Il voto di Parigi sulla Costituzione europea: una vittoria o una sconfitta? Una vittoria dal punto di vista dei popoli e del nuovo"

"Il voto di Parigi sulla Costituzione europea: una vittoria o una sconfitta? Una vittoria dal punto di vista dei popoli e del nuovo" sostiene il vicepremier e vicepresidente di Forza Italia Giulio Tremonti, intervistato dalla STAMPA. "Dalla Bastiglia in poi, la Francia fabbrica più storia di quanta riesce a consumare. Per questo ne esporta e, a volte, in quantità massiccia. Da circa un mese, Parigi è di nuovo al centro della cartografia europea. Ha preso il posto di altre località-simbolo, piuttosto sfortunate. Di Maastricht, dove è morto D'Artagnan! Ha preso il posto di Lisbona...Per ironia della sorte, e forse per insufficiente lettura di Voltaire, gli europeisti sono andati a scrivere la loro agenda per il futuro proprio in una città nota soprattutto per la tragedia del più grande terremoto mai avvenuto nel continente europeo... Ironie a parte: la storia dell'Unione europea dura da mezzo secolo. E in questi cinquant'anni ha conosciuto altre crisi (...) ma quella odierna è la più grave. Perché è una crisi politica che nasce dall'economia. Per la prima volta in mezzo secolo, l'economia non è più alleata dell'Europa. La crisi economica produce crisi sociale, la crisi sociale produce rigetto politico. Sono stati i popoli a scendere in campo, a trasmettere il loro messaggio con intensità crescente. Prima nei sondaggi; poi nel voto politico che in tutta Europa, e non per caso, non va alternativamente a destra o a sinistra, ma sistematicamente solo contro i governi in carica, siano questi di destra o di sinistra; adesso contro la Costituzione europea che ha funzionato da parafulmine dentro una tempesta in arrivo". Vittoria dei popoli, va bene. Perché anche del nuovo? chiede il quotidiano torinese. "Perché questa Europa è un disegno proiettato sul futuro, ma modellato sul passato. Continua a svilupparsi come se niente fosse successo nel mondo, e su scala mondiale appunto non fosse iniziato un processo analogo a quello di integrazione del mercato europeo: il processo di integrazione mondiale del mercato. Tanto per chiarire: l'accordo Wto sulla Cina è del 2000, l'ingresso della Cina nel Wto è del 2001. L'Europa continua a costruire un mercato unico al suo interno, sostanzialmente ignorando che l'aggettivo "unico" nel frattempo si è spostato dall'Europa al mondo", conclude Tremonti.