Vi svelo i trucchi di Visco
L'ex ministro Giulio Tremonti spara a zero contro l'esecutivo
ROMA - Altro che bonus. Cinquantamila miliardi di maggiori tasse nel 2000. Una somma ancora più grande nel 2001. «E invito il governo a smentirmi», dice Giulio Tremonti, ministro in pectore di Silvio Berlusconi.
Da dove iniziamo?
«Dal 1999, anno che sì apre con la promessa formale di ridurre le tasse. Alla fine sono salite - come dichiarato in Parlamento dal ministro Visco - di 43mila miliardi. Il bonus fu di dodicimila miliardi: facendo la differenza, sono stati pagati trentamila miliardi di tasse in più».
Secondo il governo questa somma proviene dall'aumento del gettito prodotto dalla crescita del Pil e dal recupero dell'evasione.
«No. La crescita del Pii è stata molto inferiore a quella delle tasse. Quanto al recupero dell'evasione, era già "inserito" nei dodicimila miliardi restituiti. E faccio notare che era dovuto agli strumenti creati dal governo Berlusconi, come gli studi di settore, e che comunque non avrebbe potuto essere di quell'importo. Nemmeno Stalin riuscirebbe a recuperare cifre simili».
Anche il 2000 si è aperto con l'impegno di ridurre le tasse.
«Invece secondo i miei conti saliranno. Di cinquantamila miliardi. Ora ne restituiscono tredicimila: la differenza fa 37mila miliardi. Che certo non sono dovuti né al Pil, né al recupero dell'evasione. In altre parole le tasse sono in continua crescita».
Anche in assenza di interventi del governo?
«Certo. La "riforma Visco" ha trasformato il fisco in una spietata macchina da tassazione. È una Finanziaria continua. Ogni tanto ci sono i rimborsi. Ma le bollette aumentano e con esse le relative imposte. Non solo gli italiani pagano 37mila miliardi in più, ma quei tredicimila che vengono "restituiti" sono mangiati dall'Iva sui rincari».
Veniamo al 2001.
«Qui il governo si è definitivamente incartato: da un lato prevede sgravi per 28m11a miliardi, dall'altro tira fuori una tabella che parla di aggravi di tasse per 29mila miliardi. Sottostimando peraltro la crescita fiscale, che sarà ancora maggiore di quella del 2000. Ma agli italiani, per capire che le tasse stanno salendo, non serve leggere la nota di aggiornamento al Dpef. Basta leggere le bollette».