Tremonti: Nulla di eversivo il patto con il Senatur
Massimo D'Alema parla di «scenario preoccupante». Secondo il segretario dell'Udeur Clemente Mastella è «un accordo pericoloso per l'unità d'Italia».
ROMA - Massimo D' Alema parla di «scenario preoccupante». Secondo il segretario dell' Udeur Clemente Mastella è «un accordo pericoloso per l' unità d' Italia». E Pietro Folena, il vice di Veltroni, chiede di «accertare subito» il contenuto effettivo dell' accordo segreto Berlusconi-Bossi di cui ha scritto ieri Eugenio Scalfari su Repubblica. Ma per gli esponenti del centrodestra si tratta di «presunte rivelazioni» e quella delle regioni del Nord che il 17 aprile prossimo, appena conquistate dal Polo, si costituirebbero in una sorta di piccola nazione padana separata dall' Italia, sarebbe «fantapolitica». «Gossip propagandistico basato su testimonianze anonime, ragionamenti virtuali e conclusioni ingannevoli per favorire la sinistra», commenta il Ccd Marco Follini. «Qualcuno per loro inventa la favola di un impossibile progetto eversivo legato all' alleanza tra Polo e Lega», tuona Silvio Berlusconi. «Falsità a mezzo stampa» ripetono in coro nel centrodestra. Bobo Maroni, il numero due della Lega, spiega: «nell' articolo ci sono cose già scritte dai giornali, altre contenute nel documento firmato il 17 febbraio scorso dai candidati presidenti del Nord e cose inventate di sana pianta come quella specie di ruolo istituzionale che dovrebbero avere le Regioni. Anche volendo, sarebbe impossibile...». Giulio Tremonti, l' ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi che più di ogni altro ha voluto il ritorno del Figliol prodigo Bossi e l' accordo elettorale Forza Italia-Lega (i cui contenuti furono anticipati dal Corriere della Sera), assicura: «Il 17 aprile non succederà nulla». E il patto che prevede la convocazione contemporanea di quattro Regioni del Nord in assemblea costituente? «Ma quale piano segreto! È tutto pubblico. Da due mesi. Basta andare a leggersi l' accordo elettorale sottoscritto da Berlusconi e Bossi ma anche da Fini e Casini che impegna i candidati del Polo per il Nord. Quel programma è stato presentato alla stampa il 17 febbraio scorso. Se poi qualcuno lo ha letto per la prima volta l' altro giorno...». Insomma, lei smentisce. «Certo. Non c' è nulla di eversivo. Il nostro sarà un federalismo sul modello tedesco. Proponiamo di fare in Italia, che è lo Stato più centralista d' Europa, quello che altri Paesi hanno già fatto. Tutto rigorosamente dentro la Costituzione. D' altra parte, uno degli obiettivi principali della Bicamerale era l' ordinamento federale della Repubblica». In concreto, qual è la vostra proposta per le Regioni che conquisterete il 16 aprile? «Devolution, ossia trasferimento dallo Stato alle Regioni di tutte le competenze in materia di sanità e d' una parte di quelle sulla pubblica istruzione. Naturalmente questo presuppone un federalismo fiscale vero, con un sistema su base regionale di tipo tedesco» Professore, ha dimenticato la polizia regionale... «Una parte della polizia dovrà essere locale. Perché è sul territorio che va esercitata la prevenzione e la repressione della piccola criminalità, quella più odiosa, quella che spaventa di più la povera gente». Ma i carabinieri resteranno? «Per fortuna sì» Nega anche la pressione sul Parlamento? «Il pressing sul Parlamento nazionale ci sarà, ma nelle normali forme democratiche. Tutte le volte che ho parlato con Bossi non è mai stata configurata un' ipotesi al di fuori dalla Costituzione» E il coordinamento delle Regioni del Nord conquistate dal Polo? «Domani (oggi per chi legge ndr) a Teano partirà anche quello delle Regioni del Sud. E sarà presentata una proposta di sgravi fiscali per il Mezzogiorno firmata anche da Bossi. Se poi vogliamo restare ai fatti, sul coordinamento delle Regioni del Sud, Bassolino nel proclama di Eboli ha usato parole più forti delle nostre. Ai limiti dell' eversione». Ma di secessione finora ha parlato solo Bossi. «Chi vuole la secessione non sottoscrive - come ha fatto poco tempo fa Bossi - una proposta di legge in cui è prevista la riqualificazione di tutta l' Autosole e il ponte sullo stretto di Messina». Sta dicendo che il leader della Lega è diventato un agnellino? «Sto dicendo che è un politico realista. Adesso ha capito, prima degli altri, che la politica futura è l' equilibrio tra globale e locale, quindi la difesa dei valori della terra come antidoto al caos, ai danni della mondializzazione. È la stessa logica per cui i parroci dell' Appennino si sono schierati in difesa delle osterie sostenendo che non possono essere equiparate a McDonald' s. Anche questo è federalismo». Non le sembra esagerato sostenere che il centrosinistra non ha fatto nulla? «Allo statalismo ha aggiunto il regionalismo in una sovrapposizione che ha prodotto i difetti di entrambi senza i pregi di nessuno dei due sistemi. Con una caduta di governabilità. L' icona del federalismo di sinistra è la legge Bassanini. Così la Fenice di Venezia, appaltata nel 1790, terminata nel 1792 e bruciata nel ' 96, è ancora sotto un tendone e non si riesce a identificare un responsabile per la mancata ricostruzione. Il vero risultato della Bassanini è la caduta di governabilità che allontana ancora di più i cittadini dalla politica. E a essere seri, il vero rischio di secessione in Italia è la secessione dal voto. Altro che Bossi...»