Tremonti: visto che clima? L’unica strada è il voto
Roma – “Posso cominciare io con una domanda?”
Roma – “Posso cominciare io con una domanda?”.
Prego, professor Tremonti
“Qual è il paese europeo che in nome della stabilità ha una campagna elettorale di un anno e mezzo, che va oltre il venti per cento della legislatura?”
Per voi la risposta è facile, ma per la maggioranza c’è ancora molto da fare
“Il governo Amato si è presentato in Parlamento senza programma e le cosa che mette in programma per fine legislatura sono fuori dalla ragione e dalla costituzione materiale: una riforma elettorale e una riforma costituzionale fatta a colpi di maggioranza”
Saremo anche in campagna elettorale, ma la Lega al centrosinistra gli alza le spalle …
“Trattasi del ritorno della “Velina rossa” che ha dettato i titoli ai tre grandi giornali. Tra i titoli e i testi tra la strumentalizzazione e la realtà c’è una differenza enorme”.
Bossi non ha studiato ad Oxford, ma nel suo protestare contro Ciampi c’è la richiesta di andare subito alle urne. Condivide?
“Stabilità e scioglimento sono due principi contenuti nella nostra Costituzione. La stabilità della legislatura è un fine non un mezzo. Una lettura vera e non falsa della Costituzione porta a questa conclusione. Non è sufficiente che in Parlamento ci sia una maggioranza, ci deve essere una maggioranza utile al Paese”
Chi decide quando una maggioranza è utile al Paese?
“La cosiddetta maggioranza di Amato è utile solo ai parlamentari, ad alcuni partiti, non al Paese. Questo è un governo senza programma che dura senza ragione se non quella dell’egoismo politico, che fa crescere l’astensionismo. Gli elettori hanno voluto Prodi e si sono ritrovati D’Alema. Hanno votato contro D’Alema e si trovano Amato. Vorrebbero votare Amato e si trovano Rutelli. Voteranno Rutelli e si ritroveranno D’Alema”
Che ne pensa lei di Haider?
“E’ un agente provocatore nel senso tecnico lui stride il buio da cui proviene con l’abbronzatura da lampada. Sarebbe interessante sapere cosa facesse di recente in Libia da Gheddafi”.
Secondo lei Amato ha fatto bene a protestare con Vienna per le parole di Haider?
“Certamente”
Che ne pensa della politica del governo sull’immigrazione?
“La Turco-Napolitano è un colabrodo, ma non è solo un problema di prevenzione, ma anche di mancata repressione. Noi all’estero trasmettiamo il messaggio equivoco , di porte aperte, di accoglienza indiscriminata. La nostra politica estera stimola l’emigrazione”
Scommetterebbe sulla fine della legislatura a gennaio?
“Non scommetto mai. Ma prescindendo dagli interessi di parte, direi che al Paese non servono altri mesi di agonia. Alla fine ci perdono tutti, ci perde la democrazia, aumentano gli astenuti e il disgusto per la politica”
In sostanza si tratterebbe di guadagnare solo qualche settimana
“Ma qui il problema non è di “timing”, ma di metodo. Non si può tenere il paese in una campagna elettorale di un anno e mezzo che banalizza tutto, volgarizza tutto. Triturerebbe anceh Roosvelt”
Che ne pensa delle critiche del Papa alla carta dei diritti?
“La mozione che abbiamo votato non diceva che quella carta dovesse essere recepita tale e quale. Occorreva lavorarci. Non mi meraviglia che a Nizza quel documento abbia trovato poco spazio”.