Io difensore del Sud. Nessun asse con il Nord
Il vicepremier: non ho delega. La mia è una funzione politica
«Basta polemiche sul presunto asse del Nord. Tinta l'azione del governo oltre che su famiglia e imprese sarà concentrata sul Sud. Non ho una delega ma una funzione politica e guardo al Paese nella sua unicità. Il mio interesse è lavorare per tutta la coalizione e Per tutto il Paese». Giulio Tremonti appena eletto vicepremier ci tiene a mettere subito le cose in chiaro. Rispedisce al mittente le accuse di quanti vedono nel suo ritorno al governo la conferma dell'asse del Nord con la Lega.
Quindi nessun asse del Nord? L'azione del governo non dimenticherà il Mezzogiorno?
«Ma il governo Berlusconi non ha mai dimenticato il Sud. Anzi è accaduto l'opposto. In ogni caso se c'era un problema, un limite nel primo governo non era nell'esistenza dell'asse del Nord ma nell'assenza di un asse del Sud, non c'era un ministro con portafoglio che venisse dal Mezzogiorno. C'era un oggettivo deficit di rappresentanza del Mezzogiorno ora colmato con l'ingresso di Storace, Landolfo, Caldoro, La Malfa e Miccichè».
L'accusa del centrosinistra è dl aver tagliato I fondi per li Sud.
«Anche questa è una falsità. Negli anni del governo Berlusconi non sono stati tagliati ma enormemente aumentati. Una prova? Io sfido la Trimorti Prodi, Fassino e D'Alema. Andiamo all'Eurostat, alla Bce, ovunque, con i bilanci italiani. Chi ha detto il falso o si dimette da parlamentare o lavora per un anno gratis nei campi del Mezzogiorno. In realtà i fondi non solo italiani ma anche comunitari sono enormemente aumentati con il governo Berlusconi. Grazie all'azione fatta a Bruxelles da Miccichè con il mio supporto siamo arrivati al completo utilizzo dei fondi comunitari per il Sud. Questo è ora certificato anche dalla Ue. Negli anni passati c'è stato un grande spreco dovuto alla bassa utilizzazione dei fondi sicchè quelli non utilizzati sono andati ai nostri concorrenti».
Ma quali Interventi propone per II Mezzogiorno?
«Il vero limite dell'azione per il Sud, come abbiamo verificato questi anni, era nella moltiplicazione parossistica degli strumenti e delle competenze. C'era un meccanismo caotico che produceva residui. Venivano stanziati soldi che non erano spesi. La concentrazione in un ministero, in una competenza, in una responsabilità politica del Mezzogiorno è il passaggio più significativo di questo governo. Si supera il vero limite che non era finanziario ma di efficienza degli interventi, di responsabilità politica. Prima c'era un frazionamento, tanti responsabili e nessuno veramente responsabile. Ora si cambia».
Lei ha presentato una proposta di legge per la creazione di una banca del Mezzogiorno. Continuerà su questa strada?
«Un altro fattore che penalizza il Sud è l'assenza di banche del Sud e la presenza di istituti di credito che fanno raccolta ma non investimenti. Il Sud è l'unica grande regione d'Europa, una regione con 20 milioni di abitanti, che non ha una banca propria».
Allora nell'ultimo decennio l'unica idea nuova è stata quella che ha lanciato lei di una banca per il Mezzogiorno?
«In effetti è un'ipotesi di sviluppo, un'idea utile per il rilancio. Il credito del Mezzogiorno per il Mezzogiorno nel Mezzogiorno è l'anello mancante per far ripartire l'economia. Credo che sia abbastanza evidente che non ci può essere sviluppo se non ci sono banche per lo sviluppo. I fondi pubblici che saranno aumentati, sono necessari ma non sufficienti. La Trimurti accusa, predica il falso, ma non propone niente di concreto».
Allora non è poi così vero che Tremonti odia li Sud?
«Battute a parte, quello che penalizza drammaticamente il Sud sono le delocalizzazioni e la concorrenza asiatica che sono state accelerate dalla sinistra. Lo stato drammatico di sofferenza del Sud è che ha alta intensità di manodopera e bassa intensità di tecnologia. La politica sbagliata da non fare è quella di Prodi, Fassino, D'Alema. In Europa va fatta una politica opposta a quella della commissione Prodi».
Quali sono le sue proposte per far ripartire l'economia?
«Le proposte sono quelle fatte dal presidente Berlusconi e se ne possono anche aggiungere altre: il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e dei medici, detassazione degli aumenti salariali fatti nei prossimi 5 anni. Non mi si dica che è anticostituzionale perché è congiunturale. Poi blocco delle tariffe e dei prezzi alla pompa. Basta con la barzelletta del mercato dove ci sono soprattutto rendite di posizione. Tante altre cose si possono pensare. Tra queste identificare in ogni Paese settori industriali strategici e aree geografiche a basso sviluppo - nel caso dell'Italia il Sud - per cui attrarre capitali da fuori Europa con un regime di tassazione zero».