Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Padania

Una norma per rimanere europei

L'ex ministro delle Finanze boccia la Turco: «Verrà abrogata in Piemonte e in tutto il Paese»

Quella che abbiamo presentato oggi (ieri, ndr) è un progetto di legge non soltanto veramente europeo, ma anche umanitario. La Turco-Napolitano, invece, emblema del buonismo peloso e demagogico delle sinistre, non è una normativa al passo con le richieste della nostra popolazione e non risolve il problema dell'immigrazione clandestina». Giulio Tremonti ha presentato ieri a Roma, insieme a Umberto Bossi, il disegno di legge sull'immigrazione che spaventa le sinistre. «Questo progetto targato Lega-Polo - spiega Tremonti - si basa fondamentalmente su tre pilastri. Innanzitutto proponiamo di rendere totalmente detraibili dal reddito imponibile le erogazioni a favore delle iniziative missionarie, religiose e laiche, che si sviluppano nei paesi del Terzo Mondo».
Aiutare i poveri a casa loro, quindi?
«Proprio così. È straziante vedere giovani, ragazzini, anziani extracomunitari fare accattonaggio agli angoli delle nostre strade. È più morale aiutarli a casa loro».
Quel è il secondo "pilastro" del ddl?
«A parte tutti i discorsi politici, va detto che il modello della sinistra ha una forma della legge sull'immigrazione apparentemente rigorosa, ma lo spirito in realtà è l'opposto. La forma è: "solo 60mila immigrati". La sostanza è che ne possono entrare ogni anno 240mila. Questo succede perché viene trasmesso all'esterno un messaggio diverso da quello interno. All'interno si parla di rigore, all'esterno si suona il tam-tam dell'accoglienza. È il tam-tam di Veltrone l'Africano. Ovviamente chi entra da irregolare difficilmente diverrà un regolare . Lega e Polo invece prevedono un meccanismo che coinvolgerà le imprese, le famiglie, le regioni, la rete consolare per stabilire con certezza il numero di immigrati sopportabile dalle singole realtà locali. Agli extracomunitari bisogna offrire una seria chance di lavoro e non promettere mari e monti e poi lasciarli sotto i ponti e senza un soldo».
Gli immigrati non devono insomma essere clandestini?
«Appunto. Capovolgendo il discorso di prima, se uno entra regolare difficilmente diventerà un irregolare».
Quindi?
«Quindi il ruolo di immigrazione con codice fiscale e la chiave principale per definire chi può entrare sul nostro territorio. Terzo "pilastro" è l'uso della forza. Perché uno Stato che si rispetti non è quello di Utopia, ma deve essere in gra-do di far rispettare le sue leggi a tutti».
Cosa significa "uso della forza", professore?
«Significa innanzitutto sanzioni più aspre e quindi vere per coloro che aiutano gli immigrati ad entrare clandestinamente nel nostro paese. Al terzo ingresso clandestino di seguito (cioè dopo due espulsioni), l'immigrato finisce immediatamente in galera, da zero a tre anni. Poi si possono applicare numerose sanzioni anche di tipo amministrativo. Ad esempio, lo scafo che ha trasportato dei clandestini, una volta confiscato, va distrutto. Se qualcuno fa ricorso, questo non è interruttivo, ovvero il decreto è comunque esecutivo anche se si è fatto ricorso. Inoltre bisogna far rispettare le regole del codice penale militare di pace e quello della navigazione. Sono tutte norme che esprimono la forza dello Stato».
Mentre adesso, grazie alle sinistre, lo Stato non possiede questa legittima forza. E’ così?
«È esattamente così. Oltretutto lo Stato non esiste neppure tecnicamente, visto che un semplice ricorso può interrompere qualsiasi decreto e qualsiasi sanzione. Gli scafi non devono essere rimessi in mare. Cosa vogliamo fare? Ringraziare gli scafisti e invitarli a continuare nella loro opera?»
E un testo coerente con i principi dell'Unione europea?
«Sicuramente sì. Il referendum della Lega, che è stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale, toccava un trattato internazionale e la materia dei trattati non è referendabile. La Costituzione italiana invece non prevede il diritto di immigrazione. E l'Unione europea non impone di accettare indiscriminatamente flussi di immigrazione».
Le sinistre hanno subito levato gli scudi contro questa proposta di legge, lanciando le solite accuse di razzismo, xenofobia, intolleranza e quant'altro. Come risponde a simili reazioni?
«Con la calma dei forti. Se i compagni reagiscono così, significa che abbiamo colto nel segno. La Turco verrà abrogata due volte: in Piemonte come candidata alla presidenza della regione e in tutto il paese cancellando la sua dannosissima legge».