Tremonti: «La nostra proposta non porta lontano dall'Europa»
Altro che proposta lontana dall'Europa, altro che frontiere blindate. Se si guarda alla sostanza, le idee sono simili a quelle della Fondazione Agnelli: si vuole aprire la porta principale agli immigrati, si prevede perfino il diritto alla cittadinanza per loro.
ROMA - Altro che proposta lontana dall'Europa, altro che frontiere blindate. Se si guarda alla sostanza, le idee sono simili a quelle della Fondazione Agnelli: si vuole aprire la porta principale agli immigrati, si prevede perfino il diritto alla cittadinanza per loro. La prova del nove tra qualche anno, quando entreranno in vigore le regole di Amsterdam sull'immigrazione: a quel punto, si capirà che la nostra legge è davvero compatibile con l'Europa mentre la legge 40 è fuori. Risponde così alle critiche piovute dalla maggioranza, Giulio Tremonti, ex ministro del Governo Berlusconi, tra i primi firmatari dell'ultima proposta di legge di iniziativa popolare sull'immigrazione targata Lega-Forza Italia che sarà sottoposta alla firma dei cittadini nei prossimi giorni.
Onorevole Tremonti, la sinistra ha bocciato la vostra proposta e Napolitano l'ha definita esempio di scarsa cultura di Governo...
Rispetto alle reazioni venute finora della sinistra quella di Napolitano è diversa per cortesia ma ugualmente insufficiente per livello di analisi. Mentre gli altri ci accomunavano ad Haider, almeno Napolitano dice che la proposta è superficiale, quindi non ci demonizza, in questo senso è un passo avanti ma la sostanza resta sempre quella.
Molti, nella maggioranza, hanno evidenziato il fatto che la vostra proposta ci allontanerebbe dall'Europa. E davvero così?
Napolitano e gli altri dicono che non c'è conoscenza della prospettiva europea. Ma voglio fare una simulazione: immaginiamo che la legge Turco-Napolitano sia in vigore quando scatteranno le regole europee sull'immigrazione tra quattro anni. Ebbene, a quel punto saremmo automaticamente fuori. La verità è che l'Italia, tra i 15 Paesi Ue, ha oggettivamente le norme più permissive in materia migratoria. In Germania, Francia e Regno Unito la legislazione è enormemente più restrittiva; è scoraggiato l'insediamento stabile dei lavoratori, la accettazione è solo per il lavoro stagionate, è tutto basato su sistemi nominativi, sono, escluse le quote Paese come da noi. E poi, ci sono regole che è difficile definire politically correct, del tipo che se un indiano o pakistano vuole andare in Regno Unito a trovare un parente deve lasciare una cauzione dell'equivalente di trenta milioni di lire. Quando entrerà in vigore il regime europeo o noi ci adeguiamo allo standard di quei Paesi oppure siamo fuori perché non credo proprio che Germania, Francia e Regno Unito si adattino allo standard italiano. Per questo la legge Turco Napolitano va velocemente riformata, non può più reggere al confronto europeo.
Ma non salverebbe nulla delle legge 40?
Ovviamente la legge 40 non è tutta negativa, ma è figlia dei tempi è della cultura in cui è stata prodotta. E’ una legge di emergenza dove non c'è una visione organica, è incerta, confusa, contraddittoria. Manca una parte fondamentale, quella sulla prevenzione, perché trasmette all'esterno messaggi molto contraddittori. Non voglio fare della facile ironia sul tam-tam africano di Veltroni ma, in fondo, il messaggio esterno non è quello del rigore: è un messaggio misto che alterna serietà e tolleranza, fermezza e sanatorie.
Per far entrare uno straniero proponete un meccanismo di liste affidate agli uffici consolari. Basterà?
La nostra proposta parte dal territorio e cerca di incrociare domanda e offerta di lavoro affidando le liste al ministero degli Esteri. Il meccanismo attuale del-le quote è sbagliato perché se è vero che il Paese può avere bisogno di 18mila carpentieri è difficile sostenere che abbia bisogno di 18mila albanesi. Noi non facciamo un problema di quantità ma di legalità; la quantità può essere data dall'esigenza di sviluppo economico o da "esigenze demografiche" di equilibrio. Peraltro su questo mettiamo un "caveat”: è tutto da provare che l'immigrazione dia un contributo co-sì decisivo all'equilibrio demo-grafico e pensionistico perché molte delle ipotesi fatte al riguardo sono fortemente discutibili. Si dice, poi, che non proponiamo nulla sulle politiche di integrazione, ma noi andiamo oltre con la cittadinanza per l'immigrato, che non sarà più una concessione ma un diritto.
Con quali meccanismi concreti pensate di risolvere il problema dei clandestini e delle espulsioni?
Pensiamo che l'equilibrio si raggiunga aprendo la porta principale ma chiudendo le porte di servizio, il contrario di quello che avviene oggi. Se si trasmette all'esterno un messaggio coerente e se si apre la porta principale, la regola diventa la legalità e la clandestinità diventa l'eccezione che può essere trattata con maggiore efficienza.
Sugli eccessivi poteri alla polizia contenuti nella vostra proposta c'è chi avanza riserve e dubbi...
Non abbiamo fatto altro che aggiungere al 416 quater (traffico di droga) già in vigore, una nuova fattispecie, il traffico di esseri umani, una proposta, tra l'altro, presentata dalla sinistra alla Camera. Abbiamo trasporto sulla fattispecie nuova le norme vecchie in materia di navigazione, uso della forza, eccetera. Quindi nulla di anticostituzionale, perché quelle stesse norme sono in vigore da dieci anni. L'unico punto che è stato strumentalizzato è quello dello spara-re sui bambini, ma la proposta è già in corso di modifica per mettere in chiaro che le azioni di contrasto di quel tipo sono opera-bili solo nelle rotte di ritorno e in ogni caso quando sia accertata l'assenza di clandestini.