Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Mattino

Tremonti: la «ricetta» passerà a Bruxelles

L’accento tradisce l'origine: Giulio Tremonti, settentrionale di Sondrio, arrivato in quel di Teano per illustrare le idee di Forza Italia per il rilancio del Mezzogiorno.

L’accento tradisce l'origine: Giulio Tremonti, settentrionale di Sondrio, arrivato in quel di Teano per illustrare le idee di Forza Italia per il rilancio del Mezzogiorno. Insieme con Giuliano Urbani, il professore ha scritto un articolo unico, corredato da un'ampia relazione tecnica per spiegare come e perché i «suoi» sgravi fiscali per le imprese del Sud sono in linea con le direttive dell'Ue, a differenza degli stessi sgravi chiesti prima da Massimo D'Alema per l'emersione del lavoro nero, poi da Bassolino con il «patto di Eboli». Primo tassello, quello della fiscalità differenziata, che fa parte di una «tavola delle dodici leggi», tanto sono i progetti legislativi che gli azzurri annunciano per il Meridione: procedure snelle per realizzare infrastrutture, di cui saranno direttamente responsabili i governi regionali; un portale di Internet per collegare in Web le imprese; pacchetto sicurezza e grandi opere pubbliche, a cominciare forse dal ponte sullo stretto di Messina, «proteso su quel Mediterraneo - dice Tremonti - a cui il Nord non può rinunciare, altrimenti Lombardia, Piemonte e Veneto finirebbero per diventare regioni satelliti di Germania e Francia».
D'Alema ha già proposto riduzioni fiscali, ottenendo lo stop del commissario Monti. Perché mai la proposta del Polo dovrebbe passare?
«Come prima cosa, le nostre idee sono contenute in un disegno di legge, mentre da parte del centro sinistra ci sono parole. Inoltre il centro sinistra pensa al lavoro nero, noi pensiamo a creare nuovi posti. D'altronde è impossibile che l'Ue possa dare il via libera ad agevolazioni fiscali per premiare aziende nate nell'illegalità, che violano le norme comunitaria. Per avere un dialogo corretto con Bruxelles è necessario proporre misure che servono a sviluppare imprese che operano nelle aree dove c'è sottosviluppo e basso tenore di vita».
Ma sempre di aiuti si tratta, che ledono il principio della libera concorrenza...
«E’ l'Unione che prevede simili misure, in base a rigidi parametri. Chiediamo agevolazioni per creare nuovi posti di lavoro, concedendo alle imprese la riduzione di un terzo delle tasse: se al Nord si pagano centro lire, al Sud ne bastano trenta. Dobbiamo però rispettare i limiti comunitari, indentificare meccanismi per calcolare entità e continuità del contributo, ma pensiamo che la nostra proposta possa essere accettata nella sostanza e nella forma».
L'intero Mezzogiorno potrebbe ottenere le agevolazioni?
«Forse no, bisogna studiare il Pd della singole zone, raffrontato con il potere di acquisto».
Cosa c'è scritto nelle altre «tavole» del progetto-Meridione?
«Alcuni disegni di legge sono già pubblici, come quello legge sulle opere pubbliche, a firma Tremonti - Urbani. E ancora le misure sulla nuova economia, proposte da Berlusconi».
Il Polo sostiene che prima di pensare alla new economy, il Sud deve superare ritardi storici...
«Bisogna però guardare con attenzione ai nuovi settori, che hanno bisogno di regole nuove. Per esempio: il capitale di queste società non dovrebbe essere versato in banca, ma sottoscritto ai traverso una polizza assicurativa. La vera risorsa di tali aziende sono le idee, non si capisce perché ci vogliano impegni in danaro. E ancora l 'equiparazione dell'editoria multimediale a quella classica: la detassazione degli investimenti fatti nella new economy e delle plusvalenze nella logica del venture capita'. Infine l'uso della Italia come grande centro di formazione professionale e un portale Internet per le aziende del Mezzogiorno».
Che possono già contare su Sviluppo Italia, una società creata dal governo per sostenere le iniziative imprenditoriali...
«Sviluppo Italia dovrebbe finire in Tribunale, visto che costa troppo...»