Tremonti: Premier troppo disinvolto, faremo la devolution con i referendum
«Di quale Amato parliamo? Perché è un problema di Amato di giornata...». E quanti ce ne sono? «Almeno due: quello del 4 luglio scorso che, proprio in un' intervista al "Corriere", sosteneva che "il federalismo è uno schema che appartiene al passato". Poi c' è l' Amato dell' altro ieri - e sono passati solo otto giorni - che invece scopre che la devoluzione appartiene al futuro e si dice favorevole alla Camera delle Regioni. Mi pare ci sia un eccesso di disinvoltura».
Tremonti: premier troppo disinvolto faremo la devolution con i referendum
MILANO - «Di quale Amato parliamo? Perché è un problema di Amato di giornata...». E quanti ce ne sono? «Almeno due: quello del 4 luglio scorso che, proprio in un' intervista al "Corriere", sosteneva che "il federalismo è uno schema che appartiene al passato". Poi c' è l' Amato dell' altro ieri - e sono passati solo otto giorni - che invece scopre che la devoluzione appartiene al futuro e si dice favorevole alla Camera delle Regioni. Mi pare ci sia un eccesso di disinvoltura». Secondo lei qual è l' Amato vero? «Io sto ai fatti, non agli annunci: constato che nel disegno di legge sul federalismo, depositato in Parlamento a firma di Amato e D' Alema, non c' è traccia della Camera delle Regioni. E, nonostante sia un testo emendabile, nessuno finora ha pensato di modificarlo». E' da qualche anno che Giulio Tremonti, ex ministro nel governo del Polo, da sempre nella cerchia più ristretta dei consiglieri di Berlusconi, artefice dell' accordo bis tra il Cavaliere e Bossi, si occupa di federalismo: «Nel ' 92 mi ricordo che proprio Amato, in una lettera al "Corriere", mi accusò di parlare come Bossi». Ora il premier lancia la devoluzione. E Tremonti gli rovescia addosso tutta la propria diffidenza: «Il federalismo non può essere una concessione graziosa, strumentale e finale da parte del Centro: questo è uno schema ottocentesco. Non è il Parlamento che concede, ma le Regioni che chiedono e, a quel punto, le Camere riformano. Deve iniziare dal basso». Ma intanto non sarebbe un buon punto di partenza la proposta Amato-D' Alema, magari con l' aggiunta della Camera delle Regioni? «Quel disegno di legge, di federalista, ha solo il nome. La sostanza è centralista. Riserva allo Stato persino la competenza in materia di misure, sulla base del presupposto ideologico che la sovranità metrologica debba essere difesa dal rischio che al Nord introducano le yarde o le pertiche, figuriamoci. Il federalismo ha bisogno di un progetto organico, mentre quel disegno di legge ha un carattere casuale e strumentale». Intende dire che la rivoluzione federale la farà il Polo, se vincerà le prossime elezioni? «Sì, è parte strutturale del nostro programma...». E come la farete? Modificando la Costituzione? «L' attuale Costituzione va riformata, ma già contiene la devoluzione. Altro che eversione. L' articolo 117, al primo comma, elenca le competenze regionali. E al secondo comma parla di "altre competenze indicate da leggi costituzionali". Ciò significa che il disegno costituzionale prevede che si parta con le competenze del primo comma, alle quali però se ne possono successivamente aggiungere delle altre. E' esattamente l' opposto del centralismo reale di questi ultimi 50 anni di Costituzione materiale». Quindi? «Quattro tappe: prima referendum popolari per identificare le materie da aggiungere alla competenza regionale, poi le Regioni avanzeranno proposte di legge in Parlamento e infine la riforma costituzionale e gli Statuti regionali». In tutto questo, quale trattamento è previsto per il Meridione? Vi accusano di considerarlo alla stregua di una ruota di scorta. «Carta canta. Bossi e Berlusconi hanno firmato due proposte di legge che prevedono aiuti fiscali al Sud e una serie di grandi opere che favoriscano l' unificazione del Paese». Secondo il ministro delle Regioni, Agazio Loiero, in alcune zone del Mezzogiorno l' idea federalista non suscita grandi entusiasmi. «Non sono d' accordo: ormai il Sud ha solo i vincoli del centralismo, senza i vantaggi. L' unificazione d' Italia venne fatta con la tecnica dell' annessione, trasformando quelle che erano capitali in prefetture: ora le prefetture stanno tornando capitali. E questa è una ricchezza per tutti». I governatori del Nord non spingono troppo? «No, fanno bene»