Giulio Tremonti



Rassegna Stampa

- Il Giorno

Tremonti: «La Rai resti statale»

Per l'uomo di Berlusconi è «l'ultimo strumento di formazione culturale». Chiusura sulla legge elettorale

ROMA — Giulio Tremonti, ex (e con ogni probabilità prossimo) ministro del governo Berlusconi, spara a zero sul bonus fiscale, chiude la porta in faccia agli avversari sulla legge elettorale (come del resto tutto il Polo) e - a sorpresa - critica l'ipotesi di privatizzazione della Rai.
Professore, ma lei non era uno dei profeti del liberismo?
«Vede, io credo che lo Stato debba fare lo Stato. Avendo, ad esempio, un ruolo fondamentale nella formazione culturale dei cittadini...».
C'è la scuola...
«Ecco, un tempo gli strumenti di formazione erano scuola e leva. Oggi è del tutto evidente che la tv ha acquisito un potentissimo ruolo sociale. Credo quindi che la Rai debba assolvere a questo compito».
Ovvero, deve restare pubblica...
«Restare pubblica e rafforzare questa sua funzione. Questa è la mia opinione personale».
Si tratti di tv o di tasse, sembra sempre che nel dibattito politico prevalgano gli interessi elettorali su quelli generali.
«Non per quanto ci riguarda. Questa storia del bonus fiscale è un falso idelogico...».
In che senso?
«Che si tratta in verità di un malus».
Quindicimila miliardi nelle tasche dei cittadini le sembrano un 'malus'?
«Suvvia...nel '99 le tasse sono aumentate di 42mila miliardi e il bonus è stato di dodicimila. Quest'anno ci sarà un incremento di circa 50mila miliardi e si parla di un bonus di 12-15mila...».
Il governo dice che le tasse sono diminuite.
«Fesserie. I miei sono dati che ha fornito lo stesso governo al Parlamento. Si tratta di una truffa vera e propria: parlano di bonus e invece stanno solamente restituendo una piccola parte del mal tolto».
Resta il fatto che gli italiani si troveranno in tasca un po' di soldi proprio prima del voto.
«Già, loro credono che gli elettori siano stupidi. Si accorgeranno di sbagliare: la finanziaria sarà pure elettorale, ma il voto non sarà affatto demeziale».
Ne è così sicuro?
«Certo. Questo giochetto è già stato fatto l'anno passato. 42milia miliardi di aumenti, 12mila di bonus...e hanno preso una bella batosta alle regionali».
Il voto non dipende solo dalle tasse...
«Ma anche. Questa politica fiscale li farà perdere. Da parte nostra useremo tutti i mezzi per spiegare agli italiani come stanno le cose».
Neanche sulla legge elettorale sembra possibile il dialogo...
«Il giorno del referendum hanno detto che il maggioritario è il bene e il proporzionale il male. Ora sostengono il contrario... Non mi sembra che questo sia il modo serio di procedere su una materia che per sua natura deve essere bipartisan».
Va bene, ma la legge di cui si discute l'ha proposta lei.
«La mia era una delle proposte sul tappeto. La sintesi che è stata adottata dalla Casa delle libertà è quella avanzata a luglio».
Un modo per dire che non vi interessa discuterne.
«Non è vero, il punto è che questi signori vogliono adottare una legge elettorale su misura nella speranza di cambiare i risultati elettorali. In questi termini non si dialoga».