Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- La Repubblica

Tremonti: "Ma in Europa nessun veto a Berlusconi"

L'esponente di Forza Italia al ministro: "Dichiarazioni elettorali"

MILANO - «Qui non si tratta di uscire dal patto di stabilità, ma di uscire dal patto di stupidità». Giulio Tremonti, testa pensante di Forza Italia, reagisce con una battuta all'intervista data. da Giuliano Amato a Repubblica, ma non forza i toni dello scontro. «Vede, il patto tutti lo rispettano, si tratta di vedere a che livello. Se a un alto livello di tassazione sarebbe il contrario dello spirito di Maastrich, non dimentichiamo che Maastrich fu voluta dai liberali europei contro tutta la sinistra».
Cosa vuole dire?
«Se il famoso parametro del 3%, in quattro parole meno Stato più privato, è rispettato aumentando la tassazione allora abbiamo una Maastrich fiscale e non politica, che è l'esatto contrario...».
Ma lei che pensa della dichiarazione di Amato?
«Io sono per una ipotesi minimalista, si tratta solo di una battuta, ma comunque sono disponibile a spiegargli la nostra posizione».
Lei sente in Europa aria di ostracismo a un possibile governo del Polo?
«Sono stato recentemente in Inghilterra al Foreign Office e non ho avuto questa sensazione. In Europa non c'è un veto contro il governo del Polo. Non è stato così nel '94 e penso che non sarà così nel futuro. Mi sembra un ostracismo tutto italiano, tutto elettorale. E poi...»
E poi?
«Poi mi sembra che ci si dimentichi che in Europa ci so-no due blocchi politici, uno socialdemocratico e l'altro popolare, e Forza Italia è a pieno diritto parte del blocco popolare, punto e basta. Questa è la. legittimazione fon-damentale. Escludo che in Europa ci sia qualcuno - che possa obiettare a un governo del Polo».
Amato dice che la politica economica del Polo basata sulla supply side, cioè su una ricollocazione delle risorse con una riduzione del carico fiscale, farebbe diventare l'Italia un paese a rischio...
«Facciamo un discorso tecnico. Noi del Polo abbiamo una politica economica basata sia sullo sviluppo che sulle tasse. Se lei mi chiede se la nostra cifra è quella dello sviluppo rispondo di sì, se invece mi dice che la nostra politica è basata solo sulla supply side rispondo di no. Come funziona la supply side? Se si pensa a un funzionamento by magie del tipo se la luna sarà piena allora in Pomerania ci sarà un ottimo raccolto di patate io rispondo di no. Insomma non c'è una politica di sviluppo by magie basata solo sulla detassazione. Il nostro obiettivo di sviluppo si raggiunge con le leggi obiettivo sulle grandi infrastrutture, con la new economy delle autostrade informatiche, con i contratti di lavoro fatti attraverso il portale e non facendo la coda allo sportello del collocamento, con la possibilità di sottoscrivere il capitale delle società di new economy attraverso contratti di assicurazione».
Ma l'obiezione è che voi puntate alla detassazione e così mettereste in discussione il parametro europeo.
«Noi non diciamo che riducendo le tasse avremo magicamente lo sviluppo, noi abbiamo un piano di sviluppo, una strategia, all'interno di questa si inserisce la strategia fiscale. Le faccio un esempio: se si riduce l'Irpef e per effetto della riduzione operai e impiegati avranno un milione in più in busta paga allora potranno comprarsi un tavolo o un televisore in più. Lo Stato ci perde il 27% di Irpef ma ci guadagna il 20% di Iva più l'Irpeg che sono pagate da chi vende il bene. La perdita non è dal 27 a zero ma dal 27 al 20 più il quasi 50% di imposte sulle imprese. Contemporaneamente aumenta lo sviluppo. La supply side è estrinseca ed eventuale, la copertura via Iva, Irpeg eccetera è automatica e intrinseca, è dentro nel processo. Sono i meccanismi che han-no portato alle rottamazioni e agli sconti sulla benzina, alla legge Tremonti».